“I toni trionfalistici con cui l’Assessore Latronico ha commentato il report della Fondazione Gimbe sugli screening oncologici in Basilicata ci sono apparsi francamente esagerati ed infatti sono puntualmente smentiti dall’Agenas che, relativamente all’anno 2024, ci dice che la nostra regione è sostanzialmente in linea con le altre per quanto riguarda i tassi di adesione agli screening di colon retto e cervice uterina, ma è di ben 16 punti percentuali sotto la media nazionale per quanto riguarda lo screening della mammella.”
E’quanto afferma, in una nota, il Capogruppo in Consiglio regionale di Basilicata Casa Comune Giovanni Vizziello che così commenta la sesta Indagine Nazionale sull’ attuazione delle Reti Oncologiche Regionali pubblicata ieri da Agenas.
“Quando si parla di screening” -sottolinea Vizziello- “è l’adesione rispetto alla popolazione target l’indicatore che deve essere esaminato per valutare il successo di un programma di prevenzione e la capacità della governance sanitaria di garantire risposte efficaci alle esigenze di salute dei cittadini. L’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari regionali ci dice che la Basilicata arranca sullo screening della mammella e, sempre nel 2024, fa registrare un preoccupante arretramento di ben 11 punti percentuali rispetto al 2023 in tema di adesione allo screening della cervice uterina, che passa dal 62 al 51 per cento”.
“Non va meglio sul fronte del funzionamento della rete oncologica” -prosegue Vizziello-” vale a dire del modello organizzativo che consente ai sistemi sanitari di garantire un approccio integrato e multidisciplinare alle patologie oncologiche e soprattutto di rispettare il nesso tra volumi di attività ed esiti delle cure e che secondo i tecnici di Agenas presenta, in Basilicata margini di miglioramento con riguardo ai processi di base e all’implementazione, eufemismi che equivalgono ad una bocciatura senza se e senza ma”.
“Quando si predilige la propaganda alla corretta comunicazione istituzionale, come da tempo è solito fare l’Assessore Latronico” -conclude Vizziello-” l’effetto è quello di dare numeri buoni forse per il gioco del Lotto, come nel caso degli screening o il silenzio rispetto ad un elemento decisivo, insieme agli screening, nella lotta ai tumori, come il corretto funzionamento della rete oncologica, a cui deve essere ascritto il grande risultato di aver portato l’Italia ad avere un tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di tumore pari, in media, al 60 per cento”.