Papa Francesco è morto. Il Pontefice si è spento all’età di 88 anni alle 7,35 di lunedì 21 aprile a Casa Santa Marta, dove era stato trasferito dopo il ricovero all’ospedale Gemelli. Nel giorno della Santa Pasqua aveva desiderato partecipare alle celebrazioni della messa e si era affacciato alla loggia di San Pietro per la benedizione Urbi et Orbi. Poi il giro in papamobile tra la folla per salutare i fedeli.
Il 25 settembre 2022 Papa Francesco aveva visitato la città di Matera nella cerimonia organizzata allo stadio XXI Settembre-Franco Salerno.
Intorno alle 9.45 il Cardinale Farrell ha annunciato con dolore la morte di Papa Francesco con questa dichiarazione:
“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco.
Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa.
Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino.”
La disposizione di Papa Francesco per i suoi funerali: “Ho disposto di essere vegliato e sepolto con dignità, come per qualsiasi altro cristiano, e non con una salma esposta su cuscini per giorni. Secondo me, il rituale attuale era troppo caricato. Che si faccia una sola veglia e con il Papa già dentro la bara, come avviene in tutte le famiglie. Ho parlato con il maestro di ceremonie e abbiamo eliminato questo e molte altre cose. Sto rivedendo il rituale in modo che i Papi siano sepolti come qualsiasi figlio della Chiesa”.
Un funerale più sobrio, dunque, per l’ultimo saluto a Papa Francesco. È stato lui stesso nella seconda edizione dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, approvata il 29 aprile 2024, ad aver chiesto di cambiare il protocollo.
Una svolta rispetto alla tradizione secolare della Chiesa cattolica. Le nuove disposizioni vogliono rendere le esequie dei Papi più semplici, sobrie e in sintonia con la spiritualità evangelica.
Tradizionalmente il decesso del Papa veniva accertato all’interno della sua camera da letto.
Con la riforma, questa verifica avverrà invece nella cappella privata, sottolineando il carattere spirituale e liturgico del passaggio all’eternità. Dopo la constatazione della morte, il corpo del Pontefice sarà vestito con le vesti liturgiche semplici, senza orpelli particolari, in continuità con il messaggio di umiltà e servizio che ha caratterizzato il pontificato di Francesco.
Tradizionalmente i funerali papali seguivano un rituale ben preciso. Dopo la morte del Papa, il corpo veniva esposto nella Cappella Sistina per la constatazione ufficiale del decesso da parte del Camerlengo e poi trasferito nella Basilica di San Pietro, dove veniva deposto su un catafalco sollevato, in modo che i fedeli potessero rendergli omaggio. La sepoltura avveniva in tre bare: la prima di cipresso, sigillata con corde di seta, poi inserita in una bara di piombo, ermeticamente sigillata con saldatura, infine collocata in un’ultima bara di rovere o di noce. Il Papa veniva sepolto sotto l’altare della Basilica di San Pietro o in una delle cripte vaticane.
Con la riforma introdotta da Francesco, il funerale subirà diversi cambiamenti. Il corpo non verrà più esposto su un catafalco ma direttamente all’interno di una semplice bara di legno, che avrà al suo interno un rivestimento in zinco. Questo elimina il rito delle tre bare, riducendo il simbolismo che vedeva nella tripla sepoltura un segno della protezione della Chiesa e della memoria eterna del Pontefice.
Anche l’uso di titoli solenni è stato rivisto: durante il funerale e nei documenti ufficiali si eviteranno espressioni più formali come “Sommo Pontefice della Santa Chiesa Universale” e si privilegeranno titoli più sobri, come “Vescovo di Roma” o “Successore di Pietro”. Questa scelta riflette la visione ecclesiologica di Papa Francesco, che ha sempre insistito sul primato della missione pastorale del Pontefice rispetto agli aspetti istituzionali e politici del suo ruolo.
Un altro aspetto innovativo riguarda la possibilità di scegliere la sepoltura al di fuori del Vaticano. Storicamente, quasi tutti i Papi sono stati sepolti nelle Grotte Vaticane sotto la Basilica di San Pietro, con alcune eccezioni nei secoli passati. Papa Francesco ha espresso il desiderio di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, una delle quattro basiliche papali di Roma, alla quale è particolarmente legato. Questa scelta sottolinea ulteriormente il suo desiderio di distaccarsi da una visione istituzionale del papato, mettendo al centro il ruolo pastorale del Pontefice.
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Biografia Papa Francesco
Il primo Papa giunto dalle Americhe è il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, arcivescovo di Buenos Aires dal 1998. È una figura di spicco dell’intero continente e un pastore semplice e molto amato nella sua diocesi, che ha girato in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus.
«La mia gente è povera e io sono uno di loro», ha detto una volta per spiegare la scelta di abitare in un appartamento e di prepararsi la cena da solo. Ai suoi preti ha sempre raccomandato misericordia, coraggio e porte aperte. La cosa peggiore che possa accadere nella Chiesa, ha spiegato in alcune circostanze, «è quella che de Lubac chiama mondanità spirituale», che significa «mettere al centro se stessi». E quando cita la giustizia sociale, invita a riprendere in mano il catechismo, i dieci comandamenti e le beatitudini. Nonostante il carattere schivo è divenuto un punto di riferimento per le sue prese di posizione durante la crisi economica che ha sconvolto il Paese nel 2001.
Nella capitale argentina nasce il 17 dicembre 1936, figlio di emigranti piemontesi: suo padre Mario fa il ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupa della casa e dell’educazione dei cinque figli.
Diplomatosi come tecnico chimico, sceglie poi la strada del sacerdozio entrando nel seminario diocesano. L’11 marzo 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù. Completa gli studi umanistici in Cile e nel 1963, tornato in Argentina, si laurea in filosofia al collegio San Giuseppe a San Miguel. Fra il 1964 e il 1965 è professore di letteratura e psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fé e nel 1966 insegna le stesse materie nel collegio del Salvatore a Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 studia teologia laureandosi sempre al collegio San Giuseppe.
Il 13 dicembre 1969 è ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Prosegue quindi la preparazione tra il 1970 e il 1971 in Spagna, e il 22 aprile 1973 emette la professione perpetua nei gesuiti. Di nuovo in Argentina, è maestro di novizi a Villa Barilari a San Miguel, professore presso la facoltà di teologia, consultore della provincia della Compagnia di Gesù e rettore del Collegio.
Il 31 luglio 1973 viene nominato provinciale dei gesuiti dell’Argentina. Sei anni dopo riprende il lavoro nel campo universitario e, tra il 1980 e il 1986, è di nuovo rettore del collegio di San Giuseppe, oltre che parroco ancora a San Miguel. Nel marzo 1986 va in Germania per ultimare la tesi dottorale; quindi i superiori lo inviano nel collegio del Salvatore a Buenos Aires e poi nella chiesa della Compagnia nella città di Cordoba, come direttore spirituale e confessore.
È il cardinale Quarracino a volerlo come suo stretto collaboratore a Buenos Aires. Così il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno riceve nella cattedrale l’ordinazione episcopale proprio dal cardinale. Come motto sceglie Miserando atque eligendo e nello stemma inserisce il cristogramma ihs, simbolo della Compagnia di Gesù. È subito nominato vicario episcopale della zona Flores e il 21 dicembre 1993 diviene vicario generale. Nessuna sorpresa dunque quando, il 3 giugno 1997, è promosso arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Passati neppure nove mesi, alla morte del cardinale Quarracino gli succede, il 28 febbraio 1998, come arcivescovo, primate di Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel Paese, gran cancelliere dell’Università Cattolica.
Nel Concistoro del 21 febbraio 2001, Giovanni Paolo II lo crea cardinale, del titolo di san Roberto Bellarmino. Nell’ottobre 2001 è nominato relatore generale aggiunto alla decima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, dedicata al ministero episcopale. Intanto in America latina la sua figura diventa sempre più popolare. Nel 2002 declina la nomina a presidente della Conferenza episcopale argentina, ma tre anni dopo viene eletto e poi riconfermato per un altro triennio nel 2008. Intanto, nell’aprile 2005, partecipa al conclave in cui è eletto Benedetto XVI.
Come arcivescovo di Buenos Aires — tre milioni di abitanti — pensa a un progetto missionario incentrato sulla comunione e sull’evangelizzazione. Quattro gli obiettivi principali: comunità aperte e fraterne; protagonismo di un laicato consapevole; evangelizzazione rivolta a ogni abitante della città; assistenza ai poveri e ai malati. Invita preti e laici a lavorare insieme. Nel settembre 2009 lancia a livello nazionale la campagna di solidarietà per il bicentenario dell’indipendenza del Paese: duecento opere di carità da realizzare entro il 2016. E, in chiave continentale, nutre forti speranze sull’onda del messaggio della Conferenza di Aparecida nel 2007, fino a definirlo «l’Evangelii nuntiandi dell’America Latina».
Viene eletto Sommo Pontefice il 13 marzo 2013.
Dopo 12 anni di Pontificato Papa Francesco è morto a Roma il 21 aprile 2025.
Grazie Papa Francesco per la tua testimonianza di amore a Dio e all’uomo. Hai incarnato il Vangelo in questo nostro tempo difficile hai acceso domande, hai segnato per la Chiesa vie di Speranza. Gesù ti abbraccia e ti sorride come tu hai fatto fino a ieri giorno di Pasqua stringendo le mani a bambini e fedeli. Hai voluto manifestare fino alla fine il cuore del tuo pontificato: la vicinanza alla gente, eliminando barriere formali e istituzionali. Ci hai ricordato che il Vangelo è tendere la mano all’uomo ferito e che la Chiesa è più bella quando riconosce e accoglie questa prossimità. Rimarrà il tuo magistero di amore evangelico e di fratellanza universale che spezza l’odio e l’indifferenza e chiede all’uomo del nostro tempo un patto nuovo con il creato nostra comune abitazione. Preghiamo per te tu ora prega per noi.
Addio a Bergoglio: un grande Papa
Ho appreso con sincera commozione la notizia della scomparsa di Papa Francesco. Ho avuto il privilegio di incontrarlo e parlare con lui, e conservo di quell’incontro il ricordo di una persona autentica, capace di ascolto, vicina agli ultimi e profondamente umana.
Il suo impegno instancabile per la dignità delle persone, per il dialogo, per la giustizia sociale e la pace ha lasciato un segno profondo nel nostro tempo.
La sua voce ha saputo farsi sentire là dove spesso regna il silenzio, e il suo esempio continuerà a ispirare chi crede in un mondo più giusto e solidale.
La Uilm Basilicata esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco, figura simbolica di umanità, giustizia e vicinanza agli ultimi.
Con il suo pontificato, Jorge Mario Bergoglio ha saputo parlare al cuore delle persone, credenti e non, offrendo una visione della Chiesa aperta, inclusiva e solidale. Il suo impegno per la pace, il lavoro dignitoso, la tutela dell’ambiente e la lotta alle disuguaglianze resterà un’eredità preziosa per l’umanità intera.
In questo momento di dolore, ci stringiamo alla comunità cattolica e a tutti coloro che si sono riconosciuti nei valori che Papa Francesco ha incarnato con coraggio e umiltà.
Il legame della Basilicata con Papa Francesco è stato intenso e si è consolidato intorno alla devozione per la Madonna Nera di Viggiano, protettrice della Basilicata. La partecipazione del Pontefice a Matera a fine settembre del 2022 al 27esimo congresso eucaristico nazionale è sicuramente l’ultimo ricordo che conserveremo nella nostra memoria. Soprattutto la scelta di quel congresso eucaristico di mettere al centro il pane, che si trasforma in Cristo nella Messa, è stata strettamente legata alla città di Matera, la città del pane. L’affetto del popolo lucano per Papa Francesco per le sue condizioni di salute si è rivelato diffuso nelle ultime settimane con la preghiera e i numerosi messaggi, insieme alle iniziative promosse della Conferenza Episcopale Lucana con la preghiera nelle parrocchie”
Si è spento Papa Francesco, cordoglio Vincenzo Tortorelli (Uil)
“Un uomo che ha segnato la storia con la forza della semplicità e del Vangelo.
Oggi il mondo saluta Papa Francesco, un Pontefice che ha saputo parlare al cuore di tutti, credenti e non credenti, con gesti autentici e parole che resteranno nella coscienza collettiva.
Ho avuto la fortuna di incontrarlo da vicino il giorno dell’Immacolata, a Roma, mentre ero con la mia famiglia. Quel momento, che ho voluto fermare in un video, è stato per me una vera benedizione. Un ricordo che custodisco con profonda gratitudine.
Papa Francesco è stato la voce degli ultimi, dei poveri, degli esclusi. Ma è stato anche la voce dei lavoratori, richiamando con forza la dignità del lavoro, la giustizia sociale, e la necessità di difendere la vita sui luoghi di lavoro.
Più volte ha denunciato il dramma delle morti sul lavoro , definendole una ferita profonda per l’intera società. Ha indicato con chiarezza la strada della responsabilità, della tutela, della sicurezza come valori fondamentali e irrinunciabili.
Il suo magistero ci lascia un’eredità viva: costruire un mondo più giusto, dove il lavoro non sia sfruttamento ma strumento di libertà e dignità.
Grazie di cuore, Papa Francesco”.
Si è spento Papa Francesco, cordoglio Marcello Pittella, presidente Consiglio regionale della Basilicata: “Lascia un segno indelebile”
Il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata evidenzia il suo impegno per la pace e la giustizia sociale. “Ha rappresentato una figura di straordinaria importanza per la Chiesa e per il dialogo tra i popoli e le religioni “È con profondo dolore e sincera commozione che esprimo il mio cordoglio per la scomparsa di Sua Santità Papa Francesco, guida spirituale che ha saputo testimoniare con umiltà e coraggio i valori più autentici del messaggio cristiano. A nome mio e del Consiglio regionale della Basilicata, esprimo il più sincero cordoglio per questa gravissima perdita che colpisce non solo il mondo cattolico, ma l’umanità intera”. Così il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Marcello Pittella che evidenzia: “Papa Francesco ha rappresentato una figura di straordinaria importanza per la Chiesa e per il dialogo tra i popoli e le religioni. La sua attenzione verso gli ultimi, il suo impegno per la pace e la giustizia sociale, la sua capacità di parlare al cuore delle persone con semplicità e autenticità resteranno un’eredità preziosa per tutti noi”. “La Basilicata – sottolinea Pittella – conserva nel cuore il ricordo della sua visita nella nostra terra, un momento di grande gioia e spiritualità che ha lasciato un segno indelebile nelle nostre comunità”. “In questo momento di profondo dolore, ci uniamo in preghiera alla Chiesa universale e a tutti coloro che – conclude il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata – hanno amato e seguito gli insegnamenti di Papa Francesco, certi che il suo esempio continuerà a illuminare il cammino dell’umanità verso un futuro di maggiore fraternità e pace”.
Cordoglio della Conferenza Episcopale di Basilicata per la morte del Santo Padre Papa Francesco
“O Dio, che dai la giusta ricompensa agli operai del Vangelo,
accogli nel tuo regno il tuo servo, il Santo Padre, Papa Francesco,
che hai costituito successore di Pietro e pastore della tua Chiesa,
e donagli la gioia di contemplare in eterno
i misteri della grazia e della misericordia
che sulla terra ha fedelmente dispensato al tuo popolo”.
L’ Episcopato lucano e gli amministratori diocesani addolorati per la morte del Sommo Pontefice – pastore di grande fede e misericordia, Papa Francesco – invitano le comunità ecclesiali di Basilicata a riunirsi in preghiera di suffragio per il Santo Padre Papa Francesco.
I Vescovi di Basilicata e gli Amministratori diocesani, mentre ringraziano la Divina Provvidenza per il dono di un Pontefice vero discepolo di Cristo Gesù, innamorato appassionato del Vangelo, servitore instancabile della Chiesa e difensore profetico dei poveri, lo affidano al Dio ricco di misericordia.
Messaggio della Diocesi di Matera-Irsina per la morte di Papa Francesco
“Quando la speranza si spegne e sentiamo in noi la solitudine del cuore, la stanchezza interiore, il tormento del peccato, la paura di non farcela, torniamo ancora al gusto del pane. Tutti siamo peccatori: ognuno di noi porta i propri peccati. Ma, peccatori, torniamo al gusto dell’Eucaristia, al gusto del pane. Torniamo a Gesù, adoriamo Gesù, accogliamo Gesù. Perché Lui è l’unico che vince la morte e sempre rinnova la nostra vita”.
Sono le ultime parole dell’omelia di papa Francesco alla messa conclusiva del Congresso Eucaristico Nazionale di Matera (25 settembre 2022).
Parole che per tutta la nostra chiesa possono essere un’eredità da accogliere.
Certi che la vittoria sulla morte trionferà ora anche nella vita del Santo Padre, per lui pregheremo e a lui ci affideremo con speranza per intercedere grazie e benedizioni su tutta la nostra comunità diocesana.
Don Angelo Gioia, Amministratore diocesano
Il Collegio dei Consultori, della Diocesi di Matera-Irsina
Il cordoglio del Vice Presidente del Consiglio Regionale Angelo Chiorazzo per la scomparsa di Papa Francesco
“Nel giorno del Lunedì dell’Angelo, ci uniamo con commozione al dolore del mondo intero per la scomparsa di Papa Francesco, tornato alla Casa del Padre.” Lo dichiara il Vice Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata, Angelo Chiorazzo, esprimendo profondo cordoglio per la morte del Pontefice.
“Papa Francesco è stato una carezza di Dio, un autentico testimone di fede, di umanità e di speranza . La sua voce – prosegue Chiorazzo – ha saputo parlare al cuore di credenti e non credenti, richiamandoci costantemente alla tenerezza, alla giustizia, alla pace. Con forza e dolcezza ci ha insegnato il valore di sentirci “Fratelli tutti”, come fondamento per una società più giusta, solidale e umana. E ci ha lasciato un’eredità preziosa: l’attenzione costante verso i più poveri e i più bisognosi. Ha avuto il coraggio – conclude il Vice Presidente Chiorazzo – di ricordarci che il mondo è una Casa Comune, da abitare insieme con rispetto, amore e cura”.
Morte Papa Francesco, Consigliere regionale Michele Casino: vivere nell’esempio di Papa Francesco.
Nel pieno clima dell’annuncio della Pasqua, oggi, Lunedì dell’Angelo, Papa Francesco è nato alla vita eterna. Pur vivendo nella fede e nella consapevolezza dell’annuncio della vittoria di Cristo sulla morte, non possiamo non riconoscere che siamo rattristati e addolorati.
In questi anni di pontificato il suo magistero è stato illuminato da tutto ciò che faceva: gesti, attenzioni, vicinanza verso tutti. Un grande padre che non ha mai trascurato nessuno. Ogni cosa è stata vissuta pienamente e consapevolmente fino al termine della sua esistenza terrena, proprio nel giorno di Pasqua. Ha condiviso con l’umanità intera quell’ultimo atto della gioia pasquale attraverso la Benedizione Urbi et Orbi invocando la pace su tutta la terra. In quest’ultimo gesto è racchiuso tutto il suo ministero petrino: una benedizione di Dio per la Chiesa e il mondo intero.
Sicuramente ognuno di noi ha dei ricordi da raccontare o da ascoltare, ma in questo momento una preghiera corale di ringraziamento sale a Dio per averci dato un pastore come Papa Francesco, punto di riferimento per i cattolici, i cristiani e non, ma anche per quanti si professano atei. Ognuno riconosce con quanto amore, determinazione e attenzione si è reso vicino a questa nostra umanità, spesso disorientata, spaventata e rassegnata, annunciando che “la speranza (Gesù) non delude”. Innamorato di Cristo, della Madonna, della Chiesa, degli uomini, specialmente degli ultimi, degli “scartati”.
“Fratelli e sorelle, sogniamo. Sogniamo una Chiesa così: una Chiesa eucaristica. Fatta di donne e uomini che si spezzano come pane per tutti coloro che masticano la solitudine e la povertà, per coloro che sono affamati di tenerezza e di compassione, per coloro la cui vita si sta sbriciolando perché è venuto a mancare il lievito buono della speranza. Una Chiesa che si inginocchia davanti all’Eucaristia e adora con stupore il Signore presente nel pane; ma che sa anche piegarsi con compassione e tenerezza dinanzi alle ferite di chi soffre, sollevando i poveri, asciugando le lacrime di chi soffre, facendosi pane di speranza e di gioia per tutti. Perché non c’è un vero culto eucaristico senza compassione per i tanti “Lazzaro” che anche oggi ci camminano accanto. Tanti!”. E’ un passaggio dell’omelia di Papa Francesco durante la S. Messa che concludeva il XXVII Congresso Eucaristico a Matera.
Mi pare di cogliere in questo brano una sintesi di tutto il suo magistero. L’attenzione a tutti, ad ogni uomo perché persona e non numero, piagato nel corpo e nello spirito. Una Chiesa eucaristica capace di celebrare l’Eucaristia ma soprattutto di vivere l’Eucaristia nella quotidianità, diversamente resterebbe ritualismo, soddisfazione di un precetto che non incide nella vita, nei rapporti con l’umanità.
Per Matera e la Basilicata sarà difficile dimenticare quel 25 settembre 2022! La presenza di Papa Francesco nella città dei Sassi ha illuminato ognuno e tutti di quella luce divina che ha penetrato in profondità il cuore della gente. Giorni che hanno visto la presenza delle delegazioni diocesane d’Italia, di centinaia di sacerdoti, di consacrate e di un centinaio tra vescovi e cardinali. Come dimenticare il suo sorriso distribuito a tutti, lo sguardo orante davanti all’immagine della Madonna della Bruna, la gioia di entrare nella mensa della fraternità “D. Giovanni Mele” e benedirla, il suo saluto finale a me personalmente che mi commosse e sorprese!
Papa Francesco ci ha mostrato fino all’ultimo momento di cercare e di stare accanto a tutti. È morto a conclusione della Pasqua, giorno dell’annuncio della vittoria di Cristo sulla morte, su ogni tipo di morte. È un segno profetico che, leggendolo nell’ottica della fede, lo cogliamo come premio che Dio riserva a chi gli è particolarmente caro.
Nei diversi colloqui avuti con lui si è mostrato sempre padre, capace di ascoltare, condividere, dialogare, incoraggiare. Più volte mi ha detto: “Vai avanti così. Non fermarti”. Mi ha sempre impressionato che mi conosceva e si ricordava anche di piccoli particolari. Ricordo che un giorno a S. Marta, mentre ci servivamo per pranzare mi disse: “Mi saluti sua sorella Sara”. Rimasi senza parole e meravigliato che si ricordasse nonostante l’avesse vista solo una volta.
Invito tutti a ringraziare insieme a me il Signore perché ha dato alla Chiesa e all’umanità intera, attraverso Papa Francesco, un padre premuroso, un maestro di vita attento, un instancabile operatore di pace, un amante della vita, della terra, nostra casa comune, un Pontefice fedele al Vangelo e al magistero della Chiesa, dalla parresia profetica, con lo sguardo proteso lontano, laddove i miopi non sono in grado di vedere perché rinchiusi e prigionieri dei loro stessi schemi.
Papa Francesco, grazie di tutto. Riposa in pace. Amen.
+ Don Pino, Arcivescovo-Vescovo
“Con profonda commozione e reverente rispetto, mi unisco al cordoglio universale per la scomparsa del Santo Padre, guida spirituale dell’umanità, voce profetica di pace e fratellanza tra i popoli”. Lo dichiara il il Consigliere regionale di Forza Italia, Gianuario Aliandro.
“La morte del Papa – afferma il Consigliere – segna un momento di grande tristezza per la Chiesa e per tutti coloro che hanno trovato in lui un riferimento di speranza, umiltà e verità. Il suo messaggio, sempre rivolto alla costruzione della pace, alla giustizia sociale e alla dignità umana, continuerà a risuonare nel cuore dei fedeli e dei laici, come una luce nel cammino dell’umanità. Il Papa ha saputo parlare anche alla Basilicata, una terra che ha sempre guardato con attenzione e affetto, apprezzandone la spiritualità profonda, la laboriosità della sua gente, e il senso di accoglienza autentica che caratterizza le comunità lucane. Le sue parole sono arrivate più volte anche qui, tra i nostri borghi e le nostre chiese, rafforzando il legame tra la nostra Regione e il magistero della Chiesa”.
“Mi sento vicino all’intera comunità ecclesiale, al Collegio dei Cardinali, e ai milioni di credenti nel mondo – conclude l’esponente di FI – ricordando la memoria di un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia spirituale del nostro tempo.”
Poste Italiane esprime profondo dolore per la morte di Papa Francesco
Poste Italiane esprime profondo dolore per la morte di Papa Francesco, uomo di pace sempre vicino ai più deboli.
Lo ricordiamo per la tenacia e dedizione con cui ha servito la Chiesa anche nella sofferenza. Papa Francesco sarà per sempre un esempio per l’Italia e il mondo intero, cui guardare con profonda gratitudine.
Poste Italiane desidera esprimere vicinanza e affetto anche alla famiglia di Poste Vaticane con cui ha avuto il privilegio di condividere iniziative al servizio della comunità cattolica.
Morte Papa Francesco, Giordano (Ugl Matera):”La povertà si combatte con il lavoro”
“Da Matera vogliamo ricordarlo quando il 25 settembre 2022 in 15mila fedeli abbracciammo Papa Francesco, Vescovo di Roma che raggiunse la città dei Sassi in auto a bordo della sua nota Fiat 500 L. Un evento indelebile che rimarrà per sempre scolpito nei nostri cuor come rimarrà impresso uno dei suoi messaggi: la mia gente è povera e io sono uno di loro”.
Con profondo cordoglio Pino Giordano, Segretario territoriale dell’Ugl Matera a nome di tutta la confederazione provinciale si stringe attorno alla chiesa in queste ore per la scomparsa di Papa Francesco. “Ci sono momenti nei quali è necessario affidarsi al Signore e questo è, uno di questi momenti dove dal nostro territorio dobbiamo pregare per la morte di Papa Francesco. La sua morte – dice Giordano – ci addolora ed intristisce, come i discepoli di Emmaus che, però, nel loro cammino hanno incontrato il Signore Risorto che li ha consolati e rincuorati. Papa Francesco è stato un punto di riferimento importante, una guida spirituale che ha toccato il cuore di persone che quel giorno a Matera abbiamo avuto l’onore di vederlo di persona. Il lavoro, tema sempre e molto a cuore a Bergoglio tant’è che qualcuno lo chiamava il Papa sindacalista, ma la vera ispirazione di Francesco è sempre stata il Vangelo. È da questa prospettiva che il Papa anche con la sua venuta a Matera guardava ai problemi sociali, ai giovani abbandonati alla precarietà, ai tanti morti sul lavoro, agli anziani trattenuti troppo a lungo al lavoro per pagarsi una pensione spesso non dignitosa, ai migranti che rischiano la vita per trovare un luogo in cui costruire un avvenire per sé e le proprie famiglie e a tutt’oggi faticano a trovare accoglienza. Papa Francesco a noi tutti ha insegnato che da sindacalisti dobbiamo collocare la nostra riflessione sul lavoro e la nostra azione a favore delle donne e degli uomini che lavorano. Non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità diceva Francesco. E ancora: Il lavoro è sacro, dà dignità all’uomo. Chi lo toglie o lo sfrutta commette un peccato gravissimo. Per noi sindacalisti – conclude Giordano – tutto ciò dovrà essere di insegnamento nella memoria perenne di Papa Francesco. Il nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare”.