Riportiamo di seguito la recensione di Paola Tassinari, scrittrice, poetessa e pittrice ravennate al libro “Vivendo, volando e scrivendo versi…” di Vito Coviello. Il libro può essere richiesto gratuitamente inviandone richiesta ad aciilpotenza@alice.it e si può ricevere gratis da www.aciilpotenza.webnode.it
Cosa ha Vito? Queste liriche-racconti di Vito Coviello sono scritte con animo fanciullesco, nonostante questo, vi è una vena malinconica per le perdute cose, per esempio la viola di campo che ha il colore intenso del cielo sereno, che profuma di primavera; Goethe, portava sempre con sé dei loro semi, diceva “…per diffondere la bellezza nel mondo…” che Vito non può più vedere, ma che semina ugualmente coi suoi versi. Malinconia per le perdute genti, il padre, la nonnina, le stelle cadenti e quelli del due novembre. Potrei chiamare queste 68 poesie, Lo spleen di Matera parafrasando l’opera di Charles Baudelaire (Lo spleen di Parigi, 50 poesie in prosa, scritti fra il 1855 ed il 1864). Lo spleen è caratterizzato da una profonda malinconia, ma anche di insoddisfazione e di noia e se a volte Vito può apparire un poco insoddisfatto, la noia no, la noia, l’accidia non sono proprie di Vito perché lui ha… cosa ha Vito? I ricordi nostalgici della sua giovinezza, la maestrina, gli amici, la panchina dove fiorì l’amore per la moglie che gli è accanto e che lo sostiene quanto l’altra sua amatissima Bruna. Stupisco del tuo amore verso di me, infinito ed incondizionato, moglie mia adorata. Stupisco del tuo amore, infinito ed incondizionato, verso di me e tutti noi, mio Signore adorato. Per me e per tutti noi sei morto e risorto. Dignus non sum, sed accipio. Vito usa diminutivi per gli eventi e le persone care del suo passato, Quelle candele facevano una luce tremolante e ballerina, che profumava di miele e di fiori, per i petali che la mia nonnina aggiungeva alla cera sciolta nel pentolino che metteva a bagnomaria, usa vezzeggiativi per farci intendere quanto erano belli, lo fa col linguaggio quasi di bimbo per catturarne il ricordo più autentico, ma quando scrive del padre, della moglie e soprattutto della sua grande Fede, usa toni alti, Degno non sono ma accetto e lo scrive in latino. Ma cosa ha Vito? Ha anche tanto dolore verso la sofferenza del mondo Voglio pregare per tutti quelli che, come me, ciechi, […] Voglio pregare per tutti quelli che, alla ricerca di una vita migliore e senza guerre oscene e fratricide, […] Prego per tutti quelli che sono morti attraversando confini, mari e deserti, alla ricerca di un porto sicuro. Voglio pregare per tutte le donne, i bambini, e tutti gli innocenti, a cui ogni minuto, in una assurda mattanza senza fine, viene strappata la vita, le loro speranze e i sogni di pace e tranquillità, nell’indifferenza di tanta gente, cosiddetta civile… Vito ha Fede, Vito ha un cuore grande, Vito sa che carità è amore di Dio è amore dritto e non torto, Vito sa che, Amore è amare e donare se stessi, e ancora amare, e ancora amare, perché dal nostro cuore sgorga un cristallino e purissimo fiume d’amore, che mai la cattiveria della gente potrà sporcare