Sovraffollamento dei reparti di medicina interna, Consigliere regionale Vizziello: Effetto dei ritardi nell’attivazione di Ospedali e Case di comunità. Di seguito
“Negli ospedali lucani il 66% dei reparti di medicina interna è in sovraffollamento, con i pazienti costretti talvolta a restare in corsia, assistiti su una lettiga o una sedia. Una situazione che rischia di diventare ancora più preoccupante in estate, quando almeno il 30% del personale sanitario va giustamente in ferie e che è l’effetto dei ritardi nell’attivazione di Ospedali e Case di comunità”.
Ad affermarlo, in una nota, è il Capogruppo di Basilicata Casa Comune in Consiglio regionale Giovanni Vizziello che così commenta la recente indagine Fandoi (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti) sull’overbooking di questi importanti reparti degli ospedali.
“Benchè destinati ad accogliere soprattutto pazienti anziani e pazienti cronici, caratterizzati da bisogni assistenziali complessi” -sostiene Vizziello- “i reparti di medicina interna degli ospedali sono a tutt’oggi classificati come a bassa intensità di cura e costretti a convivere con croniche carenze di personale e di posti letto, che rendono estremamente difficile per il personale sanitario il rispetto delle 11 ore di riposo giornaliero prescritte dalla normativa”.
“Almeno un terzo dei ricoveri effettuati in questi reparti potrebbe essere evitato attraverso una efficace presa in carico da parte delle strutture della medicina del territorio” -sottolinea Vizziello-“ma i ritardi nell’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale, recentemente certificati dalla Fondazione Gimbe che annovera la Basilicata tra le regioni d’Italia ancora a quota zero di Ospedali e Case di Comunità, rendono l’ospedale l’unico approdo per i pazienti fragili bisognosi di cure”.
“Questo dei ricoveri e delle degenze determinate da motivi per così dire sociali, con i pazienti anziani parcheggiati in ospedale perché mancano le strutture dell’assistenza di prossimità e perché non tutti possono pagare di tasca propria i costi delle rette nelle RSA”-conclude Vizziello-” è un vero e proprio vulnus tanto per la salute degli anziani, ricoverati impropriamente negli ospedali, quanto per il sistema sanitario, costretto a sostenere, lo scorso anno, i costi di ben due milioni di giornate di ricovero improprie”.