Il sindaco di Ginestra, Fiorella Pompa, il sindaco di Ripacandida, Michele Chiarito, il sindaco di Barile, Antonio Murano e il sindaco di Rionero in Vulture, Mario Di Nitto dopo aver annunciato le dimissioni dal Parco naturale regionale del Vulture in una nota contestano la tesi di Francesca Di Lucchio, che ricopre il ruolo di presidente e dichiarano: “Il Presidente del Parco e il Consiglio sono decaduti. La tesi di Francesca Lucchio è totalmente destituita di fondamento Precisazioni su Decadenza Presidente e del Consiglio Direttivo Ente Parco del Vulture. Di seguito il testo integrale.
Egregi Presidenti, Egregi Colleghi,
la presente per formulare alcune necessarie considerazioni in relazione alla nota nr. di prot. 949 del 26/06/2025,
mediante la quale la dott.ssa Francesca Di Lucchio ritiene di conservare la qualità di Presidente dell’Ente Parco e
sostiene l’esistenza di un Consiglio Direttivo composto dai consiglieri non dimissionari nonché da Pietro Mira, a
seguito dell’asserita revoca delle dimissioni rassegnate da egli stesso il giorno precedente e immediatamente
seguite dalle dimissioni dei sottoscritti quattro componenti.
Riguardo all’opinione del tutto personale della dott.ssa Di Lucchio, in quanto certamente non competente a
pronunciarsi sulla intervenuta decadenza, preme innanzitutto rilevare che Pietro Mira rassegnava dimissioni
qualificate come “irrevocabili” e che all’indomani, come potrà ben vedersi dal tenore della sua comunicazione,
dichiarava di voler congelare, e non revocare, le dimissioni precedentemente rassegnate.
Già soltanto tale aspetto induce a ritenere che le dimissioni di Pietro Mira abbiano certamente prodotto la
decadenza del Presidente e del Consiglio Direttivo ai sensi dell’art. 19 dello Statuto.
Vale la pena in ogni caso far rilevare che, in assenza di specifica disciplina legislativa circa l’efficacia delle dimissioni,
occorre far necessariamente riferimento, dapprima, alle previsioni dello statuto e, in mancanza, ai principi generali
dell’ordinamento, premettendo, a tal fine, che, per quanto concerne le aree protette regionali, l’art. 24 della L.
394/1991 riconosce agli enti di gestione dei parchi autonomia statutaria, nei seguenti termini: “1. In relazione alla
peculiarità di ciascuna area interessata, ciascun parco naturale regionale prevede, con apposito statuto, una
differenziata forma organizzativa, indicando i criteri per la composizione del consiglio direttivo, la designazione del
presidente e del direttore, i poteri del consiglio, del presidente e del direttore, la composizione e i poteri del collegio
dei revisori dei conti e degli organi di consulenza tecnica e scientifica, le modalità di convocazione e di funzionamento
degli organi statutari, la costituzione della comunità del parco”.
Ciò posto, quanto teorizzato dalla dott.ssa Di Lucchio è del tutto privo di fondamento, atteso che gli art. 15 e 19 del
vigente Statuto, a cui è demandata la relativa disciplina, nella parte di interesse, nulla prescrivono circa l’operatività
sia delle dimissioni singole che collettive, non prevedendo, infatti, la necessità di alcuna presa d‘atto, né
l’accettazione o meno (respingimento) delle dimissioni e nemmeno l’istituto del ritiro delle medesime, che in ogni
caso, ad oggi, non è mai intervenuto, discutendosi soltanto di un “congelamento”.
In tale contesto, non sussistendo alcuna regola speciale applicabile che condizioni l’efficacia delle dimissioni di
componenti del direttivo alla presa d’atto o all’accettazione del medesimo o di altro organo, deve correttamente
applicarsi il criterio generale secondo cui le dimissioni volontarie sono un atto unilaterale, cioè disposto dal solo
soggetto che rimette anticipatamente l’incarico; essendo atto unilaterale, non occorre alcuna prestazione di
consenso da parte del soggetto destinatario della dichiarazione di dimissioni, perché queste producano efficacia.
Anzi, le dimissioni oltre ad essere un atto unilaterale, sono anche atto “recettizio”: producono immediatamente
effetto non appena presentate al protocollo dell’Ente e nello stesso momento diventano irrevocabili, tenendo
conto che, a parte ogni altra considerazione, non è evidentemente possibile imporre a qualcuno la permanenza in
un incarico o ruolo o funzione che non intenda svolgere.
Nello specifico, quindi, le dimissioni rassegnate dal Mira – (che non avrebbero potuto da questi essere ritirate il
giorno seguente 26 giugno 2025 divenute già irrevocabili, non solo con l’inoltro delle medesime a mezzo nota PEC
al protocollo dell’ente il precedente 25 giugno 2025, ma anche per sua contestuale dichiarazione espressa in tal
senso) -, sono state integrate in modo da raggiungere il numero prescritto a far scattare la decadenza di cui al
richiamato art. 19 dello Statuto con le dimissioni dei sottoscritti quattro componenti presentate in pari data,
precisando che il tutto è stato recapitato con unica trasmissione tramite Pec nella stessa giornata del 25/06/2025,
la cui ricevuta di avvenuta consegna acquisita, secondo l’orientamento giurisprudenziale consolidato, vale a
dimostrare, fino a prova contraria, che il messaggio è da considerarsi consegnato a tutti gli effetti,
indipendentemente che questo sia stato letto o meno dai destinatari.
Sembra appena il caso di precisare, inoltre, che nella specie appare alquanto inverosimile la soluzione elaborata
dalla dott.ssa Di Lucchio nella parte in cui sostiene che il ritiro delle dimissioni può intervenire sino alla presa d’atto
ovvero alla pronuncia “estintiva” degli organi interessati, atteso che la decadenza degli organi si realizza al solo
verificarsi della presentazione delle dimissioni di cinque componenti che, si ripete, non necessitano di presa d’atto
o di accettazione ma sono efficaci con la loro presentazione, con la conseguenza che la successiva revoca delle
stesse dimissioni è inidonea ad eliminare l’effetto decadenziale che si è già prodotto.
Le esposte argomentazioni inducono gli scriventi, nelle qualità di ex Consiglieri del Parco e di Sindaci, a diffidare la
dott.ssa Di Lucchio e i componenti non dimissionari del Consiglio Direttivo decaduto dall’adozione di qualsivoglia
atto che impegni l’ente, considerato che, in tal caso, l’illegittimità sarebbe conclamata e ne deriverebbe la
responsabilità personale di ciascuno, sotto ogni profilo.
Ciò detto confidiamo che per evitare la paralisi del Parco, la Regione, in persona del Presidente della Giunta
Regionale voglia procedere alla nomina del Commissario e, in persona del Presidente del Consiglio Regionale, voglia
avviare rapidamente tutte le procedure per la nomina del nuovo Presidente e del Consiglio Direttivo, con l’obiettivo
di restituire all’Ente Parco Naturale Regionale del Vulture nuovi organi istituzionali e la piena operatività.
Cordiali saluti.

