Solo alcuni giorni fa abbiamo celebrato l’80° anniversario della Liberazione, uno dei momenti fondanti della nostra storia, che ci ricorda il valore dell’impegno, del coraggio, dell’adesione a un’idea, della coerenza con noi stessi.
Ricordiamo tutti, specialmente i lavoratori più anziani, gli effetti delle politiche unitarie degli anni ’70 e ’80, che condussero alla conquista dello Statuto dei lavoratori, all’eliminazione delle gabbie salariali e alla parità di salario tra uomini e donne.
Pur nella diversità dei tempi, purtroppo oggi constatiamo che non è diminuita la legittima richiesta dei lavoratori a essere protetti, a essere tutelati, ad avere un lavoro stabile e sicuro.
Come conferma costantemente l’attualità, le condizioni di vita dei lavoratori non migliorano; al contrario, aumenta la povertà; la precarietà e lo sfruttamento sono diventate le priorità di un capitalismo guerrafondaio e feroce nella ricerca del profitto e nella compressione dei diritti civili.
In questo clima di frammentazione sociale, il nostro compito deve essere allora quello di costruire una fase nuova e più avanzata di condivisione e di solidarietà, per ottenere una vera stabilità occupazionale in un contesto universale di diritti. Fondamentale è in questo senso il pieno sostegno ai Referendum dell’8 e 9 giugno, con cui avremo tutti la possibilità di cambiare in meglio il nostro Paese.
Riferendoci in particolar modo alla Basilicata, e nel solco dei valori della Costituzione che pone il lavoro come elemento centrale della Repubblica, spetta a noi costruire un fronte democratico e antifascista, per sottrarre il nostro territorio a un ulteriore declino, se non al dissolvimento.
Occorre riempire gli spazi della politica, le piazze, i presidi, i luoghi di confronto che rischiano altrimenti di diventare deserti. Occorre tutto il nostro impegno per fermare la deriva di destra e l’aggravamento delle condizioni di lavoro, di reddito, di precarietà. Per chiedere il rispetto e la piena attuazione della Costituzione.