Il MiniBasket in Piazza non è solo sport, è tanto altro. Dalla condivisione dei valori alla creazione di nuove amicizie; dal primo viaggio lontano da casa per molti bambini al primo approccio con un Paese estero per molti altri; dalla scoperta di altre realtà e altre lingue, alla prima gara giocata con un pubblico attorno a far festa. L’esperienza che ti lascia un torneo internazionale tra i 9 e gli 11 anni è sicuramente un’emozione che ogni bambino porta con sé per il resto della sua vita. E non è una sensazione diversa se, con il passare degli anni, il basket diventa una professione, se i palcoscenici calcati diventano i più grandi palazzetti d’Europa e del mondo, Neppure se si arriva a giocare in NBA, la settimana del MiniBasket in Piazza di Matera viene dimenticato.
Ed è per questo che abbiamo voluto ricordare insieme ad alcuni degli attuali grandi campioni della pallacanestro italiana e non solo, l’emozione dell’esperienza al MiniBasket in Piazza organizzato dalla Pielle Matera Basket nella città dei Sassi. Matteo Spagnolo, oggi guardia dell’Alba Belin e stabilmente in Eurolega, ha calcato i campetti del MiniBasket dieci anni fa, nel 2015 con i suoi coetanei dell’Aurora Brindisi, sua prima squadra. Negli anni ha indossato anche la prestigiosa casacca dei Blancos nel 2018 con il Real Madrid, prima di essere scelto dai Minnesota Timberwolves con la 50° scelta assoluta al Draft NBA 2022 e di indossare stabilmente la maglia Azzurra della nazionale italiana. Insomma, una carriera già stratosferica per il ventiduenne cestista brindisino, che comunque, quando si parla di MiniBasket, spalanca gli occhi e dice: “Penso che il Torneo Minibasket in Piazza a Matera, sia stata una delle più belle esperienze che abbia fatto da piccolo. È molto competitivo ed organizzato benissimo. Il villaggio era bellissimo e mi sono personalmente divertito tantissimo dentro e fuori dal campo”.
Una sensazione che trova riscontro anche nelle parole di uno dei pilastri del basket italiano, Alessandro Gentile. È stato a Matera nel 2004 con l’Artus Maddaloni e ammette: “Ricordo perfettamente il Torneo di Matera nel 2004, il primo a cui ho partecipato, ma anche quello a cui sono più affezionato. La prima volta lontano da casa ma con i miei compagni di squadra, lo stupore di incontrare tanti ragazzi di nazionalità diverse, l’attesa per le partite, l’emozione che non ti fa avvertire la stanchezza, la felicità di stare insieme rincorrendo quella palla a spicchi che ci consente di giocare al gioco più bello che conosco”.
Sensazioni di accoglienza e di integrazione che arrivano anche da un’altra protagonista della nazionale italiana, questa volta in rosa. Nene Diene ha disputato il MiniBasket in Piazza nel 2003 con la New Basket Lecce e ancora oggi guarda a quella manifestazione con grande partecipazione emotiva: “Del mio torneo ricordo che fu un’esperienza bellissima anche perché fu la prima lontana da casa. Ricordo che ero molto emozionata ed eccitata all’idea di poter trascorrere una settimana intera con i miei compagni di squadra. Ricordo ancora lo stupore nel veder giocare e conoscere così tanti bambini che avevano la mia stessa passione e il mio stesso entusiasmo. Fu una bellissima settimana che culminò con la consegna di un premio da parte dell’organizzazione per un mio tema fatto a scuola con il titolo “Le Regioni del mondo” all’interno del quale raccontavo la storia della mia famiglia emigrata in Italia. Ricordo sempre con piacere quella settimana e sono contenta del fatto che questo torneo esista ancora e continui ad affascinare e far divertire tantissimi bambini”.
Non è da meno Davide Moretti, che nonostante la sua finale di NCAA 2019, con la Texas Tech University, oggi alla Reyer Venezia dopo aver indossato le maglie di Olimpia Milano, Pistoia Basket, Universo Treviso, VL Pesaro e quella della Nazionale Italiana, quando gli si chiede del MiniBasket in piazza ricorda il successo del 2010 con la sua Scuola Minibasket Roseto degli Abruzzi e non ha dubbi: “Il torneo di Matera è uno di quei tornei che ancora oggi ricordo con grande gioia, non solo perché io e la mia squadra riuscimmo a vincere, ma anche perché si trattava del mio primo torneo contro squadre straniere provenienti da tutto il mondo. Ricordo ancora perfettamente la finale giocata al chiuso per pioggia contro una squadra dell’Estonia, con il palazzetto pieno di gente che faceva il tifo per noi essendo la squadra italiana”.
Anche il campione polacco Lukasz Kolenda non dimentica Matera. Nonostante emozioni come l’oro olimpico conquistato a Pechino con la sua nazionale e i diversi titoli vinti in patria, l’emozione di quell’estate del 2010 è sempre vivida nei suoi ricordi. “Ho lasciato il cuore a Matera. È il torneo più prestigioso al mondo. Sia in termini cestistici che organizzativi. Durante la sfilata per le vie della città c’è un’atmosfera fantastica che mi ha rubato il cuore. Ricordo che sono rimasto impressionato dal livello cestistico dei partecipanti. In quel momento in Polonia avevamo vinto tutti i tornei della nostra categoria di età. A Matera siamo andati lontano, ma nei quarti abbiamo sbattuto contro un muro. E ricordo che era l’obiettivo perfidamente pianificato del nostro allenatore Edward, mostrarci il livello del basket nel mondo. Sono rimasto colpito dalla città unica e dalla sua storia. Il mio primo allenatore ha portato la nostra squadra a diversi tornei europei: Lituania, Germania, Repubblica Ceca, Estonia e Italia. Durante una sola vacanza abbiamo percorso diverse migliaia di chilometri. Ma quella di Matera mi ha impressionato di più e rimarrà a lungo nella mia memoria”.