Primo Maggio, riflessioni di Margherita Perretti, Presidente Commissione Regionale Pari Opportunità. Di seguito la nota integrale.
Negli ultimi due anni le nostre esistenze sono state fortemente condizionate dall’emergenza pandemica, che ha stravolto tanti assetti precostituiti, a cominciare da quelli lavorativi.
Questo primo maggio 2022 si presenta con un orizzonte ancora più complesso: pandemia sotto controllo ma ancora persistente, accompagnata da una guerra alle porte di casa nostra, e da un incremento generalizzato dei prezzi dell’energia, carburanti e materie prime, che già dispiega i suoi effetti negativi sulla nostra quotidianità, con un +6,2% di inflazione registrato nel mese di aprile. Certo, abbiamo le risorse del PNRR che rappresentano un volano incredibile ed un grande investimento sul capitale umano, per poter finalmente superare i grandi divari, di genere, generazionali e territoriali.
Questo lo scenario in cui si colloca una Basilicata che, insieme alle altre regioni del Mezzogiorno, è tra le ultime in Europa come tasso di occupazione generale (circa 45%) e femminile (35%), per non parlare nei NEET, del grave spopolamento della regione e della denatalità.
Certamente non possiamo più permetterci di mantenere inutilizzato quel prezioso serbatoio di capitale umano rappresentato dalle donne, oltre che per ragioni di diritto ed equità sociale, per motivi economici, rappresentando una perdita in termini di PIL.
Il PNRR prevede misure dirette ed indirette a favore dell’occupazione femminile, dal fondo per l’imprenditoria femminile, alla certificazione di parità, alle risorse per gli asili nido, a cui si aggiungono il gender procurement e la riforma dei congedi parentali prevista dal Family Act, strumenti resi più efficaci dal principio, a monte, della trasversalità delle politiche di genere. Ma che, per funzionare, devono rientrare in una programmazione di sviluppo economico e sociale che si basi sulla volontà politica di un effettivo cambiamento, a cui devono partecipare tutti gli stakeholders, istituzioni e parti sociali, facendo un lavoro di squadra che si fondi una collaborazione pubblico-privato. Altrimenti la parità di genere rischia di essere solo un brand, una moda, una semplice pennellata di rosa, per gli americani “pink washing”.
L’immobilismo della Basilicata dura da troppo tempo, e occorre ripartire immediatamente proprio dal fattore lavoro, che significa competenze, sicurezza, legalità, welfare e sostenibilità sociale, ma anche politiche attive e riallineamento della domanda e dell’offerta all’interno di un mercato che deve essere dinamico e funzionale.
Le donne e gli uomini di questa regione meritano un lavoro di qualità, basato sulle competenze, che a sua volta possa diventare attrattore di nuova occupazione e capitale umano e diventi motore di sviluppo economico e sociale.