Flashmob per Gaza a Venosa. Di seguito il report di Maria Antonietta Dicorato.
“Se questa è una mamma!” è il commento, postato su FB, che accompagna la foto di una mamma palistinese che piange e abbraccia il suo bambino, morto nella striscia di Gaza. Nella foto, vi è un chiaro riferimento alla Pietà cristiana, nel commento un riferimento a Primo Levi “se questo è un uomo”. Come l’uomo di Levi viene privato di tutto ciò che ne fa di lui un uomo, quella donna è privata di tutto ciò che la fa madre. Con questa consapevolezza e raccogliendo l’appello “L’ultimo giorno di Gaza – L’Europa contro il genocidio”, appello che ha promosso una mobilitazione per il 9 maggio, nel giorno in cui è nata l’Europa, un gruppo di citttadine e cittadini liberi e varie associazioni hanno dato vita, il 10 maggio 2025, ad un flash mob, svoltosi davanti all’edificio della scuola elementare della città Venosa. Nutrito il gruppo di partecipanti, nutrito il gruppo di associazioni che hanno deciso di testimoniare. Anche a Venosa, non si vuole rimanere in silenzio, un silenzio ambiguo che rischia di trasformarsi in complicità. A Gaza, il luogo dove si sta prerpetuando un genocidio, si vive una situazione che ogni europeo dovrebbe definire intollerabile. Se l’Europa è nata ed è stata fondata sui diritti, sulla libertà, sul ripudio della guerra, sulla cultura della pace, sull’eguaglianza, sull’antirazzismo, sull’antifascismo, come può accadere che stia in silenzio di fronte a tanta disumanità espressa nel martirio verso la striscia di Gaza? Un’Europa, che non reagisce adeguatamente contro i responsabili dei massacri, che permane in una posizione ambigua e contraddittoria, è un’Europa che non ci piace. Nel flashmob di Venosa, infatti, vistoso era uno striscione che ribadiva il “No al riarmo”, ritenuto una risposta non accettabile alla crisi internazionale che stiamo vivendo. I cittadini singoli e le associazioni partecipanti hanno espresso, con un breve intervento, le motivazioni della loro presenza alla manifestazione. Inoltre, i partecipanti si sono impegnati a costruire un presidio territoriale per la Pace e si sono dati appuntamento per firmare un documento comune e continuare a promuovere iniziative di mobilitazione.