Basilio Gavazzeni: Spiriti magni del secolo breve. Di seguito la nota integrale.
Per allargargli il cuore e incitarlo a studi meno provinciali, anzi meno clericali, ho regalato a un giovane in prossimità dell’ordinazione sacerdotale, “Lo spirito del Novecento Una storia dei protagonisti del pensiero cristiano”, curato da Enzo Bianchi e Marco Vergottini, appena edito da Solferino.
Il libro antologizza trentasette profili di uomini e nove di donne, testimoni di vita da Nelson Mandela a Martin Luther King, uomini di Chiesa come Hélder Câmara e Pedro Arrupe, teologi come Karl Rahner e Ioannis Zizioulas, interpreti delle Sacre Scritture come Luis Alonso Schökel e Paul Beauchamp, pensatori come Maria Zambrano e Michel de Certeau, indagatori dell’”humanum” come Paulo Freire e Giovanni Pozzi, artisti come Flannery O’Connor e Andrej Tarkovskij.
Ai quarantasei personaggi hanno consacrato la penna altrettanti scrittori di vaglia, da Gian Antonio Stella a Gianfranco Ravasi. I profili più redditizi, ovviamente, sono quelli scritti dagli autori che hanno conosciuto faccia a faccia i personaggi. Per me è stata una rivisitazione di alcuni fari – ricordate “Les Phares” di Charles Baudelaire – che mi hanno guidato nella navigazione dei giorni, non poche volte evitando alla mia barchetta di infrangersi contro gli scogli o di arenarsi.
Vorace e onnivoro, avrei voluto incontrarvi altri “magistri summi” e “viri optimi”, per esempio Pierre Teilhard de Chardin, Pavel Aleksandrovič Florenskij, Jean Guitton, Cornelio Fabro, Erich Przywara, Václav Havel, ma, ferma! desiderio mio, perché pretendere di più dai curatori? Spiace, semmai, che non vi compaia neanche un italiano. O, forse, si può riconoscere all’area italiana Giovanni Pozzi, per quanto svizzero di Locarno, cappuccino, raffinatissimo italianista cresciuto alla scuola di Gianfranco Contini e Giuseppe Billanovich.
Mi ha molto rattristato la storia che ignoravo di Sarah Baartman, la Venere Ottentotta, con la quale Giovanni Antonio Stella inquadra l’eroica figura di Nelson Mandela. Obbrobrioso il mercimonio cui fu assoggettata per il suo corpo singolare. Figlia del Sudafrica, nel 1810 fu attirata in Europa, esibita a Londra come il più curioso dei fenomeni da baraccone, maneggiata sessualmente, infine ceduta agli apprendisti intorno al naturalista francese Georges Cuvier perché la studiassero e, dopo la morte di sifilide e tubercolosi nel 1815, donata al celebre scienziato. È stata per me una novità apprendere che Thomas Merton, morto nel 1968 a Bangkok, non sarebbe rimasto fulminato dal contatto con un ventilatore difettoso, ma ucciso da agenti del controspionaggio americano.
Sono ritornato, più volte sul medaglione di Dietrich Bonhoeffer, il grande teologo luterano alunno del non meno grande Karl Barth. Pastore della sua Chiesa, alla triade hitleriana “ein Volk, ein Reich, ein Fűhrer” contrappose quella di san Paolo “un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” (Ef 4,5). Arrestato nel 1943, il 9 aprile 1945 nel campo di concentramento di Flossembűrg fu impiccato per la sua partecipazione a un complotto contro Hitler.
Uno dei suoi allievi ricordava che già nell’estate del 1939 Bonhoeffer poneva la questione del tirannicidio. Nel capolavoro “Etica” discettava sull’”extrema ratio” che lo giustifica, come la legittima difesa dei figli da parte di un padre contro un aggressore ingiusto incontenibile e non diversamente evitabile, appellandosi al giudizio di Dio. L’autore del profilo ricorda che dai cattolici tradizionalisti d’America tale posizione è stata sfruttata in maniera scorretta contro le politiche a favore dell’aborto e dei diritti LGBTQ+.
Eberhard Bethge, l’amico che di Bonhoeffer ha scritto la monumentale biografia alla cui presentazione, a Roma nel 1974, ho avuto la fortuna di essere presente, ci informa che Bonhoeffer era determinato a schierarsi non come rappresentante della Chiesa, ma con tutta la sua propria responsabilità. C’è oggi un teologo che abbia il coraggio di dissotterrare l’”extrema ratio” contro Putin e la cricca che, dal 24 febbraio 2022, giorno e notte seminano morte e distruzioni?

