Impianti biogas a La Martella (Matera) e Policoro, associazione EHPA Basilicata: “Basilicata, terra unita o somma di feudi? L’ambiente sotto scacco della politica a corrente alternata”. Di seguito la nota integrale.
Basilicata – Quando si parla di ambiente in questa Regione, la domanda sorge spontanea: ” esiste davvero una Basilicata unita nei suoi interessi, oppure è solo una somma di feudi, ciascuno in balia degli equilibri elettorali del momento?”
Le cronache recenti offrono spunti che fanno riflettere. Da Matera a Policoro, passando per piccoli comuni troppo spesso silenziosi e ignorati, emerge un quadro preoccupante: la tutela ambientale sembra non rientrare tra le priorità dell’agenda politica, se non quando i problemi toccano nervi scoperti, ossia l’elettorato. Solo allora l’attenzione si riaccende, ma è spesso tardiva, frammentaria e dettata più dal consenso che da una reale visione di sviluppo sostenibile.
Un esempio emblematico è la vicenda della centrale a biogas prevista a Policoro. Un progetto che ha sollevato un’ondata di indignazione locale e che, guarda caso, ha trovato ascolto proprio perché sostenuto da un consigliere regionale, Rocco Leone, in un’area elettoralmente sensibile. Il risultato? Un raro e tempestivo ricorso all’autotutela, che ha bloccato momentaneamente l’iter di realizzazione.
Una vittoria certo,ma una vittoria che solleva più dubbi che certezze.
EHPA Basilicata, che da anni osserva e documenta l’evoluzione delle politiche ambientali regionali, sottolinea come il caso Policoro abbia messo in luce un problema sistemico, la disparità di trattamento tra territori. “Perché Policoro sì e altri territori no? Perché la centrale biogas a Matera, che pure ha sollevato timori e perplessità, ha avuto un iter così poco ostacolato?”
E soprattutto:” perché la centrale a biogas di Grottole, nonostante le legittime perplessità sul reale fabbisogno giornaliero di materia prima – e quindi sull’impatto ambientale e logistico – non ha generato la stessa preoccupazione istituzionale o politica di Policoro?” Anche in questo caso, i cittadini sono disorientati, eppure le reazioni pubbliche sono state timide, quasi nulle, come se le criticità ambientali valessero solo in certi contesti, e in determinati periodi.
La risposta è chiara, contano solo i numeri dei voti, non quelli dell’inquinamento. L’ambiente diventa argomento politico solo quando minaccia di far perdere consensi, quando la protesta rischia di far traballare una “poltrona”. È una politica cinica, reattiva, a corrente alternata.
E così, mentre in alcune aree si ottiene attenzione e tutela, in altre si impiantano centrali senza confronto, si autorizzano progetti senza trasparenza, si calpestano i diritti con il silenzio, inaccettabile.
Stiamo costruendo una Basilicata a due velocità: quella che può permettersi di dire no, e quella che deve solo subire. Una terra dove chi ha il politico giusto viene salvato, e chi non ce l’ha diventa discarica, ciminiera, cavia.
EHPA Basilicata lo dice forte, serve uno scatto etico prima ancora che politico, serve una visione chiara, coerente, che metta al centro la giustizia ambientale. L’ambiente non è una concessione da elargire dove conviene, è un diritto di tutti ovunque.
Non possiamo più permettere che il nostro territorio venga sacrificato sull’altare dell’interesse elettorale. È ora di spezzare il meccanismo perverso della tutela a misura di consenso. È ora di dire basta!
La Basilicata non può più essere un mosaico di feudi ,deve essere un’unica “Terra” e difesa come tale.