L’Asp Potenza ha chiesto alle strutture della sanità privata accreditata di sospendere l’erogazione di prestazioni e servizi per quelle strutture che hanno superato il budget assegnato. Prima conseguenza: centinaia di cittadini da oggi vedranno cancellate visite, esami diagnostici, terapie e controlli già prenotati, spesso di natura salvavita. Michele Cataldi, portavoce Usc (Unione Strutture Convenzionate) lo definisce “il giorno più nero per la sanità lucana”. Per l’Usc : “si consuma un dramma ampiamente previsto. È l’ennesima dimostrazione di come la politica, quando si arrocca su logiche burocratiche e opache, finisca per tradire il suo compito più alto: tutelare la salute e la dignità delle persone. Questo disastro porta la firma dell’Assessore alla Salute Cosimo Latronico e della Giunta Regionale. L’USC – Unione Sanità Convenzionata – aveva lanciato allarmi chiari e inequivocabili. Aveva denunciato, con forza e in ogni sede, l’assurdità di una delibera approvata con oltre otto mesi di ritardo e priva di una reale connessione con i fabbisogni della popolazione, come invece impone la legge. Aveva inviato PEC, argomentato con dati alla mano, spiegato l’inevitabile disastro che si sarebbe prodotto. Ma l’assessore, trincerato dietro non curanza e dichiarazioni rassicuranti quanto vuote, ha scelto di ignorare tutto e tutti. Ora, di fronte a questa catastrofe, le ipotesi sono tre, con scenari inquietanti: la prima, che l’assessore non conosca i contenuti della delibera che ha approvato, dimostrando una sconcertante inadeguatezza; la seconda, che li conosca e reciti consapevolmente una parte verso i cittadini mentre ne mette a rischio la salute; la terza, che siano stati i suoi stessi uffici a non averlo informato con trasparenza. Qualunque sia la risposta, la situazione è gravissima e richiede un’immediata assunzione di responsabilità. Se ci sono stati errori o omissioni, si faccia subito chiarezza, in modo pubblico e verificabile. Perché sulla vita delle persone non si può e non si deve indugiare.
Le conseguenze di questa delibera – a parere dell’USC – sono devastanti. A venire meno saranno proprio le prestazioni più critiche e più richieste, in branche delicate come cardiologia, endocrinologia, pneumologia, urologia, oculistica, ginecologia, neurologia, gastroenterologia e molte altre. Mentre l’assessore continua a rassicurare, pazienti e famiglie vengono abbandonati. Interi percorsi di cura si interrompono, le persone sono costrette a pagare di tasca propria o, peggio, a rinunciare del tutto. Le liste d’attesa pubbliche, già insostenibili, diventeranno ancora più assurde. E l’esodo verso strutture fuori regione, sempre a carico della comunità lucana, continuerà a crescere.
Dire che “al centro ci sono i pazienti” e poi firmare una delibera che li lascia senza cure non è programmazione sanitaria: è macelleria sociale. La verità è scritta nero su bianco nella stessa DGR 473/2025: solo un misero 6% del budget è legato ai fabbisogni reali dei cittadini, mentre il resto risponde a logiche opache che nulla hanno a che vedere con il diritto e con la salute delle persone.
L’USC chiede al Presidente della Regione Basilicata un atto di responsabilità immediato: la revoca della DGR 473/2025 e l’apertura urgente di un confronto vero e trasparente, fondato su dati pubblici e fabbisogni reali. “La salute non è un gioco di prestigio politico,” dichiara Michele Cataldi, Presidente USC. “Qui si stanno producendo danni gravi e irreparabili per migliaia di cittadini lucani. La misura è colma: la delibera va revocata subito.”
È il momento di mobilitare le coscienze. I lucani non possono restare in silenzio di fronte a un atto che mette a rischio la salute di un’intera comunità. E ai consiglieri regionali, che hanno il dovere di rappresentare i cittadini, va l’appello più forte: la vostra missione non è difendere un atto burocratico, ma tutelare chi vi ha eletto. Non si può guardare dall’altra parte. Non si può accettare che la salute diventi ostaggio di logiche incomprensibili e irresponsabili.
Di fronte a un’emergenza così grave, il silenzio non è un’opzione. È il momento di agire, con coraggio e determinazione, per restituire ai cittadini lucani ciò che spetta loro di diritto: la possibilità di curarsi, di vivere, di sperare.

