Basilio Gavazzeni: l’imperdonabile e il maestro. Di seguito la nota integrale.
Una tramontana che si prende gioco di ogni torrida previsione esalta Piazza S. Agnese. Si addice a lui, Fabrizio Zampagna che, già fornito di pneuma pentecostale, sciorina due manifesti, uno di enorme grandezza, l’altro medio. Ostende il programma di un Incontro-Laboratorio in omaggio a don Lorenzo Milani, intitolato Testimoni di una profezia educativa che si svolgerà domani, lunedì, 30 giugno, nell’Auditorium in Piazza del Sedile, dalle 9,30 alle 18,00. Non mette conto elencare gli autorevoli specialisti che vi interverranno, ma è il caso di rilevare che Antonio Nicoletti, Sindaco di Matera e Maurizio Marcello Pittella, Presidente del Consiglio Regionale, saranno le autorità preposte ai saluti. Nel pomeriggio lo stesso Zampagna regolerà il brainstorming del Laboratorio. Ai partecipanti sarà messa a disposizione una ricca cartella di cui non mi perito di rilevare il contenuto ancora in fieri. Ovviamente non mancherà un ristoratore coffee break. Imperdonabile Fabrizio, nella sua prorompenza. Giuntomi in ufficio una mattina, circa un dozzina di giorni fa, sollecitandolo io a fornirmi della documentazione sul Progetto Agna che a diciotto anni nel 1969 impiantò nell’omonimo Rione di Matera sud e, scoprendo lui che la scuola di qui ha per patrono il Maestro di Barbiana, ai baleni sono seguiti i suoi fulmini. Pochi giorni dopo eccomi sul tavolo il prezioso e bellissimo materiale cartaceo che testimonia quel Progetto. Ecco, qualche giorno dopo, le bozze di un’intervista che ha concesso a Raffaele Paolicelli e a Francesco Foschino, fondatori della rivista trimestrale di storia e cultura del territorio Mathera che già la pubblica nel numero 32/33 col titolo Una terza via per il recupero dei Sassi.Venti anni fra i Sassi e i ghetti urbani (1969-1989).Diciassette pagine pausate da quattordici foto: inedite. Ed ecco, nel contempo, l’irremovibile decisione di imbastire questo Incontro-Laboratorio che io, con la mia pesantezza economicistica, ho impetrato che non organizzasse. Imperdonabile Fabrizio, il solito, ostinato, fiducioso, capace d’indignazione, folle e persino divertito. Mi fa piangere quando si espone così. Qualcuno che non mi conosce e non sa come stimi l’uomo, si stupisce a vedermi in dialogo con lui. Non mi sembra del tutto apposto mi osserva una persona antennata nel buon senso. In questa nostra luce meridiana che talvolta ci ottenebra, mentre gli homines Deiparae Virginis Mariae de Bruna prendono possesso della città per la festa che trarrà fuori dalle case perfino i morenti, la brava persona non capisce che Fabrizio Zampagna, come altre volte, controcorrente, in umiltà e innocenza, con il lumicino della ragione, lavora perché sulla città rifulga una vera luce. Eccolo ritornare sul tema della sua giovinezza quando, senza dubbio a conoscenza della lezione di don Milani che cominciava a divulgarsi, nel contesto sociale e culturale di assoluta emarginazione del Rione Agna che qualcuno assurdamente definiva semirurale, tentò di riportarne a galla la popolazione a partire dal recupero scolastico dei ragazzi. Tutto è cambiato. Oggi s’inclina a ritenere che sia in corso una deriva educativa irrimediabile. Le famiglie sono pietrificate dalla loro impotenza a trattenere i figli perfino dalle violenze più efferate. Ricette pare che non ve ne siano. Per di più il paradigma tecnografico s’impone anche sopra di loro. Occorrono Maestri Maestri, dentro e fuori delle aule scolastiche. L’esemplarità della figura di don Lorenzo Milani è ancora tutta da raccogliere. A questo pensa l’imperdonabile Fabrizio Zampagna che sogna una città meno effimera.