Lomuti (M5s): “A Tempa Rossa affari stranieri sulla pelle dei lucani, presentata interrogazione”. Di seguito la nota integrale.
Ho depositato con il collega, vicepresidente della Camera dei Deputati, Sergio Costa, una interrogazione per approfondire e fare luce su quanto riportato da diversi articoli e comunicati stampa, soprattutto negli ultimi due anni. Denunce che comprendono le preoccupazioni anche dei sindacati locali in merito alle condizioni lavorative sul sito petrolifero di Tempa Rossa. Le storie raccolte, le testimonianze dei lavoratori sono sconcertanti: si parla anche di vertenze in corso e di impugnazione di licenziamenti in scenari a dir poco preoccupanti. Dalla mancanza di norme di sicurezza alla perdita di sostanze infiammabili ed esplosive (nel caso del deposito GPL). Parliamo di denunce su carenze impiantistiche, condotte antisindacali, pressioni su lavoratori e rappresentanti sindacali, carenza di formazione nel personale, mancanza di DPI per alcuni lavoratori esposti a sostanze tossiche, e poi mancata trasparenza nei controlli ambientali.
E poi c’è l’ultimo report pubblico sullo stato di salute delle acque sotterranee della zona risale al 2015 e riportava estesa contaminazione di falda per numerose sostanze tossiche. Sette ordinanze di divieto di utilizzo dell’acqua, e nel 2025, dieci anni dopo, non c’è un colpevole, non c’è un responsabile e chi inquina non paga, né risarcisce, né bonifica.
Il petrolio da risorsa è diventato padrone, il ricatto estrattivo è insostenibile anche in termini sociali oltre che ambientali e mentre si parla di altri due pozzi su Tempa Rossa, Gorgoglione 3 e Gorgoglione 4, la macchina dei controlli rimane anni luci indietro rispetto al controllato.