Opere “Busto” e “Capannone” dell’artista Mimmo Centonze nella mostra “Edipo. Crudeltà e espiazione” – Musma – Matera

Opere “Busto” e “Capannone” dell’artista Mimmo Centonze nella mostra “Edipo. Crudeltà e espiazione” – Musma – Matera

Sabato 26 novembre 2022 alle ore 18 al Musma in via San Giacomo nel Sasso Caveoso a Matera è in programma l’inaugurazione della mostra “Edipo, crudeltà e espiazione”. Tra le opere presenti anche “Busto” e “Capannone” dell’artista Mimmo Centonze. Di seguito i particolari.

Le opere “Busto” e “Capannone” dell’artista Mimmo Centonze esposte in dialogo con l’arte moderna e contemporanea – tra le opere di Pasolini, Arnaldo Pomodoro e Paladino – al Museo MUSMA di Matera nella mostra “Edipo. Crudeltà e espiazione”, a cura di Antonio Calbi.

La mostra, organizzata dalla Fondazione Zètema di Matera e da Synchronos in collaborazione con la Galleria Regionale Palazzo Bellomo di Siracusa e Civita Mostre, si inaugura il 26 novembre 2022 alle ore 18:00 al Museo MUSMA di Matera e sarà visitabile fino al 26 maggio 2023.

Venti autori contemporanei declinano, ognuno secondo il proprio linguaggio e la propria poetica, la figura di Edipo, confrontandosi con uno dei personaggi più emblematici del teatro occidentale.

Le opere di Mimmo Centonze esposte accanto a quelle di artisti di fama internazionale come Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Emilio Isgrò, Alfredo Pirri, Vettor Pisani, Pier Paolo Pasolini, Hermann Nitsch, Umberto Passeretti, Alfredo Romano, Michele Ciaccioferra, Giuseppe Pulvirenti, Giovanni Migliara, Vasilis Vassiliades, insieme a quelle di artisti più giovani come Matteo Basilè, Stefania Pennacchio, Stefano Ricci, Nicola Toce, Cristina Martin, Leo Kalbinsky, dialogano con le sculture della collezione permanente del MUSMA.

Mimmo Centonze ha dichiarato: “Quello di Edipo è un mondo fatto di realtà contrastanti, che si espandono e implodono fino a diventare emozioni improvvise, che stravolgono così tanto il suo universo interiore da renderlo sorprendentemente inatteso e nuovo. L’uomo cambia e diventa altro, cresce in una direzione che lo stravolge e destabilizza per sempre, trasformandolo in una persona diversa, più matura. Un soggetto perfetto per l’espressione artistica”.

Edipo rappresenta un soggetto articolato e complesso, passibile di diverse sfumature e prospettive: la ricerca dentro sé stessi, il percorso verso la scoperta della verità, l’inconsapevolezza, l’essere vittima e protagonista del proprio destino, lo sdoppiamento, l’enigma, la volontà degli dei e quella dell’individuo, la peste e la malattia, il desiderio passionale, l’omicidio, la paternità, il potere, la tenacia, lo sguardo e la visione, l’autopunizione attraverso l’autoaccecamento e molto altro ancora. Edipo è senza dubbio una delle figure “totemiche” del teatro occidentale e ha attraversato i millenni preservando la carica della sua complessità e del suo dilemma.

“Edipo è la tragedia della visione, della ricerca della verità e dell’introspezione. L’atto del vedere è alla base di ogni esperienza estetica e creativa e riflettere sulla figura di Edipo, sul suo infausto destino, è per gli artisti un modo di riflettere su se stessi, sulla propria ricerca – precisa il curatore Antonio Calbi – Le opere e gli artisti di questa esposizione si sono palesati quasi per vie misteriose, venendo incontro a questo progetto per vie naturali o per associazioni e affiliazioni”.

Figura già presente nei poemi omerici, trova completa pienezza sul palcoscenico in lavori di Eschilo e Euripide (perduti) e di Sofocle, che vi dedica due tragedie, Edipo re e Edipo a Colono, che s’incidono come paradigma della tragedia greca.

Figura di rara potenza, attraversa i secoli e le arti, con opere diventate iconiche, una su tutte: Edipo e la sfinge di Ingres. Si rianima nuovamente nel Novecento, grazie a Freud, che lo indaga come paradigma del viaggio nell’inconscio. È tema di indagine e ricerca per tutte le avanguardie, dall’espressionismo al surrealismo, dal simbolismo alla metafisica: Moreau, Ernst, De Chirico, Cagli, Bacon. Stravinsky compone l’oratorio Edipus Rex, nel 1927, André Gide e Jean Cocteau gli dedicano opere, Pasolini gli dedica un film nel 1967, fino a Giovani Testori, che nel 1977, in Edipus, ne fa uno dei protagonisti dei suoi “scarrozzanti”, in una lingua beffarda e furiosa, e Steven Berkoff, che lo ambienta nella Londra degli anni Novanta.

Data

Nov 26 2022
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