Digilio (Europa Verde-Avs Basilicata): “Matera, città in bilico tra cambiamento e incertezze”. Di seguito la nota integrale inviata da Giuseppe Digilio, Presidente Europa Verde-AVS Basilicata, componente Consiglio Federale Nazionale Europa Verde.
La vittoria di Antonio Nicoletti, per quanto formalmente legittima, apre una fase politica tutt’altro che solida. Il voto materano ha raccontato una città che vuole cambiare, ma che resta sospesa tra entusiasmo e timore, tra speranze genuine e manovre opache.
La sconfitta di Roberto Cifarelli, dato per favorito al primo turno, è stata figlia delle profonde fratture interne al centrosinistra. Primarie contestate, simboli rimossi, una leadership sfilacciata. Un quadro confuso, che ha lasciato l’elettorato disorientato e diffidente.
Ma il vero snodo si consuma ora, nel cuore delle istituzioni. Nicoletti si ritrova a guidare una Giunta senza una maggioranza consiliare definita. Ed è qui che la politica materana sta rivelando il suo volto più debole, forse anche più pericoloso.
La ricerca quotidiana di numeri in Consiglio – fatta di adesioni individuali, silenzi strategici, cambi di casacca e dichiarazioni ambigue – non è il segnale di una ritrovata responsabilità politica. Al contrario, è il sintomo di un sistema che rischia di degenerare in una compravendita di voti mascherata da dialogo istituzionale.
Alcuni consiglieri eletti nella coalizione Cifarelli hanno già deciso di “passare dall’altra parte”. Ma lo hanno fatto slegati da ogni confronto pubblico, senza che Nicoletti abbia mai presentato un piano strategico, un programma di mandato, una visione condivisa su cui costruire un’alleanza.
Hanno scelto, semplicemente, in base a logiche personali.
Questa dinamica – al di là della propaganda – non annuncia nulla di buono sul piano democratico. Perché chi aderisce a un progetto in assenza totale di contenuti, verosimilmente lo fa sulla base di accordi maturati altrove: forse in stanze fuori dal Comune, forse a Potenza o addirittura a Roma. Di certo, non per amore di Matera.
Una maggioranza ottenuta con queste premesse può anche garantire numeri per governare, ma sarà instabile, ricattabile, condizionata. Ogni voto diventerà una moneta di scambio, ogni consigliere un potenziale “azionista di maggioranza”, in grado di bloccare, orientare o pilotare l’azione amministrativa a seconda degli interessi del momento.
E in questa spirale rischia di precipitare l’intera città. Con dossier cruciali in arrivo – dal nuovo piano urbanistico alla gestione dei Sassi, dalla ZTL alla viabilità, fino alle scelte patrimoniali – Nicoletti si troverà stretto tra i vincoli istituzionali e le pretese individuali. Una mina pronta a esplodere alla prima decisione impopolare.
Ben diverso sarebbe sostenere l’amministrazione in nome di un progetto politico chiaro, condiviso e trasparente. Solo così si può aprire una nuova stagione, fatta di collaborazione e confronto.
Un vero laboratorio democratico.
Invece, si è preferito scegliere la via più breve: il salto individuale. Un salto che rischia di ridurre Matera a terreno di conquista per ambizioni personali, piccoli potentati e giochi di corrente.
Oggi la città è in bilico. Il rischio è lo stallo istituzionale, il logoramento, la perdita ulteriore di fiducia dei cittadini nei confronti della politica.
L’opportunità di invertire questa tendenza è ancora viva, ma va afferrata con lucidità: serve un patto politico e sociale nuovo, fondato su trasparenza, ascolto e partecipazione.
Se Antonio Nicoletti saprà rifiutare i ricatti, isolare le logiche clientelari e proporre una visione autentica e condivisa per Matera, potrà scrivere una pagina importante. Non solo per sé, ma per tutta la città, aprendo una nuova stagione in cui le vecchie logiche spartitorie vengano finalmente smascherate e superate.
Ma se sceglierà di accontentare le singole richieste in cambio della sopravvivenza politica, il suo mandato sarà marchiato fin dall’inizio da una debolezza strutturale.
E Matera, ancora una volta, pagherà il prezzo di una politica corta di respiro e povera di coraggio.