Michele Lapadula, responsabile di Federlavoro ConfCooperative di Basilicata, in una nota chiede alla Regione Basilicata un tavolo di confronto per risolvere la vicenda legata ad un immobile destinato ad albergo o attività sociale nel Comune di Atella. Di seguito la nota integrale.
Chi conosce la Cittadina di Atella, sa che parliamo di una città che nacque tra il 1320 e il 1330, nell’ambito della riorganizzazione demica voluta dagli Angioini nel Regno di Napoli. Giovanni D’Angiò, sestogenito di Re Carlo II, Conte di Gravina e Signore di San Fele, Vitalba ed Armaterra, nel 1322 circa, emanò un Bando per incrementare la popolazione Atellana, promise infatti, l’esenzione fiscale per 10 anni a coloro che si sarebbero trasferiti nella città che stava facendo edificare. Enorme successo, intere famiglie provenienti da tutti i casali prospicienti la valle si conquistavano la libertà, contro le angherie e prepotenze dei Feudatari dei Casali di altre zone vicine.
Nei primi secoli della storia della cittadina, a conferma della sua importanza anche militare, ad Atella si svolsero due importanti assedi nel 1361 e nel 1496.
Anche qui una bella storia di contrasti e di lotte che coinvolgevano il Regno della Regina Giovanna.
Non da meno sono state le frequenze dei terremoti che producevano rilevanti alterazioni del tessuto urbano ma anche civile della città; effetti devastanti sugli Atellani fu la famosa manifestazione della “Malaria” che ebbe la sua comparsa alla fine dell’Ottocento. Senza però soffermarci ai cenni storici, Atella merita una nota di rispetto e di considerazione proprio da quelle Autorità e dalle Istituzioni Regionali, che, per troppo tempo sono state assenti e non curanti verso la cittadina e verso la popolazione. Infatti, ci stiamo occupando da un po’ di tempo, di capire, se questa cittadina, “pulita, ordinata” ma con alcune contraddizioni che vogliamo porre all’attenzione della Opinione pubblica, del Comune e soprattutto della Presidenza della Giunta Regionale.
Nel lontano 1994 iniziavano i lavori per la realizzazione di un Albergo e furono ultimati entro la fine del 1996. Si tratta della Società Hotel Gardenia, che aveva previsto per l’intera zona 38 camere, hall, ristorante, multisale per ricevimenti e per attività convegnistiche.
Diversi posti di lavoro e per l’intera zona l’utilizzo di attività artigiane, lavanderie, acquisti di prodotti tipici, valorizzazione delle risorse locali (vini, acqua, olio, prodotti simbolo, ecc.).Tutto questo però è stato interrotto con la scomparsa prematura dell’imprenditore Antonio Cancellara, “attento e lungimirante” nella sfera delle proprie competenze. Aveva grande intuito, ad Atella mancava una struttura alberghiera e sociale che sarebbe stata il fiore all’occhiello della intera zona e soprattutto per la cittadina atellana. Dopo la sua scomparsa, tutto è crollato. A distanza di oltre 25 anni dalla fine dei lavori e diverse pendenze amministrative da risolvere soprattutto con la Regione Basilicata, non si giustifica una struttura edilizia che grida vendetta per la sua fantezza.
Abbandonata, pericolosa, oggi inutilizzabile, vandali che hanno divelto ogni mobilio, ogni stanza, ogni impianto, ogni accessorio. Pericolosa per i cittadini, oramai distrutta e dal punto di vista socio-sanitario un vero e proprio disastro della più becere condizione passiva.
Non ci rendiamo conto della responsabilità che per diversi anni questa struttura è stata in mani giudiziali attraverso la nomina di un custode, sospeso da qualche settimana, che non aveva la possibilità di mettere in sicurezza l’intera struttura. Oggi, scende in campo la Federlavoro di ConfCooperative che, da questa vicenda vuole sensibilizzare tutte le Parti Sociali, Istituzionali e Sindacali per proporre una soluzione di continuità e di risanamento di una struttura in una bellissima zona, provata da tanti disastri industriali che la Valle di Vitalba ci ha lasciato. Quella Struttura era nata anche in risposta ai servizi che si sarebbero realizzati nella struttura produttiva del fallimento che il post terremoto che ci ha segnato con una zona industriale mai del tutto decollata. L’Albergo doveva servire anche quell’area.
Allora, occorre fare sintesi, aprire un tavolo di concertazione con la Regione e il Comune di Atella per affrontare e risolvere ogni pendenza di questa struttura. Restituirla alla cittadinanza e sviluppare un Progetto concreto di continuità e di comune concertazione sia sulla mission che sulla reale produttività.
Non mancano idee, iniziative ed imprenditori che possono riprendere, a tutto campo la messa in esercizio di un compendio immobiliare che ancora è salvabile, purchè le Istituzioni possono fare la propria parte e dare al territorio l’occupazione mancata e soprattutto le ricadute che una struttura, rivista e corretta possa dare alla comunità Atellana.
Confidiamo nella sensibilità dell’Ente Regione, in quanto, oggi l’unico ostacolo è rappresentato da elementi amministrativi che si possono e si devono superare.
Il popolo Lucano inteso complessivamente le Istituzioni Regionali e il tessuto imprenditoriale quando vuole, sa superare ogni ostacolo, e, in questa pandemia che ha creato vittime e incertezze a tutti i livelli, salvare una iniziativa per un territorio è sicuramente un esercizio di grande attenzione politica e, di gestione delle problematiche, quelle che dovrebbero sempre migliorare la qualità della vita ad ogni costo.
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