L’associazione politica “Per Bernalda e Metaponto” in una nota commenta la situazione politica che si è venuta a creare dopo le elezioni comunali a Bernalda. Di seguito la nota integrale.
1. Un paese spaccato in due e il segnale da Metaponto
Il responso numerico delle elezioni indica che gli elettori si sono sostanzialmente divisi a metà tra le due liste concorrenti, con una diminuzione, in termini percentuali, del consenso a favore della lista Matarazzo, espressione in continuità con l’amministrazione uscente.
A ciò si aggiunge il segnale forte proveniente da Metaponto, che ha espresso con chiarezza una netta volontà di discontinuità rispetto al passato, in una frazione che rappresenta, sotto molti aspetti, il motore economico della nostra città.
Se da un lato, quindi, il mandato per la sindaca Matarazzo è pieno — e la legge elettorale le garantisce una forte maggioranza in Consiglio —, dall’altro è auspicabile che i vincitori colgano il segnale politico emerso e affrontino con decisione i problemi oggettivi non risolti durante la precedente consiliatura. È auspicabile, inoltre, una programmazione meno legata alle contingenze e alle opportunità di consenso immediato, e più improntata alla visione strategica di lungo periodo.
2. Il civismo snaturato e il consenso personale
La qualità dei candidati in lista è apparsa oggettivamente molto eterogenea, ma ciò che più colpisce è la deformazione preoccupante del concetto di civismo.
Il civismo autentico nasce da una volontà popolare di accorciare le distanze tra cittadini e politica, ed è in sé una pratica meritoria. Tuttavia, il ricorso diffuso all’inserimento di candidati con storie di evidenti ribaltoni e cambi di casacca solleva non poche perplessità.
Ancora più allarmante è il consenso raccolto da alcuni di questi candidati: un dato che getta un’ombra sull’elettorato cittadino, che in parte significativa sembra votare non sulla base di proposte o visioni politiche, ma in funzione di legami personali o convenienze private, difficilmente compatibili con la promozione del bene comune.
3. Il vuoto del centrosinistra e la responsabilità del fallimento
Rimane evidente il vulnus democratico rappresentato dall’assenza di un riferimento elettorale per l’area progressista. Entrambe le liste in campo erano espressione di promotori chiaramente collocati nell’area politica di destra, e la loro contrapposizione ha diviso anche i partiti di riferimento, generando confusione e disorientamento.
Tuttavia, le responsabilità di questa assenza sono da attribuire esclusivamente a chi, in quella stessa area – cui pure abbiamo partecipato -, avrebbe dovuto costruire un progetto unitario, coerente e condiviso. Invece ha prevalso un approccio centrato sulla definizione delle posizioni apicali, senza alcun reale impegno a dialogare con l’elettorato.
Hanno dominato interessi di parte, che si sono rivelati distruttivi. Questo ha lasciato forti dubbi sulla volontà reale di perseguire una linea politica comune, così come sull’effettiva capacità delle forze di centrosinistra di intercettare le attese e i bisogni concreti della comunità.
4. Una considerazione davvero preoccupante: legalità e silenzi
Le elezioni amministrative a Bernalda hanno avuto uno strascico legale. Con la dovuta presunzione di innocenza e senza voler anticipare alcun giudizio — che rimane evidentemente nelle mani degli organi preposti — non si può non restare perplessi di fronte alla completa assenza di prese di posizione pubbliche da parte della maggioranza dei protagonisti politici.
Il cittadino merita di essere informato sulle opinioni di chi questa campagna elettorale l’ha praticata. Da parte di tutti i bernaldesi dovrebbe esserci una vera preoccupazione verso una possibile diffusione di atteggiamenti omertosi, se non addirittura di collusione, con pratiche che possono minare la democrazia e la legalità.
In questo quadro, appare significativa la scelta dei consiglieri eletti della lista “Bernalda-Metaponto con Giuseppe Gallotta sindaco” di non partecipare alla seduta di insediamento del consiglio comunale.
Una decisione motivata pubblicamente con la volontà di richiamare l’attenzione sulla necessità di piena trasparenza e sulla legittimità del processo elettorale, in attesa dell’accesso completo alla documentazione.
Pur con valutazioni politiche diverse, questa presa di posizione rompe il silenzio generale e riporta al centro il tema del corretto funzionamento delle istituzioni e della responsabilità di chi è stato eletto.
5. Ricostruire una proposta: oltre l’astensione e contro i blocchi di potere
Il ribaltamento degli equilibri, che si è manifestato nel voto, richiede oggi una strategia politica che sia in grado di rompere il blocco di interessi consolidatosi negli ultimi anni.
Per farlo, è necessario recuperare il voto di chi si è astenuto, in particolare nell’area della sinistra storica, che ha spesso scelto il non voto come forma di protesta. È da lì che bisogna ripartire: dalla costruzione di un riferimento politico nuovo, autentico, identitario.
Un progetto capace di attrarre quel vasto segmento di cittadini che, con rassegnazione o disillusione, si è tenuto ai margini della scelta politica. È a loro che va restituita voce, rappresentanza e fiducia.