Per decenni varcando la soglia dell’Antica Trattoria Lucana 1900 in via Lucana a Matera i turisti si sono ritrovati nel cuore autentico della cucina materana. E ogni volta, al momento del commiato, la stessa domanda sussurrata con malinconia: “Chef, ma questo pane… non posso portarlo a casa?”
Gigi Sanrocco, cuoco dall’animo generoso, ha ascoltato quelle parole centinaia, forse migliaia di volte e per chi è materano lo sa bene. Ogni commensale lasciava Matera con una scorta di pane, sperando di conservarne la fragranza, la crosta rustica e la mollica alveolata per qualche giorno ancora.
Ma il tempo, l’umidità, il trasporto… erano nemici inesorabili. La bontà del pane di Matera, simbolo di una civiltà contadina millenaria, sfioriva appena oltre i confini della Murgia dopo pochi giorni.
“Non si trattava solo di cibo, ma di memoria, emozione, identità”, racconta oggi Gigi, con la voce rotta da un filo di commozione. “E ogni volta che vedevo la delusione negli occhi di chi tornava a casa deluso, sentivo che dovevamo trovare una soluzione.
”La risposta è arrivata grazie alla collaborazione con la Longlifeoxygen, azienda materana specializzata in tecnologie per la conservazione alimentare. Insieme, dopo anni di prove, tentativi, e infinite infornate di test, hanno messo a punto un sistema capace di far viaggiare il pane senza perdere la sua anima. Il segreto? Una cottura interrotta al momento perfetto, e poi la magia: il prodotto mantenuto a temperatura ambiente richiede solo pochi minuti in un semplice forno domestico, e il pane si risveglia. Croccante fuori, profumato, vivo. Come appena sfornato in un vicolo dei Sassi.
“Oggi – sorride Gigi – ogni turista potrà riassaporare Matera a casa sua, in qualsiasi parte del mondo. E non sarà solo un gusto: sarà un ritorno.
”L’iniziativa, già in fase di lancio, ha raccolto l’interesse di gastronomie, distributori e perfino ristoranti italiani all’estero. Un piccolo miracolo della tradizione che, grazie alla tenacia di uno chef e alla tecnologia di un’azienda del territorio, supera i limiti del tempo e dello spazio. Perché il pane di Matera non è solo da mangiare: è da ricordare. E ora, finalmente, da ritrovare.