Incendio a Metaponto, Consigliere comunale Bennardi (M5s): più prevenzione, più protezione civile, più rispetto per questo territorioInce. Di seguito la nota integrale.
Ho vissuto da vicino, come centinaia di altre persone, le ore drammatiche dell’incendio che ha colpito Metaponto ieri. Anch’io sono stato costretto a lasciare in fretta il mio alloggio. Fortunatamente ho potuto fare ritorno a Matera, la mia città, a pochi chilometri di distanza. Ma per molti altri non è stato così semplice. Turisti italiani e stranieri, famiglie con bambini piccoli, residenti e operatori turistici si sono riversati sulla strada provinciale Bernalda-Metaponto e nell’unico punto di raccolta previsto nel comune di Bernalda, spesso senza alcuna assistenza, sotto un cielo rosso di fumo, tra la vista delle fiamme e tanta paura.Sulla provinciale siamo rimasti in fila per lungo tempo, avvolti da una coltre irrespirabile. Ho visto persone a piedi, madri con carrozzine, bambini con solo il pannolino addosso, evacuati in costume da bagno e asciugamano, senza nemmeno una bottiglia d’acqua o un servizio igienico.
È doveroso oggi, innanzitutto, ringraziare chi ha lavorato senza sosta e con grande dedizione: la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, la Polizia Locale, le Forze dell’Ordine, i volontari, gli operatori turistici che si sono prodigati come potevano. A loro va tutta la mia riconoscenza.
Ma non possiamo fermarci ai ringraziamenti.
Questa emergenza ha messo a nudo la fragilità di un intero sistema, in termini di prevenzione, sicurezza e infrastrutture. È mancata l’assistenza minima lungo le vie di fuga, è mancata una rete di comunicazione rapida ed efficace. La gestione è stata affidata a volontari, spesso insufficienti e non coordinati.
Come ex sindaco e autorità locale di protezione civile, ho denunciato più volte la necessità di investimenti strutturali sulla prevenzione e sulla gestione delle emergenze. I Comuni da soli non ce la fanno. Servono più risorse, più personale qualificato, una rete operativa e stabile tutto l’anno, non solo nei mesi estivi.
L’evacuazione di massa di migliaia di persone in poche ore ha dimostrato l’urgenza di ripensare i piani di mobilità e sicurezza del territorio. È impensabile che esista un solo punto di raccolta a Bernalda per tutta l’area di Metaponto, che d’estate accoglie decine di migliaia di presenze. Occorrono più aree di ammassamento, attrezzate, raggiungibili, pensate per il primo soccorso e per un’accoglienza dignitosa in caso di emergenza.
Va rilanciata con decisione anche la prevenzione ambientale. Serve una cura costante e non stagionale del nostro patrimonio naturale: fasce parafuoco, corridoi di sabbia, aree inerti all’interno delle pinete, da mantenere pulite e sgombre, proprio per rallentare o arrestare la corsa del fuoco. Al Mondial Camping, duramente colpito dalle fiamme, non mi è parso di vedere misure di questo tipo. Anzi, da alcune immagini antecedenti all’incendio, si nota l’incuria delle fasce parafuoco, con vecchi tronchi abbandonati e vegetazione secca.
Queste strutture si trovano nel cuore della macchia mediterranea, meravigliosa ma altamente infiammabile.
Anche la comunicazione è risultata carente. Da sindaco avevo creato un canale Telegram e una pagina social dedicata esclusivamente alla Protezione civile materana. Oggi più che mai è chiaro: una comunicazione tempestiva può salvare vite. Occorre investire anche su questi strumenti. Non è un dettaglio secondario.
Ora è necessario fare piena chiarezza sull’accaduto. Si svolgano tutte le indagini del caso. Se sarà confermato che si è trattato di un incendio doloso, chi ha appiccato il fuoco va chiamato col suo nome: criminale senza scrupoli. Si faccia luce: chi vuole devastare Metaponto? Un racket? Una vendetta?
Ho letto le parole di solidarietà del Presidente Bardi. Bene ma adesso servono fatti concreti. La Regione, la Provincia e i Comuni interessati devono prendere coscienza della fragilità del nostro territorio e agire con decisione. È in gioco la sicurezza delle persone, ma anche l’immagine e l’economia di un’area a fortissima vocazione turistica, culturale e naturalistica. L’accoglienza non può prescindere dalla sicurezza. E ora chi paga i danni? Chi risarcirà gli operatori turistici, i residenti, i villeggianti?
Perché non riusciamo a prenderci cura delle nostre fragilità? Metaponto merita di più. Merita rispetto, dedizione, investimento. Merita di essere ciò che è: il fiore all’occhiello della costa lucana.
Non può restare una terra abbandonata da trent’anni all’incuria e all’indifferenza generale. È il momento di svegliarsi. Consiglieri regionali, parlamentari lucani, amministratori locali: tutti. E agire.