Il Comitato dei Garanti, convocato giovedi 19 giugno, presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, ha esaminato il ricorso presentato dalla UILM in merito all’iter elettorale delle RSU/RLS alla Smartpaper.
Va chiarito sin da subito che il Comitato dei Garanti non è un organismo imparziale di giudizio: vi siedono le stesse sigle sindacali che hanno gestito le elezioni e che, con il loro voto, decidono l’esito del ricorso. Il voto dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro – pur essendo super partes e tecnicamente fondato – vale quanto quello di ogni altra organizzazione sindacale, anche se parte in causa.
Ed è esattamente ciò che è avvenuto.
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha accolto nel merito il ricorso UILM, sottolineando che:
“La Commissione Elettorale doveva considerare come unica base elettorale l’elenco fornito dalla parte datoriale, in quanto spetta all’azienda individuare la composizione dell’elettorato attivo e passivo. È questo il principio cardine di qualsiasi competizione elettorale.”
Un pronunciamento netto, chiaro, inappellabile sul piano tecnico. Ma non è bastato.
Fim, Fiom e Fismic – gli stessi responsabili delle gravi irregolarità denunciate – si sono nuovamente alleati in sede di voto nel Comitato dei Garanti, esattamente come avevano fatto in Commissione Elettorale, per respingere il ricorso UILM.
Non è una questione di giustizia. È una questione di aritmetica. La verità è che tre voti (Fim-Fiom-Fismic) hanno prevalso su due (UILM e Ispettorato Nazionale del Lavoro ). E chi oggi parla di “vittoria” lo fa solo perché ha trionfato l’associazionismo delle proprie opportunità , non delle ragioni.
Se questa è una vittoria, è una vittoria sulle regole. Una vittoria nell’irregolarità.
Chi oggi rivendica con orgoglio questo esito dovrebbe chiedersi se davvero rappresenta il mondo del lavoro o solo se stesso.
Parlare di “ricorsi fasulli” è offensivo verso il ruolo delle istituzioni che hanno riconosciuto la correttezza e la legittimità delle nostre contestazioni. Fasullo è invece il solito tentativo di mistificare una verità: quella di un procedimento elettorale pieno di anomalie.
Va anche chiarito che il ricorso UILM non è nato dal risultato del voto, ma da violazioni gravi e sistematiche sin dalla prima seduta della Commissione Elettorale. La UILM è l’unica organizzazione realmente cresciuta in termini di consenso all’interno della Smart, passando da 80 preferenze ( 13,58 %) a 115 preferenze ( 17,89%) +4,31%, e la nostra battaglia è cominciata ben prima del voto, quando abbiamo:
Segnalato formalmente l’assenza di trasparenza
Denunciato l’esclusione arbitraria di un nostro candidato dalla Lista Smart di Tito .
Chiesto l’adozione di un collegio unico, in linea con le reali condizioni di lavoro (mobilità e smart working) ; e tale valutazione e’ ststa espressa anche , in seno al Comitato dei Garanti , da Confindustria Basilicata.
Tutte richieste ignorate dalla Commissione, che ha persino evitato di convocare i componenti della Commissione elettorale in quota UILM durante le sedute per discutere dei ricorsi e diffide inoltrate dalla nostra organizzazione , prima del voto.
Siamo di fronte a un precedente grave: è come se tre persone che hanno infranto le regole venissero chiamate a giudicarsi da sole, a maggioranza. E nonostante la “colpa” venga accertata da un organismo imparziale, vincono lo stesso. Perché sono di più.
La UILM continuerà a battersi, senza paura e senza calcoli di convenienza, per il rispetto delle regole, della trasparenza e della rappresentanza autentica.
Martedi 24 giugno incontreremo l’Amministratrice Delegata di Smartpaper per chiedere conto della visione industriale dell’azienda.
Perché mentre altri cercano consenso con la propaganda, la UILM lavora. Costruisce. Difende.