La Piazza di Schierarsi Matera: “Nucleare in Basilicata? Il futuro che (non) vogliamo”. Di seguito la nota integrale.
Negli ultimi mesi si moltiplicano le voci su un possibile ritorno del nucleare in Italia, e anche la Basilicata, come spesso accade quando si tratta di “servitù strategiche”, finisce nel mirino. Si parla di “nucleare buono”, “pulito”, “sostenibile”. Ma davvero può convivere con la Basilicata che da anni promuoviamo e raccontiamo come terra di bellezza, natura e cultura?
Come Piazza di Schierarsi Matera riteniamo che si debba fare una giusta analisi fra quelle che sono sempre state le vocazioni territoriali della nostra regione e le “promesse” calate dall’alto, senza dare voce ai lucani.
Negli ultimi decenni, istituzioni, operatori culturali e associazioni hanno investito energie per costruire un’immagine della Basilicata autentica e attrattiva:
• agricola, con produzioni di qualità e biologiche;
• naturalistica, con parchi nazionali, aree protette e paesaggi integri;
• artistica, con Matera patrimonio UNESCO e una rinascita culturale diffusa.
Abbiamo puntato su un turismo lento e consapevole, sulla valorizzazione dei borghi, sulla riscoperta delle tradizioni.
Inserire una centrale nucleare – o anche solo un sito di stoccaggio – significherebbe vanificare tutto questo lavoro.
Non sarebbe solo un problema ambientale: sarebbe un marchio negativo, un’etichetta difficile da rimuovere.
Chi sceglierebbe una vacanza in una “terra delle scorie”? Chi comprerebbe un olio, un vino, un pane che arriva da una zona associata al rischio radioattivo?
Dopo aver lavorato, con fatica, su un modello promozionale legato a bellezza, genuinità, tradizione, natura, saremmo di fronte alla vanificazione di questo modello.
La lezione del petrolio in Val d’Agri dovrebbe averci insegnato qualcosa, anche lì si parlava di risorse per lo sviluppo, ricchezza per il territorio.
Abbiamo avuto in cambio inquinamento, opacità, e un’immagine compromessa.
Ora si ripropone lo stesso copione, ma con un livello di rischio e impatto ancora maggiore.
In campagna elettorale, a Matera e in molti comuni lucani, si è parlato tanto di partecipazione, di coinvolgimento, di processi decisionali aperti.
Bene: è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti.
Un tema così cruciale non può essere deciso nelle segrete stanze dei ministeri o con comunicati stampa vaghi, possibilisti, evocando il tema del terrorismo psicologico su un argomento, il nucleare presuntamente buono, pulito e sostenibile ma che pone più interrogativi che certezze.
Quanto costerebbe realizzarlo, gestirlo, gestire il processo di smaltimento delle sue scorie? A carico di chi sarebbero questi costi, che mai vengono evocati, citati, segnalati perché dimostrerebbero che la tecnologia nucleare ha costi elevatissimi, soprattutto nella fase di decomissioning ovvero riprocessamento, ritrattamento, riutilizzo, cementazione, vetrificazione, stoccaggio temporaneo, deposito geologico, smantellamento, e condizionamento?
Fra l’altro, l’autoproduzione energetica della nostra regione ci pone ai vertici di una ipotetica classifica nazionale: siamo un hub energetico esemplare, in Italia, per la produzione di energia verde e sostenibile, dall’eolico al solare, per non parlare delle altre fonti.Insomma, potremmo guidare una vera transizione energetica a livello nazionale, semplicemente partendo da quelle fonti energetiche sostenibili che non inquinano e non pongono dubbi e problemi sul futuro.
Serve una discussione pubblica, locale, democratica, serve che i cittadini vengano informati e ascoltati.
Chiediamo quindi, vista la recente campagna elettorale per le comunali materane, che l’amministrazione si impegni a condividere con la cittadinanza una discussione pubblica, portando poi in votazione, in consiglio comunale, una posizione chiara, netta e inequivocabile dinanzi alla disponibilità manifestata, invece, dalla Regione Basilicata.
La Basilicata ha già dato. Ha già subito ed ora merita di scegliere un futuro coerente con la sua bellezza, con il suo paesaggio e con la visione di sviluppo che essa stessa ha contribuito a costruire.
La Piazza di Schierarsi Matera

