La Cattedrale di Matera compie 755 anni, intervento di Nino Vinciguerra. Di seguito la nota integrale.
Dopo l’unione aeque principaliter (espressione usata dalla Santa Sede per indicare l’unione di due o più diocesi, quando, per evitare questioni di predominanza, viene loro attribuita pari importanza), della chiesa materana con quella acheruntina, avvenuta nel 1203 con bolla di Papa Innocenzo III (Lotario dei conti di Segni, 176º papa), il discusso Arcivescovo Andrea, primo Vescovo delle chiese unite dal 1203 al 1231 e dal 1236 al 1246 circa, volle innalzare un nuovo tempio. Pertanto nel 1230, sulle rovine del vecchio monastero di Sant’Eustachio, fu avviata la costruzione del tempio i cui lavori, affidati alle migliori maestranze locali, terminarono dopo 40 anni, nel 1270. «L’Arcivescovado o Cattedrale […] riceveva il suo compimento nel 1270, come rilevasi dal seguente distico Leonino scolpito sulla porta del Campanile: mille dvcentenvs erat annvs septvagenvs dvm fvit completa domvs spectamine leta.» (Gattini, p.191). L’imponente Duomo, in stile romanico-pugliese a tre navate, fu dedicato a Santa Maria d’Episcopio il 24 ottobre 1270 dall’Arcivescovo Lorenzo. L’interno, rifatto nei secoli XVII e XVIII in stile barocco, è ornato da affreschi di artisti di scuola napoletana e veneta e da una sfarzosa indoratura. Fra i tanti tesori risaltano il coro ligneo opera di Giovanni Tantino di Ariano Irpino (1451-1453), sul cui frontespizio è riportato egregium chorum construnxit arte Johannes Arianensis Tantinus cognomine dictus sub. anno domini m cccc quinquagesimo iii («Nell’anno del Signore 1453 Giovanni da Ariano, detto Tantino, costruì ad arte questo mirabile coro»), il Presepe in pietra (1534) opera di Altobello Persio, e la meravigliosa Cappella dell’Annunziata (1544). Il 24 ottobre 1627 il vescovo Fabrizio Antinori (1622-1630) riconsacrò la Cattedrale dedicandola a Santa Maria della Bruna e a Sant’Eustachio mentre il 2 luglio 1962 Papa Giovanni XXIII, «sentito il parere della sacra Congregazione dei Riti, consapevolmente e ponderatamente, con la pienezza della potestà apostolica», elevò «la Chiesa Cattedrale di Matera alla dignità e all’onore di Basilica Minore». Nel Duomo ci sono le spoglie di San Giovanni da Matera (1170-1139) mentre nella Cappella del Presepe (già cappella cimiteriale di San Nicola) sono sepolti Mons. Anselmo Pecci (1368-1950) e Mons. Vincenzo Cavalla (1902-1954). La Cattedrale quindi, condivide da ben 755 anni la storia e la vita della città con i materani a cui è ritornata il 5 marzo 2016 (riconsacrata dal Cardinale Pietro Parolin) dopo oltre 10 anni di chiusura e di restauri.
Nino Vinciguerra


