“La fotografia scattata dal I Rapporto nazionale del Cnel sulle Aziende pubbliche di servizi alla persona è chiara: siamo di fronte a un sistema in profonda crisi, abbandonato da anni di inerzia normativa e politiche inadeguate, soprattutto nel Mezzogiorno. È ora di intervenire con decisione”.
Così Santo Biondo, Segretario confederale Uil, commenta i dati contenuti nel documento approvato dal Cnel a luglio 2025.
“Parliamo di enti pubblici fondamentali per garantire assistenza agli anziani, ai disabili, alle persone in condizioni di marginalità sociale. Eppure, proprio dove il bisogno è maggiore – prosegue Biondo – questi presidi sono scomparsi o ridotti all’impotenza. Il Rapporto del Cnel, poi, mette in luce tre emergenze irrisolte. Intanto l’assenza di riforme regionali nel Sud; poi l’esclusione sistematica dai beni confiscati e, infine, lo svuotamento delle funzioni sociali.
“Apprezziamo il lavoro del Cnel e il disegno di legge approvato a marzo 2025 – aggiunge Biondo – che va nella giusta direzione: chiarezza giuridica, accesso ai fondi e ai beni confiscati, esenzioni fiscali, integrazione con gli enti locali. Ma adesso serve una presa in carico politica a livello nazionale e regionale. Basta rinvii”.
Biondo conclude con un appello: “Le Asp devono tornare ad essere ciò per cui sono nate: strumenti pubblici di giustizia sociale. Soprattutto nel Mezzogiorno, dove welfare e legalità sono due facce della stessa medaglia. Serve un patto tra Stato, Regioni, sindacati ed enti locali per restituire dignità e funzione a queste istituzioni dimenticate e una maggiore chiarezza contrattuale che tuteli le lavoratrici e i lavoratori che ogni giorno si fanno carico del bisogno di salute degli utenti”.
Per i segretari regionali Uil Vincenzo Tortorelli e Giuseppe Verrastro UilFpl “le nostre Aziende Sanitarie Territoriali vanno sostenute con azioni a breve e medio termine da mettere in campo sfruttando a pieno il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che registra ritardi ed inadeguatezze nella fase di attuazione. Altro tema importante è quello delle Cure Primarie, dove troviamo Medici di Medicina Generale che si trovano a dover affrontare un carico di lavoro sempre più gravoso, legato all’invecchiamento della popolazione e a pazienti con patologie complesse che necessitano di trattamenti domiciliari. Quanto agli Ospedali e nello specifico a quelli di Comunità che devono essere in rete con le Case di Comunità, a parere della scrivente, bisognerebbe garantire gli ospedali secondo i bisogni di cura del territorio, superando l’applicazione meccanica e statica delle sole norme, alcune ormai superate, adottando un approccio dinamico. La salute dei lucani – dicono Tortorelli e Verrastro – va messa in sicurezza e per farlo c’è bisogno innanzitutto di riprendere il dialogo con l’obiettivo prioritario di mettere mano al Piano Regionale Socio-Sanitario e di accelerare gli interventi e i progetti previsti dal Pnrr. Continuiamo a chiedere un Tavolo sulla Sanità al Presidente Bardi e all’Assessore Latronico perché si torni al confronto con i sindacati partendo dai problemi più urgenti: su tutti le liste di attesa, la mobilità passiva e , soprattutto sull’incremento del personale sanitario con misure in grado di bloccare ogni altro esodo”.