“E letteralmente fuori controllo la spesa farmaceutica di ASL ed ospedali lucani che, nell’anno 2024, hanno speso quasi 39 milioni in più di quanto avrebbero dovuto spendere sulla base del tetto ministeriale stabilito dalla legge. Un rosso fisso che dura da anni e che impedisce di migliorare il sistema sanitario regionale attraverso investimenti diretti, ad esempio, ad abbattere le liste d’attesa o ad offrire migliori servizi in favore degli anziani non autosufficienti”.
Ad affermarlo, in una nota, è il Capogruppo in Consiglio regionale di Basilicata Casa Comune Giovanni Vizziello che così commenta i dati definitivi AIFA per l’anno 2024 sulla spesa farmaceutica nelle regioni italiane.
“Per rispettare il tetto di spesa previsto dalla legge per la spesa farmaceutica ospedaliera gli ospedali lucani avrebbero dovuto spendere poco più di 101 milioni di euro” -spiega Vizziello- “ma ne hanno spesi più di 140, mentre appare più contenuto lo sforamento della spesa farmaceutica convenzionata, quella relativa in pratica all’acquisto dei farmaci attraverso le farmacie, che si arresta a circa 3 milioni di euro”.
“Se mettiamo insieme spesa farmaceutica diretta, convenzionata e quella relativa all’acquisto di gas medicinali il rosso complessivo fatto registrare dalla nostra regione si attesta a 43 milioni di euro” -sottolinea Vizziello-” una cifra monstre per una regione che fa registrare poco più di mezzo milione di abitanti e che pretende una adeguata assunzione di responsabilità da parte del management sanitario, incapace di tenere sott’occhio una voce di spesa che influisce negativamente sul deficit sanitario fatto registrare negli ultimi due anni dalla nostra regione”.
“I dati sciorinati nei giorni scorsi dall’Agenzia Italiana del Farmaco ci dicono che la spesa farmaceutica corre in tutta Italia e che detti sforamenti dei tetti di spesa non sono una prerogativa esclusiva della nostra regione” -conclude Vizziello-” ma ci dicono anche che in molte regioni l’incidenza di questa voce di spesa sul bilancio sanitario regionale è nettamente inferiore a quella che si registra in Basilicata, che non può più tergiversare e deve seguire al più presto le pratiche virtuose realizzate in altri contesti e dirette, ad esempio, a promuovere un maggiore utilizzo dei farmaci equivalenti”.

