In nota indirizzata, tra gli altri, al prefetto di Potenza, al presidente della Giunta regionale e al presidente del Consiglio regionale, la Cisl Fp Basilicata torna a denunciare con forza la mancata erogazione degli emolumenti relativi alla produttività e alla retribuzione di risultato per l’anno 2023 ai lavoratori della Regione Basilicata e degli enti sub-regionali. Lo stallo – spiegano Vincenzo Pernetti, Giovanni Sarli, Carlo Gilio, Benedetta Rago e Pietro Mastroluisi – deriva dal fatto che dal dicembre 2024 la Regione Basilicata e i suoi enti strumentali sono privi dell’Autorità regionale per la valutazione e il merito (ex OIV). L’assenza di questo organismo indipendente impedisce infatti il completamento degli adempimenti previsti dalla normativa per la corresponsione delle spettanze economiche dovute ai dipendenti. Secondo la Cisl Fp tale inadempienza ha prodotto un grave danno economico per i lavoratori, che attendono da oltre un anno somme già maturate a fronte di attività effettivamente svolte.
La Cisl Fp evidenzia che la situazione non riguarda solo l’annualità 2023, ma in alcuni enti sub-regionali risultano non corrisposti anche i premi di produttività degli anni precedenti, determinando così una situazione insostenibile e lesiva della dignità professionale dei lavoratori. Pertanto, prosegue lo stato di agitazione del personale e il blocco delle trattative quale forma di protesta nei confronti della Regione Basilicata, posizione ribadita anche alle elezioni per le Rsu del 14-15-16 aprile.
La Cisl Fp invoca l’intervento urgente del prefetto di Potenza affinché si sblocchi un’impasse che si sta trasformando in una vera e propria emergenza sociale in quanto la negazione di diritti retributivi acquisiti aggrava le condizioni di centinaia di lavoratori pubblici e delle loro famiglie. Per queste ragioni, la sigla sindacale annuncia il proprio supporto legale ai lavoratori che intendano avviare una class action per la tutela dei propri diritti e il riconoscimento delle spettanze non erogate, riservandosi inoltre di valutare ulteriori forme di mobilitazione a tutela della categoria.