Domenica 24 agosto 2025 alle ore 17,30 nel Museo archeologico nazionale dell’alta Val d’Agri a Grumento Nova è in programma l’inaugurazione della mostra “Mnemosine – Ancora Camus – Opere e installazioni” dell’artista Mimmo Longobardi, a cura di Pasquale Persico. L’esposizione, nell’ambito della collaborazione che il Museo di Grumentum sta portando avanti con DNA Marateacontemporanea – Associazione Culturale di Arti Visive, vuole raccontare attraverso una serie di installazioni a corredo del percorso museale l’interpretazione dell’antico da parte di Albert Camus. Lo scrittore franco-algerino visitò diversi siti archeologici, tra cui Paestum nel 1954, e colse nel paesaggio delle rovine “una strada per la rinascita, un mezzo di salvataggio per l’Umanità”. Longobardi, attraverso una visita immaginaria di Camus a Grumentum, ci fa riflettere su un confronto tra antico e moderno, sulla ricerca nel paesaggio del Mediterraneo delle radici della civiltà occidentale.
Interverranno: Longobardi (artista), Bresolin (scrittore), Persico (curatore della mostra), Tarlano (direttore del Museo).
Albert Camus nuovamente in viaggio
Questa volta, è curatore invisibile della mostra sui mille sentieri d’arte che Mimmo Longobardi propone con il titolo “Mnemosine, Ancora Camus ”. Ancora Camus, significa riscoprire Camus come viaggiatore instancabile, che si racconta e ci racconta l’evoluzione del suo pensare attraverso gli incontri con idee e credenze diverse.
Camus si presenta: < io credo solo nelle differenze e nello specchiarsi nell’altro, l’eredità del passato ci aiuta a decodificare i futuri, gli orizzonti del mediterraneo ci aprono la mente.> Come credenza, la Mediterraneità emerge, in mille riflessioni, estraibili dai suoi Taccuini; frammenti di viaggi e racconti, ci fanno incontrare l’evoluzione del suo pensiero sempre in rivolta, a partire dal perchè contrastare i
nazionalismi, per approdare, nel tempo, all’unione delle differenze come ricchezza dei popoli federati.
Mimmo Longobardi ci fa portare per mano Camus da Paestum a Grumentum, e la metafora del racconto dei frammenti di storia e degli attraversamenti lungo il Fiume Agri lo portano ad inventare un nuovo neologismo, Arteologia, come metodologia di apprendimento. Mnemosine, dea della memoria, generatrice di muse contemporanee, ispira il nuovo viaggio. Camus si propone come
curatore d’arte per l’incontro con i suoi temi. Questa volta, la relazione tra curatore invisibile ed artista è una interazione ancora più fertile, l’arte diventa un macroscopio per mettere in sequenza frammenti di storia e di storie; l’arte e la lettura ci riaprono la mente ed anche noi ci appropriamo dei linguaggi multipli di Camus.
Con la perseveranza cerchiamo di orientare la nostra mente ed i nostri nuovi occhi verso una nuova cultura dello sguardo e del pensiero. Arteologia diventa una percorso dentro e fuori l’area archeologica, l’immaginario entra in campo e con Camus si moltiplica più volte, il viaggio, da Paestum arriva a Grumentum: i Taccuini accolgono nuove parole, gli orizzonti multipli diventano visibili nella nostra mente ed il Mediterraneo riappare continente di apprendimento. Le esperienze di Camus ci parlano in nuove rappresentazioni artistiche, simboliche: l’incontro laterale con Simon Weil, le acque come attraversamenti vitali , il saper vivere nell’ “Assurdo ma in rivolta”, l’ aprire la
memoria al dialogo sulla storia dei popoli , la ricchezza dei luoghi si associa alle biblioteche, come installazioni creative.
La memoria nella ricerca dell’artista e del curatore, diventa madre generativa e l’approccio alla biblioteca di ABY Warburg viene ampliato e ricollocato fino a diventare fiume che sale anche sulle montagne per poi scendere nuovamente verso il Mare.
Finalmente il neologismo, Arteologia, si rivela come orizzonte di apprendimento irrinunciabile, l’apprendere ad apprendere in Ancora Camus diventa viaggio fondamentale; il curatore invisibile appare finalmente alle nostre spalle, riflesso dalle acque del Mediterraneo rappresentate come quadro di sintesi con più orizzonti da decodificare come nuove onde di apprendimento e d’azione.
Centouno piccoli collage orizzonti in dono, rinnovano al visitatore la possibilità di aprirsi a nuovi
pensieri per nuove inedite mete.
Pasquale Persico
ALBERT CAMUS A GRUMENTUM: UNA NUOVA SFIDA PER IL MAN DELL’ALTA VAL D’AGRI E UNA NUOVA COLLABORAZIONE CON DNA MARATEA CONTEMPORANEA – ASSOCIAZIONE CULTURALE ARTI VISIVE
Da circa un anno e mezzo la Direzione regionale Musei nazionali di Basilicata ha stipulato un accordo con l’Associazione culturale di Arti visive “DNA Maratea Contemporanea”, grazie alla quale il Museo archeologico nazionale dell’alta Val d’Agri e il Parco archeologico di Grumentum sono diventati laboratorio di eventi, attività, mostre, seminari, con lo scopo di offrire al visitatore una nuova modalità di fruizione degli spazi museali. Le attività di DNA Maratea Contemporanea, realizzate sotto l’impulso di Pasquale Persico, ideatore del programma, e del presidente dell’associazione Raffaele Iannone, mirano ad ampliare la narrazione del museo e del parco
archeologico attualizzandone le radici storico-culturali. Un museo che è museo del territorio, e quindi luogo di raccolta di esperienze insediative e culturali di diverse epoche e di differenti civiltà (dalla Preistoria alla Protostoria, dall’epoca arcaico-classica ed enotria a quella ellenistica e lucana, dal mondo romano alle trasformazioni del Medioevo), esplode i limiti cronologici per diventare luogo di narrazione dell’antichità e del contemporaneo. Un parco che contiene, oltre alle straordinarie tracce monumentali dell’impianto urbano di epoca romana, le vestigia di un sito pluristratificato, conserva la compresenza di valori storici, paesaggistici e ambientali: un parco
archeologico dentro un parco nazionale, con una straordinaria biodiversità. Il museo e il parco archeologico di Grumentum, luoghi identitari per le comunità della Val d’Agri, generatesi dalla diaspora della popolazione grumentina dopo l’abbandono del sito, aspirano a raccontare
“l’archeologia del contemporaneo”, secondo la definizione del prof. Persico.
In questo senso, le attività di DNA Maratea Contemporanea hanno aperto una nuova possibilità, un modello di fruizione dei luoghi della cultura a tutto tondo. Gli eventi finora svolti hanno previsto la presentazione della guida multimediale di area vasta “Vivi le Muse”, un’analisi territoriale per una rete turistica; l’incontro delle vasaie del Po con i futuri vasai della Val d’Agri, attraverso un laboratorio di ceramica destinato alle scuole; le installazioni “Il museo che non teme i furti”, con la “montagna delle idee” e il “pavimento sonoro” di Ugo Marano; la scoperta e lo studio delle orchidee spontanee e delle altre specie autoctone nel Parco con Nicola Di Novella, attraverso l’esperimento
dello sfalcio ridotto operato dalla Direzione del Museo; l’allestimento delle opere dell’artista Matteo Fraterno sulla tecnica di frottage delle epigrafi romane, in continuità con quanto fatto presso il Museo epigrafico di Atene; l’installazione artistica nel Parco “I colori dei vestiti delle Muse”, di Raffaele Iannone; l’esposizione dei Vasi bianchi di Patrizia Paoletti e delle allieve vasaie di Trecchina; l’installazione artistica “La danza delle Muse ritorna nel Parco archeologico di Grumentum e parla dei nuovi colori della pace”, fruibile anche in notturno, di Raffaele Iannone, con mostra dei dipinti presso il Museo.
All’interno di questo ambizioso progetto di rilettura del Museo e del Parco, rientra la mostra allestita dal 24 agosto 2025 e curata dall’artista Mimmo Longobardi. Il tema “Mnemosine – Ancora Camus” intende sviluppare, attraverso un allestimento diffuso nel museo, un confronto continuo tra antichità e moderno, tra centri e periferie, tra Mediterrraneo e altri mondi, tra recupero del passato e ricerca del significato del presente. La centralità di Grumentum in queste tematiche, città abbandonata eppure viva di storia e di fermento culturale, viene assunta attraverso una rilettura dell’artista dei viaggi di Camus, che visitò diversi siti archeologici come Tipasa, in Algeria, e Paestum: Longobardi immagina una visita ideale di Camus anche a Grumentum, e ne trae delle riflessioni molto profonde.
In realtà, lo scrittore franco-algerino nel 1954 visitò Paestum e ritrovò attraverso un percorso di visita immersivo nel paesaggio delle rovine una strada per la rinascita, nell’arte antica un mezzo di salvataggio per l’umanità, “una dottrina della salvezza: la bellezza ribelle. L’arte in un certo senso è una rivolta contro il mondo in ciò che v’è di impreciso e di incompiuto” – annota Camus nel suo
diario. Il paesaggio del Mediterraneo non si limita a immaginare un ritorno all’antico, bensì un recupero, nell’uomo moderno, degli elementi naturali che sopravvivono dalla città antica. “Al di là del nichilismo, noi tutti, tra le rovine, prepariamo una rinascita. Ma pochi lo sanno” – scrive Camus. E la rinascita di Grumentum è il futuro della Val d’Agri. “Non è la malinconia delle cose cadute in rovina a stringere il cuore – riporta Camus -, ma l’amore disperato di ciò che dura eternamente nell’eterna giovinezza, l’amore per l’avvenire”. L’archeologia diventa una forma di “ribellione” contro l’assurdo dell’esistenza. I templi di Paestum, con la loro bellezza e maestosità, rappresentarono per Camus un simbolo di questa resistenza e un modo per trovare un senso nel mondo, un momento di illuminazione e di connessione con le radici della civiltà occidentale. Di riflesso, con l’esperienza e l’interpretazione camusiana che ci presenta Longobardi a Grumentum, anche i resti
monumentali delle rovine grumentine possono portarci a simili conclusioni, in una visita che unisce idealmente l’ammirazione delle vestigia delle bellezze romane e la riflessione filosofica sul nostro presente, sulla condizione umana e sulla ricerca di significato in un mondo caotico, sulle origini della nostra esistenza e sulla relazione tra l’uomo, la natura e il passato.
La Direzione regionale Musei nazionali della Basilicata, e lo scrivente come Direttore del Museo dell’alta Val d’Agri e del Parco di Grumentum, ringraziano Pasquale Persico Raffaele Iannone perle progettualità che stanno proponendo. Accolgono con grande piacere l’allestimento “Mnemosine – Ancora Camus” di Mimmo Longobardi, con la certezza che la strada è quella giusta per una
nuova e più vasta interpretazione dell’ “archeologia del contemporaneo”, e con la speranza che la collaborazione con DNA Maratea Contemporanea prosegua con sempre maggiore entusiasmo.
Francesco Tarlano

