Impianti FER, soldi ai Comuni, Consigliere regionale Lacorazza: la compensazione non è automatica. Di seguito la nota integrale.
È oggetto di notizia la possibilità di eventuali compensazioni per i comuni che non hanno impianti FER (Fonti Energia Rinnovabili) ma che sono attraversati da reti e connessioni di vario genere. Così come credo che anche gli stessi territori su cui insistono pale e pannelli dovrebbero essere maggiormente ristorati.
Ma il tema non è semplice e di diretta applicazione: non vale il principio delle royalties come il petrolio.
E poi la norma oggetto di modifica in Consiglio regionale è vecchia di 13 anni (L.R. 8/2012); e di acqua ne è passata sotto i ponti.
Infatti è necessario un rapido adeguamento normativo a partire dal dlgs. 190/2024, recante la disciplina dei regimi amministrativi per la produzione di energia rinnovabile, entrato in vigore il 30 dicembre 2024 e da recepire entro sei mesi.
Tradotto si vorrebbe agire su una norma vecchia di 13 anni quando si dovrebbe adeguarla entro il prossimo giugno.
Cosi come sarebbe il caso di definire le aree idonee e di evitare di prendere la questione solo dal punto di vista dei soldi e non anche, direi soprattutto, dal valore del paesaggio.
E quindi è del tutto evidente che la strada è quella indicata dall’ordine del giorno che su nostra proposta è stato approvato all’unanimità in Consiglio regionale che assume il tema potenziale di maggiori “compensazioni” ma nell’ambito della legittimità costituzionale, del Piano Paesaggistico, l’adeguamento a norme nazionali e ad un nuovo Piano energetico.
Per essere chiari sugli impianti F.E.R. non ci sono royalties ma strumenti che possano tutelare maggiormente il paesaggio, farne crescere il valore e la tutela; la conseguenza potrebbe determinare anche eventuali e maggiori compensazioni.
Altrimenti si rischia di non conseguire l’obiettivo o di accontentarsi di un piatto di lenticchie non commisurati agli investimenti.
Infine le risposte ai comuni vanno date in maniera più efficace ed immediata: per esempio mettendo più soldi sul Fondo Univo per le Autonomie Locali (F.U.A.L.) fermo ad 8 milioni di euro, e ce ne vorrebbero almeno 4 in più.