CUB (Confederazione Unitaria di Base) di Basilicata dice no alla Rotatoria “Nino Postiglione – Nel ricordo della Radio libere 1976” nel quartiere Poggio Tre Galli a Potenza. Di seguito la nota integrale.
Nella città di Potenza è in corso un acceso dibattito sul fatto che l’attuale sindaco Telesca insieme alla sua giunta (sembra anche con il tacito consenso di tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione), ha prima deciso di intitolare lo spazio del Belvedere del Parco di Montereale di Potenza al defunto Postiglione Bonaventura, fondatore di una radio locale, imprenditore e in vita anche candidato nel 2000 a Presidente della Regione con la lista “Nuovo Progetto”, che intercettò quasi 3.500 voti. Il Sindaco Telesca dopo aver ritirato quanto su detto, sembra comunque voler procedere all’intitolazione di altri spazi allo stesso defunto su citato. Alcune associazioni, alcuni esponenti di partiti e altri sindacati hanno espresso contrarietà a questa scelta.
Anche l’esponente nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore nella giornata del 5 gennaio è intervenuto sul caso dell’intitolazione di uno spazio pubblico al signor Bonaventura Postiglione, ha detto di aver avuto a che fare con Postiglione e «la collaborazione con lui rappresentò un’esperienza politica concreta, fondata sull’amore comune per la Terra lucana». Durante “la collaborazione” eventuale, chissà se il signor Postiglione Bonaventura era a conoscenza che “l’esponente nazionale di Forza Nuova è stato condannato per banda armata e associazione sovversiva, fuggito in Inghilterra e negata l’estradizione, ci restò fino a quando i reati non furono andati prescritti per poi rientrare in Italia, lo stesso personaggio è stato accusato e condannato dal Tribunale di Roma per aver fatto parte all’assalto alla sede della Cgil di Roma nel 2021.”
Non conoscevamo personalmente il signor Postiglione ma se è vero che collaborava con i neo fascisti ed eventualmente condivideva quello che i fascisti hanno fatto, secondo il nostro modesto parere il sindaco di Potenza che ha preso tanti voti anche di antifascisti, avrebbe dovuto ascoltare i cittadini ed eventualmente non avrebbe dovuto proprio proporre insieme ad altri l’intitolazione di uno spazio pubblico al soggetto in questione.
Non ci meraviglia il fatto che il sindaco del comune di Potenza Telesca voglia intitolare uno spazio pubblico a Postiglione, nel Palazzo regionale della Basilicata quelli di centro destra gli hanno già dedicato nel 2023 anche la Sala Stampa. Rutelli in qualità di Sindaco di Roma nel 1995 arrivò addirittura a proporre di intitolare una strada di Roma a Giuseppe Bottai, già ministro sotto il fascismo, ovviamente non perché era stato ministro sotto il fascismo, ma per altre particolarità.
A Villaggio Frasso in provincia di Cosenza in Calabria, c’è ancora una via intitolata a Emilio De Bono, gerarca della prima ora e quadrumviro della Marcia su Roma, come nella vicino Padula di Salerno c’è ancora una via intitolata al gerarca fascista Italo Balbo, come altri posti intitolati a personaggi che hanno sostenuto il regime del ventennio fascista.
Il Sindaco Telesca ha dichiarato che “Postiglione non viene ricordato di certo per le sue eventuali simpatie politiche” è un errore pensare che la “scelta dell’amministrazione sia quella di ricordare il politico Postiglione” che nel 2000 era candidato a Presidente della Regione Basilicata “con un suo movimento civico, Nuovo Progetto, tutt’al più con l’appoggio elettorale di quello che era 25 anni fa un movimento molto diverso da quello che poi negli anni a seguire sarebbe diventato”. I motivi quindi per il sindaco sono altri e vanno scisse le cose. Il ragionamento del sindaco sembra lo stesso ragionamento che probabilmente fanno altri. Le intitolazioni di strade a Emilio De Bono e a Italo Balbo restano e non vengono rimosse, non perché erano fascisti ma per altre peculiarità? Non è forse che tali scelte si fanno invece per convenienze elettorali e politiche?
La cosa che più ci lascia esterrefatti e schifati è quella che ogni giorno muoiono tre lavoratori sui posti di lavoro e in itinere e al di là dei comunicati stampa e delle prese di posizioni abitudinarie di cordoglio, da parte anche di tanti sindaci ce ne fosse uno che avesse avuto la sensibilità di intitolare una via, un luogo, ai tanti operai ammazzati sui posti di lavoro. In verità chi si insedia e governa in precisi luoghi, non può far altro, fra le tante cose che fa, anche decidere all’interno di un grande consociativismo di classe, intitolarsi anche le vie, i vicoli e i luoghi. Anche mettendo in piedi commissioni preposte i membri sarebbero gli stessi e nulla cambierebbe, gli operai e le famiglie colpite dalle morti sul lavoro dovrebbero solo prendere atto di questo e fissarlo bene nella propria mente.