Chemin de la Croix di Paul Claudel nella traduzione di Basilio Gavazzeni, 12^, 13^ e 14^ stazione. Di seguito la traduzione a cura di Basilio Gavazzeni.
IL CAMMINO DELLA CROCE DI PAUL CLAUDEL
Dodicesima stazione
Poco fa soffriva, è vero, ma adesso morrà. La grande Croce nel buio si muove debolmente con il Dio che respira. C’è tutto. C’è solo da lasciare agire lo Strumento che dalla congiunzione delle due nature, inesauribilmente, dalla sorgente del corpo e dell’anima e dell’ipostasi spreme ed estrae ogni possibilità di soffrire che è in lui. È solo come quando Adamo era solo nell’Eden, solo per tre ore e degusta il vino, l’invisibile ignoranza dell’uomo quando Dio si ritrae! Il nostro ospite è appesantito e la sua testa a poco a poco reclina. Non vede più la Madre, il Padre l’abbandona. Degusta la coppa e la morte che lentamente l’avvelena. Non ti basta dunque questo vino acido e misto con acqua per cui all’improvviso ti raddrizzi e gridi: Sitio? Hai sete, Signore? A me ti rivolgi? Di me ancora hai bisogno, e dei miei peccati? Manco io prima che tutto sia compiuto?
Tredicesima stazione
Qui la Passione finisce e continua la Compassione. Il Cristo non è più sulla Croce; è con Maria che l’ha ricevuto: lei come l’accettò promesso, lo riceve vendemmiato. Il Cristo che ha sofferto sotto gli occhi di tutti di nuovo è nascosto nel grembo della Madre. La Chiesa fra le braccia si fa carico per sempre del suo amato. Ciò che è di Dio , e ciò che è della Madre, e ciò che ha fatto l’uomo, tutto è per sempre con lei sotto il suo manto. Lei l’ha preso, lei vede, lei tocca, lei prega, lei piange, lei ammira; lei è il sudario e l’unguento, la sepoltura e la mirra, il prete e l’altare, il vaso e il Cenacolo. Qui finisce la Croce e comincia il Tabernacolo.
Quattordicesima stazione
Il Sepolcro dove è deposto il Cristo morto dopo tanto patire, la cavità in fretta dissigillata perché dorma la sua notte, prima che il trafitto risusciti e ascenda al Padre, non è soltanto questo sepolcro nuovo, è la mia carne, è l’uomo, vostra creatura, che è più profonda della terra! Adesso che il suo cuore è aperto e adesso che le sue mani sono perforate, non vi è più croce con noi cui il suo corpo non sia adattato, non vi è più peccato in noi cui non corrisponda la piaga! Vieni dunque a noi dall’altare dove sei nascosto, o Salvatore del mondo! Signore, come è aperta la tua creatura e profonda!
Traduzione a cura di Basilio Gavazzeni