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Protocollo Italcementi, si è insediato in Comune il tavolo tecnico-scientifico: il commento di Pio Abiusi

Entra nell’operativo il protocollo d’intesa firmato tra Provincia, Comune di Matera, Parco della Murgia materana e  Italcementi.
Esso  prevede una serie di impegni e ci auguriamo di scadenze  non disperse nel tempo.
E’ un momento di partecipazione e trasparenza che tende ad approfondire concretamente le problematiche ambientali e la coesistenza di un impianto “ingombrante” con il territorio.
Il protocollo oltre ad aver permesso di avere in rete i dati relativi al controllo in continuo  delle emissioni permetterà di realizzare  una piccola rete di monitoraggio per capire cosa ha prodotto e produce  in termini di inquinamento con la sua  presenza, durata  circa  40 anni,    il cementificio.
I dati storici, pur mancando il cosiddetto  “ BIANCO”, possono essere di  sicuro indicativi.
Quelle riunioni fatte a porte chiuse dove neppure la stampa è ammessa ricordano tanto Chernobyl. I comunicati stampa dati dalla Agenzia regionale tipo Pravda non sono certo confortanti.
Ci si riferisce a quanto è accaduto in occasione del tavolo convocato in Regione il 10 Febbraio scorso  per l’analisi dei rischi di Fenice.
Per Italcementi è tutto a disposizione, per Fenice i documenti bisogna recuperarli in maniera  quasi segreta.
Nella riunione tenutasi ieri, 15 Febbraio, preso il comune di Matera  ancora una volta l’Arpab ha dato il segno della volontà di  cambiamento.
Certo molto c’è da fare per qualificare l’Agenzia tanto per cominciare dagli accrediti non ancora ottenuti, c’è poi tutta la parte relativa alla organicità degli interventi che devono  essere  codificati  e meno episodici.
In termini di monitoraggio ci si è dato appuntamento a breve anche per riscontrare , con l’apporto Arpab, i risultatati ottenuti , in materia di emissione, con il revamping appena ultimato.
L’Arpab  è stata invitata a produrre i dati del controllo delle emissioni prima e durante la fase di ristrutturazione dell’impianto industriale.
Ci si augura che possa essere questa una fase nuova di monitoraggio che comincia  dalla corretta ubicazione della centralina di controllo dell’aria e che dovrà essere sistemata sulla base di un modello predittivo che individua la ricaduta degli aerodispersi  e , comunque, dando la priorità alle ricadute sulla città. Molte delle 11 centraline Arpab disseminate sul territorio regionale sono male allocate tra queste:  due  delle quatto  in essere a Potenza- per ammissione di quella  stessa amministrazione-, quella della Martella a Matera è utile solo  a riportare la città sulle cronache nazionali in occasione della campagna di Legambiente  “Ozono ti tengo d’occhio”.
Spesso le centraline sono state sistemate più per immagine che per una funzione reale; nel nostro caso, dovendola impiantare, è bene dare scientificità  all’intervento.
Potrebbe essere questa la volta in cui si vanno a rilevare , come è giusto, i metalli pesanti le diossine, i furani , l’ IPA..
In Basilicata nessuna centralina pubblica fa queste rilevazioni escludendo  le quattro di Fenice, se esistono e se funzionano, e che  misurano le diossine ed i furani.
La Murgia, poi,  è un terreno sostanzialmente integro ed è possibile stabilire dei punti di campionamento , una tantum, per ricevere informazioni sulla storia passata delle deposizioni.
Per il presente il posizionamento di alcuni deposimetri permetterà di analizzare le diossine e gli IPA che si depositano.
E’ tutto questo “trasparenza”  che di sicuro  tornerebbe a vantaggio anche della titolarità dell’impianto.
C’è da dire che mentre le norme stabiliscono dei limiti più stringenti e dei piani di monitoraggio più ampi  per gli inceneritori tutto questo per i cementifici non accade eppure la legge  li considera  “inceneritori camuffati” dove può accadere di tutto e con controlli ridotti al minimo.
Il tavolo in prosieguo si occuperà  degli interventi di ripristino ambientale delle cave  in coltivazione  e di   interventi definiti dalla prassi “compensativi”. 

 
Associazione Città Plurale Matera – Pio Abiusi. 

 

Si è insediato questa mattina, nella sala Giunta del Comune di Matera, il tavolo tecnico-scientifico stabilito dal protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso maggio tra Comune, Provincia di Matera, Parco della Murgia materana e Italcementi. A questo primo incontro hanno partecipato anche i rappresentanti degli enti di controllo (Asm e Arpab), delle organizzazioni sindacali, delle associazioni ambientaliste e della cittadinanza attiva. Obiettivo del tavolo è la valutazione periodica dell’attuazione degli impegni a favore dell’ambiente e della sostenibilità sottoscritti da Italcementi nel protocollo d’intesa e il monitoraggio delle emissioni della cementeria a seguito dell’intervento di revamping dell’impianto.
Secondo quanto reso noto dai rappresentanti di Italcementi, grazie all’intervento di revamping le emissioni dell’impianto di Matera si sono ridotte sensibilmente con un calo complessivo delle polveri dell’81 percento, del 95 percento per il biossido di zolfo (SO2), del 22 percento per gli ossidi di azoto (NOx) e del 18 percento per il monossido di carbonio (CO).
Anche i consumi energetici per unità di clinker prodotto sono diminuiti di circa il 17 percento.
Nel dare atto che già da tempo, in attuazione del protocollo d’intesa e per assicurare una maggiore trasparenza dei dati, i risultati del monitoraggio in continuo effettuato da Italcementi all’uscita dei camini sono disponibili sul sito internet del Comune, della Provincia e del Parco, le associazioni hanno chiesto di rendere più facilmente comprensibili i dati al cittadino comune, magari integrandoli con un commento a cura dell’Arpab.
Si è stabilita, inoltre, la modalità di lavoro del tavolo tecnico-scientifico che attuerà i contenuto del protocollo, a cominciare dalla misurazione in continuo degli effetti a distanza delle emissioni, e la misurazione dei depositi a terra per la verifica delle matrici alimentari, nonchè la delocalizzazione dell’impianto di calcestruzzi  di via San Vito.
Per il prossimo incontro, previsto tra 30 giorni, le associazioni si sono impegnate a designare propri tecnici che parteciperanno al tavolo. Mentre il tavolo istituzionale, allargato a tutto il mondo associativo, ha deciso di riunirsi trimestralmente per verificare lo stato di attuazione del protocollo.
“Questo lavoro – ha detto l’assessore comunale all’Ambiente, Giuseppe Falcone – proseguirà con la massima scrupolosità, e per dare garanzie ai materani sulla sicurezza degli impianti produttivi presenti sul territorio, utilizzeremo questo modello per avviare anche con altre aziende il controllo e la trasparenza sui dati delle emissioni”.
L’assessore provinciale Gianni Rondinone si è invece soffermato sulla “necessità di velocizzare i tempi di attuazione del protocollo e sulla opportunità di rendere le informazioni disponibili più comprensibili ai cittadini”. Giuseppe Montemurro, vicepresidente del Parco della Murgia materana, ha sottolineato “l’importanza dell’azione svolta dal Parco nei confronti della cementeria a tutela della biodiversità che ha prodotto l’intesa che oggi, con l’insediamento del tavolo tecnico-scientifico, diventa fruttuosa”. I dirigenti di Italcementi hanno “confermato il proprio impegno a favore dell’ambiente portando avanti azioni volte alla riduzione delle emissioni, al rispetto e tutela del territorio, e alla trasparenza delle informazioni. L’insediamento del Tavolo conferma il percorso di proficuo dialogo avviato da Italcementi già alcuni anni fa con le istituzioni, le associazioni, gli stakeholder”.