Crisi idrica in Basilicata, intervento di Don Giuseppe Ditolve, parroco Chiesa San Giuseppe Lavoratore di Pisticci Scalo.
Sollecitato ad un mia riflessione, dopo un’attenta osservazione di quanto accaduto nei diversi ambienti agricoli del territorio lucano, il problema dell’ acqua non nasce ora ma già da un decennio a questa parte – con una presa di coscienza più profonda, di quello che doveva già verificarsi, come detto, già da dieci anni fa. Alcuni scienziati, in collaborazione con il Santo Padre Francesco, hanno denunciato quanto si verificherà fino al 2050; negli ultimi dieci anni abbiamo assistito a diversi fenomeni di degrado ambientale, di violazioni del diritto internazionale, di inefficienze della sanità pubblica e forti migrazioni. Con l’Enciclica “Laudato Sì. Sulla cura della casa comune”, nella giornata del 03.07 c.a. nella Sala Stampa della Santa Sede è stato presentato il nuovo formulario da inserire nel Messale Romano della prima Messa per la Custodia della Creazione. La situazione attuale è davvero seria e preoccupante. Papa Francesco ha spesso sollecitato l’attenzione sulla questione dell’acqua, definendola un “bene primario dell’umanità”. Ha esortato alla sua tutela e ad evitarne sprechi e abusi, evidenziando come la sua scarsità, spesso causata da cambiamenti climatici, possa portare a conflitti. Papa Francesco dedica ampio spazio all’acqua, sottolineandone l’importanza come risorsa vitale e diritto umano fondamentale. Il documento focalizza la necessità di proteggere l’acqua da inquinamento e sfruttamento, promuovendo un accesso equo e sostenibile per tutti. L’enciclica afferma che l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale e universale, fondamentale per la sopravvivenza e per l’esercizio di altri diritti. L’acqua non dovrebbe essere considerata una merce soggetta alle leggi del mercato, ma un bene comune pubblico da tutelare e condividere equamente. È inconcepibile che la maggior parte dell’acqua vada concessa totalmente per l’estrazione petrolifera. Qui parliamo di un biocidio umano, togliamo ai poveri per inchinarci ai potenti, è vergognoso assistere a questa realtà di maleficio in un territorio asservito da decenni e maltrattato da predatori senza coscienza che adorano il dio danaro. Il Papa nella LAUDATO SÌ ha sollecitato ad una gestione sostenibile delle risorse idriche, denunciando la loro distorsione, inquinamento e gestione arbitraria, che danneggiano soprattutto le popolazioni più vulnerabili, invitando a superare rivalità e antagonismi per affrontare insieme la sfida della gestione dell’acqua, sottolineando che nessuno si salva da solo. Ragion per cui, dovremmo tirare un po’ le somme e parlarci con molta chiarezza e serenità per un avvenire che sembra non roseo.
In tutto questo tempo, cosa si è fatto per prevenire quello che oggi non ci piace? Quanti metri cubi di acqua, soprattutto potabile, sono stati versati sotto l’indifferenza o il cinismo di chi ha visto e non è intervenuto denunciando alle autorità preposte per tutelare il bene acqua? Le dighe perché non sono state e non vengono manutenute per evitare di ridurne le capacità di invaso? Cosa serve gridare e protestare in ritardo? Siamo tutti complici dei disastri che stiamo subendo in questo momento! Non abbiamo diritto di lagnarci se negli anni siamo stati omissivi nella tutela dell’acqua!
Apprendiamo con attenzione quanto Francesco nell’ Enciclica ha criticato lo spreco e l’abuso dell’acqua, sottolineando che non dovrebbe mai essere considerata una semplice merce o oggetto di speculazione.
In questi tempi bui del nostro vivere, rispondiamo con la bellezza che c’è ancora attorno a noi, condividendo insieme le battaglie per una giusta causa: la salvaguardia per il creato!
La Laudato Sì sottolinea l’importanza di preservare l’acqua per le generazioni future, invitando a sviluppare modelli educativi e culturali che sensibilizzino la società al rispetto e alla tutela di questo bene che non è solo primario, ma anche come un fattore di coesione sociale e di pace, la cui gestione responsabile è fondamentale per il futuro dell’umanità.
Ognuno deve fare la sua parte e chi non è all’altezza di affrontare determinate situazioni faccia umilmente un passo indietro. Il cantautore Ivano Fossati in una sua celebre canzone ribadiva anni fa: “… La guerra dell’acqua è già cominciata. In qualche modo e da qualche parte. Non sono un falco, ma riconosco un congresso di avvoltoi. Un cielo pieno di avvoltoi, sì”. … che privilegiano il profitto su tutto, anche sulla vita umana, a scapito del “bene comune”, che ricomprende sicuramente l’acqua.
Difendiamo le Terre Joniche sostiene con forza l’appello per la tutela delle risorse idriche nel Metapontino
L’associazione Difendiamo le Terre Joniche esprime la propria solidarietà e il massimo sostegno alle parole e alle iniziative delle associazioni agricole e delle comunità del Metapontino, che da giorni denunciano con fermezza la grave crisi idrica che sta devastando il territorio. La nostra terra, cuore pulsante dell’agricoltura lucana e regionale, si trova di fronte a un’emergenza senza precedenti, causata da una gestione inadeguata e da politiche che non tutelano il bene più prezioso: l’acqua.
L’associazione si unisce all’appello rivolto al Presidente della Provincia di Matera, Francesco Mancini, e ai sindaci della provincia affinché si adottino urgentemente tutte le misure necessarie per affrontare la crisi idrica.
È fondamentale che si attivino iniziative concrete per garantire l’accesso alle risorse idriche indispensabili per la sopravvivenza delle colture e delle comunità locali, evitando che si ripetano danni stimati in oltre 10 milioni di euro e la perdita di circa 1500 ettari di terreni irrigui.
Riteniamo che la gestione sostenibile dell’acqua sia un diritto fondamentale di ogni essere umano e un dovere delle istituzioni.
Ancora una volta le politiche di sfruttamento e inquinamento delle risorse idriche, unite alla mancata manutenzione delle dighe e alla mancata tutela delle acque potabili, continuano, nonostante gli anni trascorsi e i disastri che si sono sviluppati nei nostri territori, ad incidere sia a livello ambientale che economica.
Ci uniamo, pertanto, anche all’appello del Parroco di Pisticci Scalo, Don Giuseppe Ditolve, le cui parole evidenziano il fondamentale valore che l’acqua assolve per tutti noi e il cui deficit non rappresenta solo una questione tecnica, ma anche etica e morale, legata alla cura del creato e alla tutela delle future generazioni e che, come sottolinea la Laudato Sì di Papa Francesco, è un bene comune, un diritto universale e un elemento di coesione sociale e di pace.
Difendiamo le Terre Joniche invita tutte le parti coinvolte a superare le divisioni e a lavorare insieme per una gestione condivisa e responsabile delle risorse idriche, nel rispetto della natura e delle comunità. È ora di agire con decisione, trasparenza e responsabilità, perché il futuro del nostro territorio e delle sue genti dipende da questo.
Chiediamo alle istituzioni di ascoltare le voci di chi vive e lavora in questa terra, di intervenire con urgenza e di mettere in campo tutte le azioni necessarie per salvaguardare l’acqua come bene primario e patrimonio di tutti.
Difendiamo le Terre Joniche continuerà a sostenere e promuovere iniziative di sensibilizzazione e tutela ambientale, perché crediamo che solo attraverso un impegno condiviso possiamo preservare il nostro territorio e garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni.