Si avvia verso la conclusione l’intensa stagione congressuale in casa Cisl. Oggi si conclude a Rifreddo il 12° congresso regionale della Fnp, la sigla dei pensionati. Oltre cento i delegati eletti nelle assemblee di base presenti alla due giorni congressuale che registra la partecipazione del segretario nazionale Girolamo Di Matteo e del segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo. Potenziamento della medicina territoriale, difesa del potere d’acquisto delle pensioni, rafforzamento dei servizi sociali, con particolare attenzione agli anziani non autosufficienti, futuro previdenziale dei giovani: questi i temi principali che hanno animato la prima giornata di dibattito con i rappresentanti del mondo politico e istituzionale, tra questi questi l’assessore regionale alla Salute e al PNRR Cosimo Latronico e numerosi sindaci. Nel pomeriggio si terranno le operazioni di voto per l’elezione degli organismi dirigenti della federazione.
Aprendo i lavori, il segretario generale Giuseppe Amatulli ha tracciato un quadro dettagliato della condizione degli anziani in Basilicata: «I pensionati – ha detto Amatulli – non sono più solo destinatari di servizi assistenziali, ma vogliono essere protagonisti della vita sociale e politica del paese. La cosiddetta generazione senior è sempre più attiva, informata e consapevole del proprio ruolo nella comunità. Gli anziani di oggi studiano, viaggiano, fanno volontariato, si impegnano nella tutela dell’ambiente e nelle attività culturali, offrendo un contributo essenziale al tessuto sociale. Tuttavia, non possiamo ignorare le disuguaglianze crescenti che colpiscono soprattutto la popolazione più anziana. La precarietà economica, le difficoltà di accesso ai servizi sanitari e sociali, la solitudine e l’isolamento rappresentano ostacoli reali che la nostra organizzazione deve affrontare con determinazione. Di fronte a queste sfide – ha rimarcato Amatulli – il sindacato non può limitarsi ad una difesa passiva dei diritti acquisiti, ma deve diventare motore di innovazione e cambiamento. È necessario un salto culturale che vada oltre la semplice rivendicazione e punti a costruire soluzioni nuove, partecipate e sostenibili».
La sanità resta il nervo scoperto della regione: «Negli ultimi anni, il sistema sanitario nazionale ha mostrato fragilità sempre più evidenti: liste d’attesa interminabili, carenza di personale medico e sanitario, difficoltà nell’accesso alle cure specialistiche e un progressivo spostamento del peso dell’assistenza sulle famiglie. I pensionati sono tra i più colpiti da questa situazione, costretti spesso a scegliere tra attendere mesi per una visita o pagare privatamente per ottenere cure in tempi accettabili. La sanità non può diventare un privilegio per chi può permetterselo, ma deve rimanere un diritto garantito a tutti, in particolare a chi ha maggiori bisogni assistenziali. Per questo rivendichiamo un rafforzamento del servizio sanitario, con investimenti mirati a ridurre le liste d’attesa, potenziare le strutture pubbliche e garantire una maggiore equità territoriale nell’accesso alle cure. È inaccettabile che ci siano differenze così marcate tra regioni e persino tra aree urbane e periferiche. Servono più medici di base, più specialisti negli ospedali pubblici e un migliore coordinamento tra medicina territoriale e ospedaliera. La prevenzione deve diventare un pilastro centrale del sistema sanitario, attraverso screening gratuiti, campagne di sensibilizzazione e un’assistenza più diffusa e capillare».
Amatulli ha poi aggiunto che «anche il sistema dei servizi sociali sta mostrando tutti i suoi limiti. L’assistenza agli anziani, soprattutto a quelli non autosufficienti, è spesso lasciata sulle spalle delle famiglie, con costi elevati e poche alternative pubbliche», e ha rilanciato la proposta di «un patto per il sociale con le amministrazioni locali e le rappresentanze del terzo settore, avviando un percorso basato su un’accurata analisi dei bisogni e delle criticità esistenti nei sistemi territoriali. Tale percorso dovrà portare alla definizione di un nuovo modello di politiche sociali capace non solo di garantire tutele e servizi adeguati, ma anche di generare nuova occupazione, contribuendo così allo sviluppo sociale ed economico del territorio. È arrivato il momento di interrogarci anche sulla governance dei servizi sociali nella nostra regione. Si tratta a nostro avviso di uno snodo fondamentale per tradurre la spesa sociale in servizi di qualità». Il segretario della Fnp Cisl ha lanciato anche la proposta di ridefinire i confini degli ambiti socio-territoriali, facendoli coincidere con quelli dei distretti sanitari e dei centri per l’impiego per migliorare l’integrazione e il coordinamento tra politiche sociali, sanitarie e di inclusione lavorativa.
In proposito, l’assessore regionale alla Salute e al PNRR Cosimo Latronico ha annunciato alla platea dei pensionati Cisl un importante traguardo: «Per la prima volta abbiamo destinato 23 milioni di euro del bilancio regionale a sostegno degli ambiti territoriali sociali. Si tratta di strumenti fondamentali per l’erogazione dei servizi sul territorio, in stretta collaborazione con i Comuni». Latronico ha poi aggiunto che «la Regione Basilicata sta promuovendo un nuovo modello di welfare, fondato sulla co-progettazione con il Terzo Settore e sull’attivazione sinergica di risorse regionali e nazionali. Vogliamo costruire una rete solida che garantisca accompagnamento, presa in carico e risposte efficaci ai bisogni sociali».
La sfida è la sostenibilità, come indica lo slogan che caratterizza tutti i congressi della Fnp Cisl del 2025. Una scelta che il segretario nazionale Girolamo Di Matteo ha giustificato così: «Abbiamo scelto questa idea della sostenibilità perché c’è bisogno di un passaggio tra la vecchia e la nuova generazione e sentiamo la responsabilità di dovere consegnare ai giovani un paese che sia in condizioni accettabili e senza le difficoltà che si sono create in questi anni. Quindi, pur essendo avanti negli anni, riteniamo di avere la responsabilità di fare quanto più è possibile per dare ai giovani speranza e fiducia per il futuro». Di qui l’insistenza della Fnp Cisl nel chiedere al Governo di riaprire il tavolo delle trattative sulla previdenza «perché con l’attuale sistema di calcolo delle pensioni – ha spiegato Di Matteo – rischiamo di consegnare i giovani e le donne che lavorano in modo discontinuo, part-time e a partita IVA un futuro previdenziale assolutamente povero. Per questo proponiamo una pensione di garanzia e una revisione del sistema di calcolo delle pensioni», ha concluso il segretario nazionale della Fnp Cisl.
Riportiamo di seguito la relazione che il segretario generale della Fnp Cisl Basilicata Giuseppe Amatulli ha tenuto nel pomeriggio aprendo i lavori del 12° congresso regionale.
Care amiche e cari amici, questo congresso non è solo un momento di confronto e dibattito, ma rappresenta un’occasione fondamentale per fare il punto sulla nostra azione sindacale, sulle politiche organizzative e sulle strategie future della FNP CISL. Siamo chiamati ad interrogarci sul ruolo del nostro sindacato in un contesto che cambia rapidamente e ad individuare le strade migliori per rafforzare la nostra presenza e la nostra efficacia nella rappresentanza e nella tutela dei pensionati. Insomma, nel nostro essere un sindacato di prossimità che sa innovarsi nelle idee e nelle forme, restando ancorato ai suoi principi fondativi.
Il tema che ci guida è il “coraggio della partecipazione”, un concetto che va ben oltre il semplice impegno sindacale: è una vera e propria scelta di campo. Partecipare significa prendersi cura della comunità, delle persone più fragili, dei diritti di chi spesso non ha voce. La nostra missione è chiara: costruire un sindacato moderno, inclusivo e capace di rispondere ai bisogni delle nuove generazioni di pensionati, senza perdere di vista i valori fondanti della solidarietà, della giustizia sociale e della contrattazione collettiva.
In questa giornata e mezzo di congresso abbiamo davanti a noi un compito importante: discutere, confrontarci e costruire insieme il futuro della FNP CISL. Vi invito, quindi, a vivere questo congresso con spirito propositivo, con la volontà di contribuire attivamente alla crescita della nostra organizzazione e con la consapevolezza che il nostro impegno è fondamentale per migliorare le condizioni di vita dei pensionati e per costruire una società più equa e solidale. Abbiamo l’ambizione di essere una “generazione per la sostenibilità” che non si limita a rivendicare per sé, ma lavora in una logica intergenerazionale perché è dal patto tra le generazioni che si può generare un futuro migliore per tutti.
La sfida più importante: essere comunità di destino intergenerazionale
Il contesto attuale è segnato da cambiamenti profondi che richiedono una risposta adeguata e coraggiosa da parte del nostro sindacato. Le trasformazioni sociali, economiche e demografiche, infatti, stanno modificando il ruolo dei pensionati nella società, ridefinendo bisogni, aspettative e diritti. In questo scenario, la FNP CISL è chiamata a rinnovare il proprio impegno per la rappresentanza, la tutela e la partecipazione attiva degli anziani e delle loro famiglie.
I pensionati non sono più solo destinatari di servizi assistenziali, ma vogliono essere protagonisti della vita sociale e politica del Paese. La cosiddetta “generazione senior” è sempre più attiva, informata e consapevole del proprio ruolo nella comunità. Gli anziani di oggi studiano, viaggiano, fanno volontariato, si impegnano nella tutela dell’ambiente e nelle attività culturali, offrendo un contributo essenziale al tessuto sociale.
Tuttavia, non possiamo ignorare le disuguaglianze crescenti che colpiscono soprattutto la popolazione più anziana. La precarietà economica, le difficoltà di accesso ai servizi sanitari e sociali, la solitudine e l’isolamento rappresentano ostacoli reali che la nostra organizzazione deve affrontare con determinazione. Per questo, la FNP CISL deve rafforzare la sua capacità di incidere sulle politiche sociali, promuovendo una comunità di cura capace di rispondere concretamente ai bisogni dei più fragili.
Di fronte a queste sfide, il sindacato non può limitarsi ad una difesa passiva dei diritti acquisiti, ma deve diventare motore di innovazione e cambiamento. È necessario un salto culturale che vada oltre la semplice rivendicazione e punti a costruire soluzioni nuove, partecipate e sostenibili. Il coraggio della partecipazione è il filo conduttore di questo processo di trasformazione, perché solo attraverso il coinvolgimento attivo degli iscritti e della società civile possiamo dare risposte efficaci e lungimiranti.
Essere parte attiva del cambiamento significa anche riconoscere e gestire la paura delle trasformazioni. Il mondo del lavoro e del welfare sta evolvendo rapidamente, e questo può generare incertezza. Ecco allora che il nostro compito è accompagnare i nostri iscritti in questo percorso, offrendo strumenti e strategie per affrontare con fiducia il futuro.
Dobbiamo misurarci con il crescente individualismo che rischia di frammentare la società e di indebolire il senso di solidarietà tra generazioni. Per contrastare questa deriva, la FNP CISL promuove una visione di comunità di destino intergenerazionale, dove giovani e anziani collaborano per costruire un futuro condiviso.
Gli anziani non devono essere visti come un peso, ma come risorsa preziosa per le nuove generazioni. Attraverso il volontariato, la trasmissione del sapere e l’impegno sociale, possono contribuire a rafforzare il senso di appartenenza e la coesione sociale. È fondamentale che il sindacato valorizzi e incentivi questa interazione, creando spazi di dialogo, iniziative di formazione intergenerazionale e progetti che favoriscano il confronto tra esperienze e prospettive diverse.
Politiche organizzative per una FNP CISL più vicina agli iscritti e ai territori
Il sindacato, per essere efficace e rispondere alle esigenze dei pensionati e della società, deve essere in grado di evolversi, innovarsi e rafforzare la propria organizzazione. La FNP CISL è chiamata a costruire un modello sindacale capace di affrontare le sfide del presente con strumenti adeguati, valorizzando le risorse interne, il territorio e il rapporto con gli iscritti.
L’obiettivo è chiaro: rafforzare la rappresentanza, rendere il sindacato più vicino alle persone e promuovere una cultura della partecipazione attiva. Per questo è necessario lavorare su alcuni assi strategici fondamentali.
Per essere concretamente quel “Sindacato Nuovo” di cui parlava Giulio Pastore, l’innovazione organizzativa è una delle sfide principali. Il cambiamento non deve significare rinunciare ai propri valori storici, ma rafforzarli adattandoli alle nuove esigenze. Essere un “Sindacato Nuovo” significa saper leggere i bisogni della società e proporre soluzioni che rispondano ai cambiamenti in atto. In altri termini, significa essere un sindacato sempre connesso con il presente e capace di governare i cambiamenti.
Uno dei pilastri di questa trasformazione è la formazione continua. Un sindacato forte è fatto di persone competenti, consapevoli del proprio ruolo e capaci di agire in modo incisivo. Per questo, intendiamo investire nella crescita e nella valorizzazione delle nostre risorse interne, sviluppando percorsi formativi che rafforzino le competenze dei rappresentanti territoriali, delle RLS e di tutti coloro che operano per la tutela degli iscritti.
Le RLS hanno un ruolo chiave in questa strategia. Sono loro il primo punto di contatto con gli iscritti, le sentinelle del territorio che ne interpretano le esigenze e le trasformano in azioni concrete. Un rafforzamento del loro ruolo, con strumenti adeguati e una maggiore autonomia operativa, può rendere il sindacato più dinamico, reattivo e capace di incidere sulle scelte sociali e politiche locali.
Allo stesso tempo servono nuove strategie di rappresentanza. Il tesseramento è uno degli strumenti fondamentali per garantire la forza del sindacato. Lo sappiamo tutti ed è giusto ribadirlo nella nostra sede più autorevole che è il congresso. La nostra forza organizzativa è il prodotto della nostra capacità associativa, non il contrario. Ogni nuovo iscritto rappresenta un valore aggiunto, una voce in più nella difesa dei diritti collettivi. Tuttavia, l’adesione al sindacato non può essere vista solo come un numero da incrementare, ma come un vero e proprio patto di fiducia tra l’organizzazione e la persona.
Per questo motivo, la FNP CISL intende lavorare per migliorare la qualità dell’accoglienza e del rapporto con gli iscritti, assicurando che ogni persona che entra a far parte della nostra organizzazione percepisca prossimità, ascolto e tutela concreta. Questo significa anche potenziare le occasioni di partecipazione attiva, facendo in modo che gli iscritti non siano solo destinatari di servizi, ma anche protagonisti della vita sindacale.
Un altro aspetto importante riguarda la capacità di comunicare in modo efficace e inclusivo. Un sindacato moderno deve saper parlare alla società, utilizzando linguaggi e strumenti adeguati, sfruttando anche le nuove tecnologie per raggiungere un pubblico sempre più ampio. La digitalizzazione e l’uso strategico dei social media possono aiutare a coinvolgere nuovi iscritti, informare in modo più rapido ed efficace e costruire una rete di partecipazione attiva.
In tal senso, il digitale va visto come una opportunità da sviluppare, non come una barriera insormontabile. Una recente indagine condotta su un campione di oltre 1.500 persone tra i 50 e gli 85 anni ha evidenziato che il 94,8% degli over 50 è iscritto a uno o più social network, con WhatsApp e Facebook in testa. Questo dato indica una crescente familiarità con le piattaforme di comunicazione digitale tra gli anziani. Tuttavia, il 68,1% ha dichiarato di riscontrare criticità nell’utilizzo degli strumenti digitali, specialmente quando si imbattono in termini tecnici o anglicismi. Inoltre, il 62% ritiene di possedere basse competenze nell’uso della tecnologia.
Ecco, questi dati evidenziano la necessità di promuovere l’inclusione digitale tra la popolazione anziana, attraverso programmi di formazione specifici e iniziative volte a facilitare l’accesso alle tecnologie e tracciano un possibile spazio di azione per la nostra stessa organizzazione con l’obiettivo di ridurre il divario digitale generazionale e aumentare conoscenza e consapevolezza dei nuovi strumenti digitali nella popolazione anziana, approccio che si sposa anche con la crescente disponibilità di dispositivi e ambienti operativi che possono facilitare la vita delle persone anziane: si pensi alla telemedicina e alla domotica.
Un altro asse strategico fondamentale per un sindacato di prossimità è lo sviluppo della contrattazione sociale. La FNP CISL deve rafforzare la propria capacità di incidere sulle politiche di welfare, garantendo servizi e diritti per tutti, con particolare attenzione ai pensionati e alle fasce più deboli della società. Questo significa, prima di tutto, investire sul rafforzamento della nostra presenza territoriale per portare la voce dei pensionati ai tavoli locali.
L’apertura di una sede sindacale rappresenta un importante traguardo nella nostra missione di supportare e proteggere i diritti dei pensionati e delle pensionate e si giustifica in primo luogo con la necessità di costituire un punto di riferimento locale dove le persone possono chiedere supporto e assistenza. In secondo luogo, una presenza territoriale più capillare ci permette di comprendere meglio le specifiche sfide che ogni comunità affronta quotidianamente. La FNP si candida così ad essere luogo di aggregazione, dibattito e azione e intende promuovere la collaborazione e lo scambio di esperienze tra istituzioni, società civile e famiglie. Il potenziamento dei servizi di base sociali e sanitari e lo sviluppo di nuove pratiche di innovazione sociale, con il coinvolgimento dei soggetti profit e non profit del territorio, rappresentano le priorità che è nostra intenzione sviluppare in un clima di fattiva collaborazione con le istituzioni locali.
Oggi il welfare locale è sempre più frammentato e diseguale, con differenze significative tra territori. Il sindacato deve essere in grado di negoziare con le istituzioni locali per garantire servizi di qualità, dalla sanità all’assistenza sociale, dal sostegno alla non autosufficienza alle politiche abitative per gli anziani.
La contrattazione sociale deve diventare uno strumento sempre più incisivo per ridurre le disuguaglianze e migliorare la qualità della vita delle persone.
Le politiche organizzative della FNP CISL devono mirare a rafforzare la partecipazione, migliorare la rappresentanza e rendere il sindacato più efficace e vicino ai bisogni delle persone. Solo attraverso una struttura organizzativa forte, dinamica e innovativa sarà possibile affrontare le sfide del futuro con successo. Le parole chiave di questo percorso devono essere ascolto, formazione, partecipazione e contrattazione.
Un sindacato forte è un sindacato che sa adattarsi ai cambiamenti senza perdere la propria identità, che sa coinvolgere le persone e che continua a essere un punto di riferimento per chi ha bisogno di tutela e rappresentanza. Il coraggio della partecipazione è ciò che ci guiderà in questa trasformazione. La sfida è grande, ma la FNP CISL ha tutte le risorse per affrontarla con determinazione e visione strategica.
La FNP dentro l’ecosistema dei servizi CISL
Uno dei punti di forza della FNP CISL è la sua capacità di operare all’interno di un sistema di servizi integrato, un vero e proprio ecosistema che offre tutela, assistenza e supporto ai pensionati e alle loro famiglie. Il valore aggiunto della nostra organizzazione sta proprio nella sinergia tra il sindacato e la rete di servizi confederali, che permette di rispondere in modo concreto e tempestivo ai bisogni degli iscritti.
L’obiettivo è duplice: potenziare il legame tra la FNP CISL e il sistema dei servizi e garantire che questi siano sempre più accessibili, efficaci e rispondenti alle nuove esigenze della popolazione anziana. Infatti, l’integrazione tra la FNP CISL e i principali servizi della confederazione – Caf Cisl, Inas, Adiconsum, Anolf, Sicet –, nonché con l’Anteas, rappresenta un elemento chiave per rafforzare il nostro ruolo di tutela e supporto.
La digitalizzazione dei servizi, grazie a portali online e sportelli telematici, può rappresentare una grande opportunità per rendere il sistema ancora più efficiente. Tuttavia, sappiamo che la popolazione anziana incontra difficoltà nell’uso delle tecnologie digitali. È quindi necessario rafforzare il supporto umano e il ruolo degli operatori sindacali per facilitare l’accesso ai servizi e accompagnare gli iscritti nell’uso delle nuove piattaforme digitali.
Per garantire una tutela efficace, è fondamentale che la FNP CISL operi in stretta sinergia con la confederazione e con le altre federazioni di categoria. Questo significa maggiore collaborazione tra le strutture locali della CISL e i servizi per evitare frammentazioni e garantire risposte coordinate ai bisogni degli iscritti; presenza capillare sul territorio, con sportelli e punti di riferimento accessibili ai pensionati in ogni area geografica; contrattazione sociale e welfare locale per negoziare politiche di welfare più inclusive e orientate agli anziani.
Un aspetto particolarmente importante è il rafforzamento della rete di assistenza territoriale, che deve garantire un supporto non solo nei principali centri urbani, ma anche nelle aree interne e nei piccoli centri, dove spesso l’accesso ai servizi è più difficile.
Pertanto, è necessario migliorare l’accessibilità ai servizi, garantendo una maggiore presenza di sportelli fisici e soluzioni di assistenza a distanza; promuovere una digitalizzazione inclusiva, affiancando alla transizione tecnologica un percorso di accompagnamento e formazione digitale per gli anziani; maggiore personalizzazione dei servizi, con un’assistenza sempre più mirata alle esigenze dei pensionati e delle loro famiglie.
I rapporti con il sistema dei servizi CISL sono una risorsa strategica per la FNP, perché ci permettono di garantire una tutela concreta e capillare ai nostri iscritti. Rafforzare questa sinergia significa rendere il sindacato ancora più vicino alle persone, più efficiente nel rispondere alle esigenze dei pensionati e più incisivo nelle politiche di welfare.
Investire in prossimità, innovazione e accessibilità è la chiave per costruire un sistema di servizi che sappia davvero migliorare la qualità della vita degli anziani e delle loro famiglie. Questo principio guida l’azione della FNP CISL, che si trova oggi ad affrontare sfide sempre più complesse sul fronte della sanità e del welfare sociale. L’invecchiamento della popolazione, le crescenti disuguaglianze nell’accesso alle cure e la crisi dei servizi pubblici richiedono risposte efficaci, innovative e strutturali.
La sfida della salute e del welfare sociale non riguarda solo gli anziani di oggi, ma è una questione che tocca tutta la società. Costruire un sistema più giusto e accessibile significa garantire un futuro in cui il diritto alla salute e all’assistenza non siano più messi in discussione. La FNP CISL è in prima linea in questa battaglia, con l’obiettivo di dare voce ai pensionati, combattere le disuguaglianze e promuovere un modello di welfare che non lasci indietro nessuno.
Dal centralismo sanitario alla medicina territoriale
Negli ultimi anni, il sistema sanitario nazionale ha mostrato fragilità sempre più evidenti: liste d’attesa interminabili, carenza di personale medico e sanitario, difficoltà nell’accesso alle cure specialistiche e un progressivo spostamento del peso dell’assistenza sulle famiglie. I pensionati sono tra i più colpiti da questa situazione, costretti spesso a scegliere tra attendere mesi per una visita o pagare privatamente per ottenere cure in tempi accettabili. La sanità non può diventare un privilegio per chi può permetterselo, ma deve rimanere un diritto garantito a tutti, in particolare a chi ha maggiori bisogni assistenziali.
Per questo, la FNP CISL rivendica un rafforzamento del Servizio Sanitario Nazionale, con investimenti mirati a ridurre le liste d’attesa, potenziare le strutture pubbliche e garantire una maggiore equità territoriale nell’accesso alle cure. È inaccettabile che ci siano differenze così marcate tra regioni e persino tra aree urbane e periferiche. Servono più medici di base, più specialisti negli ospedali pubblici e un migliore coordinamento tra medicina territoriale e ospedaliera. La prevenzione deve diventare un pilastro centrale del sistema sanitario, attraverso screening gratuiti, campagne di sensibilizzazione e un’assistenza più diffusa e capillare.
Il crescente divario negli indicatori di salute per la nostra regione è il risultato delle politiche di disinvestimento che hanno interessato la nostra sanità, in particolare quella territoriale, politiche fatte in nome di una razionalizzazione che ha messo in discussione l’esercizio del diritto alla salute, specie per le fasce di popolazione più anziana. Il dato sull’aspettativa di vita in buona salute, che colloca la Basilicata in coda alla graduatoria nazionale, conferma quanto la FNP sostiene da tempo. È arrivato il momento di invertire decisamente la rotta con politiche mirate a ridurre le disparità regionali in termini di assistenza sanitaria e servizi sociali.
Nel contesto demografico attuale, caratterizzato da una crescente prevalenza di anziani e da un aumento della domanda di servizi sanitari e assistenziali, è indispensabile riformare i sistemi di sanità e assistenza per garantire una risposta efficace ed equa ai bisogni della popolazione. Solo attraverso un approccio partecipativo, che coinvolga tutti gli attori sociali e istituzionali, sarà possibile costruire un sistema di welfare capace di rispondere alle esigenze di una popolazione in rapido invecchiamento e di garantire una qualità della vita elevata per tutti i cittadini lucani.
La Basilicata ha necessità urgente di investire nelle infrastrutture e nelle tecnologie sanitarie, nelle competenze di elevata specializzazione con l’obiettivo di garantire l’accesso a cure mediche di qualità e programmi di supporto specifici per la terza età.
Gli investimenti collegati al PNRR, in modo particolare il potenziamento della rete di medicina territoriale, rappresentano l’ultimo treno per allineare il nostro sistema sanitario almeno alla media nazionale.
Da tempo sollecitiamo un confronto franco sullo stato di salute del sistema sanitario regionale e per ragionare su come elevare gli standard della sanità lucana partendo da quella che per noi rappresenta una scelta strategica: rimettere al centro il territorio e i bisogni di salute dei cittadini nella programmazione dei servizi.
Lo ribadisco: si tratta di invertire il senso di marcia delle politiche di razionalizzazione degli ultimi decenni che hanno progressivamente impoverito i presidi territoriali, specie quelli che per posizionamento geografico e qualità delle prestazioni rappresentavano anche un polo di attrazione della domanda sanitaria di altre regioni. Sono scelte che si sono rivelate sbagliate, anche alla luce dei recenti indirizzi contenuti nel PNRR che, al contrario, attribuisce alla medicina territoriale un ruolo fondamentale di presidio a tutela della salute delle comunità.
La sfida è ridisegnare l’architettura generale dei servizi sul territorio dopo anni di impoverimento e di accentramento in termini di investimenti infrastrutturali e tecnologici e di risorse umane. Tuttavia, occorre prestare la massima attenzione ai rischi che ancora si annidano nel dispositivo dell’autonomia differenziata e ragionare su come garantire standard di qualità e parità di accesso alle cure con precise garanzie finanziarie sui livelli essenziali per scongiurare un avvitamento dello stallo attuale e un ulteriore decadimento della offerta sanitaria.
Serve riannodare il dialogo tra istituzioni e parti sociali superando la pretesa della politica di essere autosufficiente rispetto alla titolarità sulle grandi scelte strategiche per il futuro della regione. Noi, come CISL e come FNP, indichiamo la strada di una matura concertazione per co-programmare i grandi indirizzi di politica sociale e sanitaria, a partire da una puntuale analisi dei bisogni di salute della società lucana alla luce di uno scenario demografico caratterizzato da invecchiamento e spopolamento.
L’avvio del riassetto della medicina territoriale è un passo che va nella direzione più volte rivendicata dalla FNP CISL per meglio rispondere ai fabbisogni di salute della popolazione lucana, con particolare riguardo agli anziani e alle patologie croniche e degenerative. Tuttavia, un piano di tale portata necessita di un confronto serrato con le forze sociali e con i territori.
La riorganizzazione dei servizi sul territorio era una necessità improcrastinabile alla luce del mutato quadro legislativo e degli investimenti in materia di salute collegati al PNRR. Proprio l’integrazione tra investimenti infrastrutturali del PNRR e nuovo modello organizzativo costituisce la sfida più importante per cambiare davvero volto alla sanità lucana, affrontando con un approccio nuovo problematiche di lungo corso come le liste di attesa e la mancanza di medici di famiglia nelle aree più interne della regione, questioni che impattano negativamente sul diritto di accesso alle cure, in particolare della popolazione anziana.
Basti pensare che il tasso di emigrazione ospedaliera in altra regione è più del triplo della media italiana e più del doppio di quella del Mezzogiorno, i medici specialisti in attività nelle strutture sanitarie pubbliche e private della regione nel 2022 sono 24,4 ogni 10 mila abitanti a fronte dei 33,2 per 10 mila della media nazionale e dei 32,3 del Sud, e i posti letto per specialità a elevata assistenza sono 2,9 per 10 mila abitanti, 1,2 in meno rispetto al dato nazionale e 0,7 in meno rispetto alle regioni meridionali. Sono dati che impongono una seria riflessione e un confronto articolato con le parti sociali per imprimere al sistema sanitario regionale un cambio di marcia rispetto al passato.
Serve, dunque, una riorganizzazione dei servizi su base territoriale con l’obiettivo di decongestionare i grandi poli ospedalieri regionali, una più funzionale integrazione tra servizi sociali e sanitari, con particolare attenzione al tema della non autosufficienza, un forte investimento nelle risorse umane in termini di crescita e sviluppo delle competenze e di potenziamento delle piante organiche, infine un rapporto tra sanità pubblica e medicina privata che non deve essere di sostituzione, né di subalternità del pubblico al privato, ma improntato ad una leale e trasparente collaborazione.
Il diritto alla salute e alla qualità della vita delle persone anziane deve entrare a pieno titolo nell’agenda politica nazionale e locale. Nella nostra regione ci sono oltre 40 mila anziani non autosufficienti che si aspettano risposte concrete dalla recente riforma. Oggi ci sono risorse economiche come non mai per potenziare la rete dell’assistenza domiciliare e per disegnare un nuovo sistema di presa in carico delle fragilità e delle cronicità. È necessario un confronto vero e non rituale con il Governo e con la Regione per rendere concretamente esigibili i nuovi livelli essenziali, senza disparità tra centri urbani e aree interne.
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L’integrazione socio-sanitaria come percorso di innovazione sociale
Anche il sistema dei servizi sociali sta mostrando tutti i suoi limiti. L’assistenza agli anziani, soprattutto a quelli non autosufficienti, è spesso lasciata sulle spalle delle famiglie, con costi elevati e poche alternative pubbliche. Gli anziani hanno diritto a un’assistenza dignitosa, che permetta loro di vivere in autonomia il più a lungo possibile e, quando necessario, di ricevere cure adeguate senza dover dipendere esclusivamente dalle risorse familiari. Nel 21% dei comuni della Basilicata gli anziani non autosufficienti non ricevono cure adeguate alle loro esigenze di salute, un dato che deve farci riflettere.
Serve un potenziamento dell’assistenza domiciliare, con più risorse destinate ai servizi territoriali e ai programmi di supporto per le persone fragili. Troppo spesso, chi avrebbe bisogno di un aiuto quotidiano per le attività essenziali della vita – dalla spesa alla gestione dei farmaci – si trova senza alternative se non rivolgersi al privato, con costi insostenibili. È necessario garantire un welfare di prossimità, che metta al centro la persona e le sue esigenze, offrendo servizi accessibili e diffusi su tutto il territorio.
Allo stesso tempo, è fondamentale che il sistema pubblico riconosca il ruolo cruciale dei caregiver familiari, spesso lasciati soli ad affrontare il peso dell’assistenza. La FNP CISL sostiene la necessità di introdurre sostegni economici, agevolazioni fiscali e servizi di sollievo per chi si prende cura di un familiare anziano o non autosufficiente.
È fondamentale che le politiche sociali e sanitarie siano pensate in modo sinergico per dare risposte concrete ai bisogni degli anziani, dei malati cronici e di tutte quelle persone che vivono in condizioni di difficoltà. Dobbiamo saper cogliere l’opportunità di cambiamento offerta dal PNRR per riqualificare i servizi e garantire una rete di assistenza diffusa e accessibile che possa contare su servizi territoriali capaci di intervenire in modo tempestivo ed efficace. La medicina territoriale, così come l’assistenza domiciliare, devono diventare il fulcro di un welfare più moderno e inclusivo.
Anche nelle politiche socio-assistenziali il tema è come rendere effettivamente esigibile l’accesso alle prestazioni a favore delle fasce più vulnerabili della popolazione lucana, con particolare attenzione agli anziani non autosufficienti, alle persone con disabilità e a tutte le forme di marginalità sociale. Risulta imprescindibile l’elaborazione di un piano organizzativo regionale capace di garantire un accesso equo e personalizzato ai servizi, nel rispetto delle specifiche necessità di tutela delle persone più fragili.
I servizi sociali professionali, il segretariato sociale, gli interventi di emergenza, l’assistenza domiciliare e le strutture residenziali e semi-residenziali destinate ai soggetti in condizioni di vulnerabilità, così come i centri di accoglienza diurni o residenziali a carattere comunitario, sono servizi pubblici essenziali e pilastri fondamentali della cittadinanza sociale.
La riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti rappresenta un passo significativo verso un sistema di welfare più innovativo, ma necessita di un adeguato supporto finanziario e di un confronto istituzionale ampio per evitare il rischio di una istituzionalizzazione impropria e promuovere un modello di assistenza personalizzato.
Sulla spinta dei cambiamenti demografici, si avverte con urgenza la necessità di un sistema di protezione sociale capace di assicurare risposte universali e solidali ai bisogni essenziali delle persone, contribuendo al contempo alla creazione di nuove opportunità occupazionali. In linea con la concezione del welfare come bene comune e con i principi della legge 328, diventa prioritario favorire modelli di partecipazione democratica che valorizzino il ruolo dei territori e delle organizzazioni di cittadinanza attiva.
Per questo, promuoviamo un vero e proprio patto per il sociale con le amministrazioni locali e le rappresentanze del terzo settore, avviando un percorso basato su un’accurata analisi dei bisogni e delle criticità esistenti nei sistemi territoriali. Tale percorso dovrà portare alla definizione di un nuovo modello di politiche sociali capace non solo di garantire tutele e servizi adeguati, ma anche di generare nuova occupazione, contribuendo così allo sviluppo sociale ed economico del territorio.
È arrivato il momento di interrogarci anche sulla governance dei servizi sociali nella nostra regione. Si tratta a nostro avviso di uno snodo fondamentale per tradurre la spesa sociale in servizi di qualità. Dal 2019 ad oggi la spesa sociale media dei comuni lucani è cresciuta di oltre un terzo, eppure tale incremento di risorse – determinato in gran parte dagli investimenti legati al PNRR – non ha smosso gli indicatori di risultato e l’efficacia della spesa per i servizi realizzati e le prestazioni erogate.
Gli ambiti sociali territoriali della Basilicata si caratterizzano per un coinvolgimento più limitato degli attori nei processi di pianificazione, una capacità di monitoraggio meno diffusa, un livello di integrazione tra settori e politiche relativamente basso e un accesso a un numero ristretto di fonti di finanziamento. La peculiarità di tali ambiti non implica necessariamente una difficoltà strutturale nella pianificazione, quanto piuttosto l’esigenza di adattare i processi di programmazione alle specificità territoriali e sociali. In questi contesti, il monitoraggio degli interventi e la collaborazione tra attori risultano più complessi, mentre la necessità di diversificare le fonti di finanziamento appare meno pressante rispetto ad altre realtà più articolate.
Ancora una volta emerge con chiarezza l’influenza della conformazione geografica e demografica della Basilicata sulle dinamiche e sull’efficacia delle politiche sociali. La regione, caratterizzata da un’estesa area interna con una bassa densità abitativa, è composta da una rete di piccoli e piccolissimi comuni spesso distanti tra loro, serviti da un sistema infrastrutturale e di trasporto pubblico non sempre in grado di garantire una mobilità capillare ed efficiente. Tale configurazione territoriale incide inevitabilmente sulla capacità di programmazione e sull’effettiva attuazione delle politiche sociali.
Di conseguenza, si rende necessario un modello di governance politica e amministrativa che, partendo da un’analisi approfondita delle criticità e delle loro cause, sia in grado di compensare tali fragilità attraverso interventi mirati e calibrati sulle reali esigenze delle persone e delle comunità locali.
In particolare, alle difficoltà legate alla dispersione geografica e alla frammentazione del tessuto territoriale lucano, è fondamentale contrapporre una rete solida e interconnessa di collaborazione tra enti pubblici, associazioni, operatori del settore e realtà del terzo settore, al fine di promuovere politiche integrate, servizi adeguati e spazi di socializzazione inclusivi.
Da tempo sosteniamo che un’azione strategica da parte della Regione Basilicata potrebbe consistere nella ridefinizione dei confini degli ambiti socio-territoriali, facendoli coincidere con quelli dei distretti sanitari e dei centri per l’impiego. Tale misura favorirebbe un rafforzamento dell’integrazione tra politiche sociali, sanitarie e di inclusione lavorativa, garantendo un approccio più coordinato ed efficace. In questa direzione, un ulteriore contributo al potenziamento delle politiche sociali potrebbe derivare da una riforma della governance territoriale, orientata verso il consolidamento delle unioni di comuni e la gestione associata e integrata dei servizi pubblici, anche in forma consortile, al fine di migliorare l’efficienza amministrativa e l’efficacia degli interventi a livello locale.
L’attuale contesto socio-economico impone alle istituzioni, agli attori del terzo settore e alle comunità locali la necessità di confrontarsi con la crescente complessità sociale e territoriale. Le trasformazioni demografiche, le disuguaglianze economiche, i mutamenti nei modelli di welfare e le sfide legate alla marginalità e alla coesione sociale richiedono un approccio innovativo nella progettazione e nell’attuazione delle politiche pubbliche. Solo attraverso un’attenta lettura delle specificità territoriali e una comprensione approfondita delle dinamiche sociali è possibile sviluppare soluzioni efficaci, inclusive e sostenibili.
L’innovazione sociale nasce proprio dalla capacità di adattare le risposte ai bisogni emergenti, superando schemi rigidi e modelli standardizzati. Ogni territorio presenta caratteristiche uniche, derivanti da fattori geografici, economici, culturali e infrastrutturali, che influenzano profondamente l’accesso ai servizi, la qualità della vita e le opportunità di sviluppo. Pertanto, è indispensabile adottare una prospettiva di governance partecipata, che valorizzi il coinvolgimento degli attori locali, la co-progettazione delle politiche e l’integrazione tra diversi ambiti di intervento, dal sociale al sanitario, dal lavorativo all’abitativo.
In questo quadro, la capacità di misurarsi con la complessità diventa un elemento strategico per il cambiamento. L’analisi dei bisogni reali, l’utilizzo di strumenti di monitoraggio e valutazione, l’impiego di metodologie flessibili e adattabili ai diversi contesti territoriali rappresentano le basi per un welfare innovativo e capace di rispondere in modo efficace alle sfide contemporanee.
L’adozione di modelli di governance integrata, il potenziamento della collaborazione pubblico-privato e il rafforzamento delle reti di solidarietà e cooperazione sono fondamentali per costruire interventi che non solo affrontino le emergenze, ma generino anche opportunità di crescita e sviluppo.
L’innovazione sociale, dunque, non è un concetto astratto, ma un processo concreto che si nutre di sperimentazione, ascolto attivo e adattabilità. Affrontare la complessità non significa solo gestire criticità, ma anche individuare potenzialità inesplorate, valorizzare risorse locali e costruire modelli di intervento capaci di generare impatto positivo a lungo termine. Solo attraverso un approccio dinamico, collaborativo e orientato al cambiamento sarà possibile promuovere nella nostra regione un sistema sociale più equo, resiliente e inclusivo.
Pensioni e tutela del potere di acquisto della popolazione anziana
La FNP CISL pone al centro della sua azione sindacale la difesa delle pensioni, del reddito e dei diritti dei pensionati, in un contesto sempre più complesso in cui il potere d’acquisto si riduce e le disuguaglianze si acuiscono.
Il tema delle pensioni è particolarmente rilevante: come FNP chiediamo un meccanismo di rivalutazione più equo che permetta agli assegni pensionistici di adeguarsi realmente all’aumento del costo della vita.
L’inflazione e l’aumento delle spese, in particolare quelle sanitarie ed energetiche, stanno mettendo in difficoltà un numero crescente di pensionati. È quindi fondamentale che il sistema previdenziale riconosca queste difficoltà e introduca strumenti di tutela più incisivi, sia attraverso un incremento delle pensioni minime, sia attraverso il riconoscimento del lavoro di cura svolto da familiari e caregiver, che ancora oggi penalizza in modo significativo le donne con carriere lavorative discontinue.
Accanto alla questione previdenziale, un altro fronte di battaglia è quello del fisco, che grava in modo sproporzionato sulle pensioni e sui redditi da lavoro dipendente rispetto ad altri Paesi europei. La FNP CISL rivendica con forza una riduzione del carico fiscale per i pensionati e un ampliamento della no-tax area per le fasce più deboli, in modo da garantire una maggiore equità e ridurre il peso delle imposte sui redditi più bassi. Inoltre, è necessario riconoscere fiscalmente il ruolo di chi sostiene spese di assistenza per familiari non autosufficienti, introducendo agevolazioni mirate che possano alleggerire i costi sempre più elevati dell’assistenza privata e sanitaria.
Servono investimenti strutturali per rafforzare la sanità pubblica, garantire prestazioni sanitarie in tempi ragionevoli e migliorare i servizi territoriali di assistenza domiciliare. Servono servizi domiciliari efficienti, un’assistenza qualificata e misure di supporto ai caregiver familiari, che spesso si trovano soli nel prendersi cura dei propri cari. Un altro nodo cruciale riguarda il trasporto pubblico, che deve essere potenziato e reso accessibile per garantire agli anziani autonomia negli spostamenti, evitando che l’isolamento sociale diventi una realtà sempre più diffusa.
La tutela del reddito è una delle priorità per la nostra federazione, che continua a battersi affinché nessun pensionato si trovi sotto la soglia della povertà. Per questo motivo, una delle richieste centrali è l’introduzione di una pensione di garanzia per chi ha avuto carriere lavorative frammentate o ha vissuto periodi di precariato, per evitare che questi lavoratori, una volta in pensione, si ritrovino in condizioni di grave difficoltà economica. La riforma della quattordicesima e l’ampliamento della platea di beneficiari rappresentano altre misure necessarie per rafforzare la protezione sociale dei pensionati con redditi più bassi.
Vogliamo promuovere un’idea di invecchiamento attivo che veda i pensionati non come soggetti passivi, ma come una risorsa per la società. È necessario incentivare la loro partecipazione alla vita sociale e comunitaria, valorizzandone il contributo attraverso il volontariato e l’associazionismo. Intendiamo anche sostenere percorsi di alfabetizzazione digitale per gli anziani, affinché possano usufruire dei servizi online senza sentirsi esclusi dalla trasformazione tecnologica in corso. Anche la formazione continua e le attività culturali devono essere promosse con più forza, affinché le persone anziane possano continuare a coltivare interessi e partecipare attivamente alla vita della comunità.
Un passo fondamentale è stato l’avvio della Consulta regionale per l’invecchiamento attivo, istituita nel novembre 2023, con il compito di coordinare e sviluppare le politiche relative. Questo modello di governance partecipativa – che coinvolge istituzioni pubbliche e organizzazioni della società civile, tra cui sindacati, associazioni del terzo settore e enti locali – consente di affrontare il tema in modo multidimensionale, coinvolgendo tutti gli attori locali e permettendo un ascolto diretto dei bisogni e delle priorità della popolazione anziana.
Tuttavia, resta il nodo delle risorse finanziarie.
Nonostante gli stanziamenti iniziali, la Regione deve fare affidamento su finanziamenti esterni, come quelli provenienti dal FSE+ e dal PNRR, per sostenere le diverse iniziative. Pertanto, l’aggiornamento della Legge Regionale 29/2017, che promuove appunto l’invecchiamento attivo, deve porre al centro del dibattito l’esigenza di ottenere maggiori fondi e risorse per espandere e consolidare i progetti in corso, nella consapevolezza che è necessario un impegno continuo e non episodico per affrontare le sfide demografiche e garantire un adeguato supporto agli anziani, soprattutto in termini di assistenza domiciliare e risorse finanziarie destinate a questo settore.
Care amiche e cari amici, in questi giorni ci aspetta un confronto ricco di idee, proposte e prospettive. Abbiamo un compito importante: analizzare le sfide che ci attendono, ma soprattutto ribadire con forza la certezza che non siamo soli.
La FNP CISL non è solo un sindacato: è prima di tutto una comunità di destino. Una comunità in cui nessuno viene lasciato indietro, in cui il valore delle persone non si misura dall’età, ma dall’esperienza, dalla capacità di essere ancora protagonisti, di dare un contributo, di lasciare un segno.
Viviamo in un tempo in cui si cerca spesso di dividere le persone in una insensata corsa verso la disgregazione sociale: giovani contro anziani, lavoratori contro pensionati, garantiti contro non garantiti. Ma noi rifiutiamo questa logica. Noi sappiamo che il futuro si costruisce insieme, che ogni generazione ha bisogno dell’altra, che il sapere degli anziani è la radice su cui cresce il domani dei più giovani.
Essere una comunità di destino significa avere il coraggio di immaginare un futuro comune, dove la solidarietà non è un concetto astratto, ma una pratica quotidiana. Significa continuare a lottare affinché nessun pensionato si senta invisibile, affinché ogni persona anziana possa vivere con dignità e serenità. Significa trasmettere ai giovani il senso della partecipazione, dell’impegno sociale, della costruzione di un mondo più giusto.
Da questo congresso, deve uscire una FNP CISL ancora più forte, più consapevole, più determinata. Un sindacato rigenerato nelle idee e nei metodi. Abbiamo il compito di essere un sindacato che non si limita a difendere, ma che progetta il futuro, che non si chiude nel passato, ma si apre all’innovazione, che non aspetta il cambiamento, ma lo guida.
E allora, portiamo con noi questo spirito, questa energia, questa responsabilità. Dobbiamo tornare nei territori con la convinzione che ogni azione conta, ogni voce è importante, ogni battaglia per i diritti dei pensionati è una battaglia per la dignità di tutti.
Perché il futuro non si subisce. Il futuro si costruisce. Insieme.
Grazie a tutti e buon congresso!