Il Comitato per la Pace di Potenza ha inviato una lettera al sindaco di Potenza, ai componenti del Consiglio Comunale e della Giunta per chiedere la convocazione di un consiglio comunale aperto che esprima una ferma condanna della politica criminale di Israele a tutela della popolazione di Gaza.
Mentre Gaza muore, il mondo assiste indifferente ad un brutale genocidio che vede la popolazione ormai allo stremo. Sono passati più di 60 giorni da quando Israele ha ordinato la sospensione di tutti gli aiuti: niente cibo, niente carburante e nemmeno medicine. Il governo israeliano non tiene in alcuna considerazione i principi del diritto internazionale e meno che mai quelli del diritto umanitario.
Condannare la politica del governo Netanyahu non è una forma di antisemitismo (come ormai siamo abituati a sentire da parte di una certa stampa e di una buona parte della classe politica complice dei massacri), ma un modo per levare una voce contro un vero e proprio genocidio che si sta consumando sotto gli occhi della comunità internazionale.
Contro questo abominio, questo scempio senza fine, che nessuno riesce o vuole fermare, noi semplici cittadini vogliamo mandare un segnale di totale ripudio e condanna. Le istituzioni, in un ordinamento democratico, dovrebbero essere un presidio di difesa della legalità e dei diritti universali a cui tutti dovrebbero ispirare le proprie azioni.
Per questo chiediamo che venga convocato un consiglio comunale aperto che esprima una ferma condanna della politica criminale di Israele: da più parti si stanno levando voci a favore dei diritti del popolo palestinese, anche a Tel Aviv si sfila con le foto dei bambini uccisi dalle bombe israeliane e nel centro di Gerusalemme un gruppo di ebrei ortodossi espone bandiere palestinesi.
Il Comune di Potenza dimostri di voler spezzare questa intollerabile rete di complicità sia promuovendo azioni concrete di solidarietà con il popolo palestinese sia con semplici gesti simbolici quali, per esempio, l’esposizione delle bandiere della pace e della Palestina sul palazzo di città.
Nel mondo attuale, in cui le notizie arrivano praticamente in diretta e assistiamo inermi a uno sterminio in diretta, non potremo dire “Noi non sapevamo” e di questo, un giorno, la storia ci presenterà il conto.