Una ricca relazione frutto di studi di estrema importanza e novità di gran rilievo inerenti i temi caravaggeschi, quello che ha avuto luogo l’ 8 maggio nello splendido scenario della Sala Rari nella Biblioteca Nazionale di Napoli a Palazzo Reale.
La presentazione del romanzo “Caravaggio. Il Portale per arrivare a Dio” (Armando Curcio Editore), di Antonello Di Pinto, studioso di elevata caratura, è stata una ripresa in grande stile degli Studi Caravaggeschi, del genio lombardo e della sua vicenda esistenziale.
Rimarcabile anche dal punto di vista organizzativo, grazie alla fattiva collaborazione della direttrice della Biblioteca Silvia Scipioni e alla cura e massima attenzione del dottor Stefano Colucci, presidente della XVII commissione cultura intergruppo parlamentare per lo sviluppo del sud.
Quella del prof. Di Pinto è una relazione che procede per immagini e sensazioni.
Un’ ora di lectio magistralis che ha fatto percepire la presenza del pittore lombardo, di Michelangelo Merisi divenuto poi Caravaggio, nella magnificenza di questa cornice, contenitore aureo di storie dell’antichità.
Delicato e modo spiccatamente empatico di narrazione quello del professore, che ha permesso agli astanti di sentire affanni e fatiche dell’ uomo Caravaggio. Un uomo intento alla ricerca di Dio, non nella luce o in un immaginario celeste, come all’ epoca la Chiesa richiedeva, ma nel buio, nei vicoli, nelle taverne, nei volti di dolore e di tormenti o addirittura in una creatura, nello specifico gli occhi di un cane, come una volta, si narra, il pittore dichiarò.
Un artista che negli anni aveva imparato a togliere più che aggiungere, per poter dare spazio al vero, all’ essenziale, permettendo a chi guardasse le sue opere di arrivare in un sol sguardo al messaggio diretto, crudo, violento della realtà.
Un quadro realistico e immersivo di grande sensibilità, che coglie fragilità e le vulnerabilità di uno dei più grandi artisti della storia dell’arte, rendendolo profondamente umano.
Si è concluso inoltre con un “coup de théâtre”, la presentazione di un’ ambizioso progetto ” Caravaggio io ti troverò”.
La commissione, il professore e molti studiosi, tra cui anche il professor Michele Cuppone, ricercatore esperto di Caravaggio, sono sicuri che la città di Napoli conservi ancora le tre tele del Caravaggio, quelle tele commissionate da Alfonso Fenaroli per La Cappella Fenaroli, ubicata nella Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi in via Monteoliveto, salendo verso via Toledo, all’angolo di via Tommaso Senise. Nel 1805 un terremoto ha distrutto la Cappella e probabilmente anche questi dipinti che rappresentavano la Resurrezione di Cristo e altre scene bibliche, ma non vi è alcuna assoluta certezza.
Stretta, dulcis in fundo, la partnership con la biblioteca nazionale la cui ricerca bibliografica sarà un incipit imprescindibile per questa ricerca.
Così il professore Di Pinto che il 17 marzo del 2021 a Madrid, presso la Casa D’Aste Ansorena, ha rinvenuto l’Ecce Homo, un’opera inedita di Caravaggio, erroneamente attribuita al Circolo del Ribera, ci coinvolgerà in un’ altra avvincente ricerca che appassionerà studiosi caravaggeschi, accademie, esperti e conoscitori d’ arte.
Hanno interagito ospiti di spicco come Luigi De Falco ex assessore all’ urbanistica e presidente dell’ Associazione Italia Nostra, Michela Colucci della XVII commissione cultura e personalità del Vulture Melfese, casa del professor Di Pinto, l’ assessore alla cultura ed ex presidente Club del Vulture UNESCO, Rossella Centrone, il giovane talentuoso Savino Pallottino vincitore del Certamen Oraziano, studioso del Pontificium Institutum Altioris Tantissimissimo e allievo dell’ Accademia Vivarium Novum e la redazione di Infovulture nella persona di Anna Maria Gallo.