“Serve una nuova stagione di mobilitazione sindacale. Il nostro impegno come sindacato dei pensionati della Cgil deve essere chiaro: rivalutazione delle pensioni, estensione della quattordicesima mensilità, riforma fiscale progressiva e redistributiva. Non chiediamo privilegi, ma giustizia. Non chiediamo carità, ma diritti.
Perché un Paese che spende in armi e dimentica i suoi anziani, i suoi giovani, i suoi lavoratori, è un Paese che ha perso l’anima. E noi quell’anima vogliamo difenderla. Fino in fondo”. È con queste parole che il segretario generale dello Spi Cgil di Potenza, Michele Sannazzaro, ha aperto l’assemblea generale del sindacato dei pensionati della Cgil di Potenza, alla presenza del segretario generale dello Spi Cgil di Basilicata, Angelo Summa, e del responsabile “Politiche della memoria” dello Spi Cgil nazionale, Franz Palaia e di Enrico Rocchi, dello Spi Cgil nazionale.
“Serve una visione di Paese che non si lasci trascinare dalla paura, ma che sappia generare fiducia. Che non insegua l’insicurezza diffusa, ma costruisca coesione, solidarietà, comunità. E questo non può che avvenire a partire dal lavoro, dalla dignità delle persone, dalla redistribuzione delle risorse e delle opportunità” ha aggiunto Sannazzaro, sottolineando che “come sindacato dei pensionati, abbiamo il dovere di alimentare questa consapevolezza. Di tenere viva la memoria, ma anche di guardare avanti.
L’alternativa alla rassegnazione è la mobilitazione. Noi, come Spi Cgil, continuiamo a fare la nostra parte, a partire dalle aree interne. Lì dove la marginalità sociale si intreccia con l’abbandono istituzionale, è necessario riportare al centro della discussione i bisogni reali delle persone. Parliamo di territori dove la qualità della vita peggiora anno dopo anno, schiacciata dai rincari energetici, dai costi crescenti dell’acqua, dalla desertificazione dei servizi pubblici essenziali”. Sannazzaro ha ricordato che “in Basilicata, questi fattori si sommano a un quadro demografico drammatico: una delle popolazioni più anziane d’Italia, un indice di vecchiaia che ha raggiunto il 214%, più pensionati che lavoratori attivi (216.000 contro 189.000), e un’emorragia continua di giovani laureati costretti a cercare altrove un futuro possibile. La nostra regione – ha detto – conta un reddito pensionistico medio più basso di quasi 3.000 euro rispetto alla media nazionale. E non si tratta solo di numeri: è la fotografia di un territorio che invecchia in povertà e solitudine. I servizi socio-sanitari sono largamente insufficienti: siamo penultimi in Italia per posti letto in RSA – appena 8 ogni 1.000 anziani – con strutture non accreditate che impongono rette altissime a famiglie con pensioni minime. L’assistenza domiciliare integrata (ADI) copre meno dell’1% degli over 65, mentre proseguono i tagli alla fornitura di presidi fondamentali come pannoloni e carrozzine”. Per Sannazzaro “è una situazione inaccettabile. Anche sul piano della sanità, la carenza cronica di medici, l’assenza di strutture adeguate e l’emigrazione sanitaria drenano ogni anno milioni di euro dal bilancio regionale, costringendo i nostri pensionati a viaggi della speranza che sono prima di tutto viaggi di dolore e umiliazione”. Tutto ciò mentre “abbiamo un governo nazionale che non ha alcuna idea di futuro, che smantella il sistema previdenziale pubblico e spinge verso un modello assicurativo, elitario, dove chi ha di più avrà di più. Un modello che penalizza i giovani e prepara pensioni di miseria. Ecco perché – ha concluso – il ruolo dello Spi è oggi più che mai essenziale. In questo scenario nazionale e internazionale, il sindacato deve essere presidio di giustizia e visione. Dobbiamo costruire, insieme alla Cgil confederale, una proposta di riforma previdenziale all’altezza delle sfide del nostro tempo. Una proposta che guardi ai prossimi 50 anni, che ripari i buchi contributivi generati dalla precarietà, che garantisca pensioni dignitose alle nuove generazioni. Dobbiamo dire con forza che non vogliamo un futuro di pensioni povere e solitudini disperate”.
Per il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata Angelo Summa “la questione del fisco è la partita di tutte le partite. La redistribuzione della ricchezza e il peso delle entrate di questo Paese non può rimanere sull’Irpef – ha detto – ma deve riguardare soprattutto gli extraprofitti. Non si può pensare di continuare a tassare solo il reddito di pensione delle persone e del lavoro dipendente, perché questo è un problema serissimo. E poi la battaglia sulla sanità. Occorre rimettere al centro una grande vertenza sulla sanità lucana per due fattori: la mobilità passiva e le risorse che saranno sempre di meno a causa dello spopolamento. Queste le sfide della nostra agenda sociale che incrociano i temi del lavoro”.