“La Fiom Cgil Basilicata esprime forte preoccupazione per la crisi dell’automotive e dell’indotto in Basilicata ed è impegnata a tutti i livelli nelle varie aziende dell’area industriale di Melfi affinché vengano mantenuti i livelli occupazionali”. Lo rende noto la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita, che aggiunge: “Per questi motivi stiamo firmando gli accordi per la cassa integrazione, anche straordinaria, pur ritenendo la misura importante per il mantenimento dei livelli occupazionali ma non risolutiva per la crisi del settore. In questo senso l’area di crisi industriale complessa può essere considerato uno strumento per impedire lo svuotamento dei siti produttivi ma non garantisce prospettive future rispetto all’industria dell’automotive e al suo indotto. Ragione per cui come Fiom Cgil non stiamo firmando gli accordi sulle fuoriuscite incentivate, proprio per impedire lo svuotamento degli stabilimenti e la deindustrializzazione, chiedendo a Stellantis di procedere con il turnover: ci vogliono nuove assunzioni che sostituiscano le fuoriuscite.
A fronte della transizione dello stabilimento Stellantis alla produzione di nuove auto elettriche (7 modelli ) – continua Calamita – allo stato attuale riteniamo fortemente preoccupante l’andamento dei volumi produttivi, con le conseguenti prospettive sull’occupazione e sul salario. Chiediamo quindi alle istituzioni maggiore attenzione rispetto alla crisi del settore industriale e siamo vicini ai lavoratori, come quelli della Pmc di Melfi, che hanno deciso di scioperare per rivendicare lavoro e salario. La direzione della Pmc ha dichiarato infatti di non avere prospettive future in quanto non ha acquisito le commesse delle nuove vetture. La Fiom Cgil anche in Pmc non ha firmato l’accordo sull’incentivo all’esodo, sostenendo la necessità di rivendicare la continuità produttiva e occupazionale per evitare la deindustrializzazione.
Chiediamo a Stellantis e alle istituzioni, anche regionali, di aprire un vero confronto affinché ci siano risultati concreti per i lavoratori di Melfi. Chiediamo che a tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici venga garantita l’occupazione e il salario. Anche sull’integrazione salariale non abbiamo avuto risposte. Riteniamo pertanto l’intervento delle istituzioni decisivo – conclude Calamita – per evitare la desertificazione dell’area industriale di Melfi che avrebbe conseguenze disastrose non solo nell’area in questione ma nell’intera regione che si impoverirebbe notevolmente insieme al potere di acquisto delle famiglie coinvolte”.