Domenica 8 giugno 2025 dalle 7 alle 23 e lunedì 8 giugno 2025 dalle 7 alle 15 seggi aperti per scegliere il nuovo sindaco di Matera nel ballottaggio tra Roberto Cifarelli e Antonio Nicoletti.
Nella città di Matera alle ore 23 di domenica 8 giugno 2025 l’affluenza per BALLOTTAGGIO SINDACO è del 41,16%.
Nella città di Matera alle ore 23 di domenica 8 giugno 2025 l’affluenza per BALLOTTAGGIO SINDACO del 24,66%.
Nella città di Matera alle ore 23 di domenica 8 giugno 2025 l’affluenza per BALLOTTAGGIO SINDACO del 11,76%.
Nella città di Matera alle ore 23 di domenica 8 giugno 2025 l’affluenza per REFERENDUM è del 38,66%.
Nella città di Matera alle ore 23 di domenica 8 giugno 2025 l’affluenza per REFERENDUM del 23,26%.
Nella città di Matera alle ore 23 di domenica 8 giugno 2025 l’affluenza per REFERENDUM del 11,%.
Prossimo aggiornamento alle ore 15 di lunedì 9 giugno 2025.
La media dell’affluenza in Basilicata, nel giorno in cui si vota negli altri 30 Comuni solo per il Referendum, è ancora più bassa; alle ore 12 si attestava al 5,37%, alle ore 19 ha raggiunto il 12,98%.
Il candidato sindaco Roberto Cifarelli al primo turno è stato sostenuto da 9 liste ( Matera nel cuore, Matera Democratica, Materia Futura – dai giovani per Matera, Volt Matera, Matera 2030, Matera in Azione, Periferie per Matera, Socialisti e Più Matera, Basilicata Casa Comune per Matera ) mentre per il ballottaggio è stato ufficializzato l’apparentamento con Democrazia Matera, la lista del candidato sindaco Luca Prisco.
Il candidato sindaco Antonio Nicoletti è stato sostenuto al primo turno da 6 liste (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Io Sud, Per Matera Capitale, Acito-Udc e La scelta giusta).
Il candidato sindaco Roberto Cifarelli ha votato alle ore 10,30 nella sezione 62 della scuola Torraca;
Il candidato sindaco Antonio Nicoletti ha votato alle ore 11,50 nella sezione 41 della scuola Nicola Festa;
Sono 50.316 i cittadini di Matera aventi diritto al voto per le elezioni comunali. Nella città dei Sassi si vota in 62 sezioni allestite dalle ore 16 di sabato 7 giugno.
Michele Capolupo
La fotogallery del voto dei candidati sindaco Roberto Cifarelli e Antonio Nicoletti (foto www.SassiLive.it)
COME SI VOTA PER IL BALLOTTAGGIO
La scheda per il ballottaggio comprende il nome e il cognome dei due candidati alla carica di sindaco (Cifarelli o Nicoletti9, scritti entro l’apposito rettangolo, sotto il quale sono riprodotti i simboli delle liste collegate.
Il voto si esprime tracciando un segno sul rettangolo entro il quale è scritto il nome del candidato prescelto.
È considerato valido anche il caso il cui l’elettore pone la croce fuori dallo spazio contenente il nominativo del candidato, vale a dire sul simbolo di una o più liste collegate. Analogamente, è da ritenersi valida l’espressione di voto per un candidato sindaco anche in presenza di più segni di voto apposti sul nominativo del candidato alla predetta carica e/o su uno o più simboli di liste collegate.
Per il ballottaggio non è previsto il voto disgiunto: la scelta da effettuare è tra i due candidati sindaco (Cifarelli o Nicoletti) e non anche sulle liste (scelta già effettuata, appunto, al primo turno). La scheda che presenta un segno sul nome di un candidato sindaco e anche sul simbolo della lista che appoggia l’altro candidato è nulla.
A Matera il ballottaggio arriva in concomitanza con l’election day per i referendum, in programma se mpre domenica 8 e lunedì 9 giugno.
A Matera sono in corsa per la carica di primo cittadino Roberto Cifarelli, vincitore delle primarie Matera Open City, Antonio Nicoletti per il centrodestra, Luca Prisco per Democrazia Materana e Domenico Bennardi per il Movimento 5 Stelle.
QUESITI DEL REFERENDUM “LAVORO E CITTADINANZA”: COME SI VOTA
Domenica 8 giugno 2025 dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno 2025 dalle 7 alle 15 seggi aperti i referendum su “Lavoro e cittadinanza”. Il dato definitivo dell’affluenza, fondamentale per il quorum che dovrà raggiungere il 50% più 1 degli aventi diritto per considerare valida la consultazione, verrà comunicato una volta chiusi i seggi.
Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 gli italiani saranno chiamati a votare su cinque referendum abrogativi. I quesiti, quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza, intervengono su leggi cardine come il Jobs Act e la normativa del 1992 sull’acquisizione della cittadinanza.
Il voto referendario coincide con i ballottaggi delle elezioni amministrative, ma si svolge su schede separate. Si vota solo nei Comuni dove si è iscritti o, in casi particolari, nel Comune di domicilio temporaneo.
Referendum 8 e 9 giugno 2025, come si vota
Le modalità di voto per i referendum del 2025 sono simili a quelle delle elezioni politiche e amministrative, ma con alcune specificità legate alla natura abrogativa della consultazione e alla possibilità di votare su cinque quesiti distinti. È importante conoscere non solo dove e come si vota, ma anche le regole particolari per i cittadini fuorisede, per gli italiani all’estero e per coloro che necessitano di voto assistito. Di seguito, una guida dettagliata per non arrivare impreparati al seggio.
Possono votare tutti i cittadini italiani maggiorenni iscritti alle liste elettorali.
È possibile votare in un comune diverso da quello di residenza se si è fuorisede per almeno tre mesi per studio, lavoro o cure mediche. La domanda andava presentata entro il 4 maggio 2025.
Gli iscritti all’AIRE (italiani residenti all’estero) votano per corrispondenza.
Documenti necessari per votare al Referendum
Tessera elettorale
Documento d’identità in corso di validità
Le schede dei Referendum dell’8 e 9 giugno 2025
Sono cinque, una per ciascun quesito, ognuna di colore diverso:
Scheda grigia: licenziamenti ingiusti
Scheda rossa: tutele nelle piccole imprese
Scheda arancione: contratti a termine
Scheda verde: sicurezza negli appalti
Scheda azzurra: cittadinanza
Su ogni scheda sarà possibile votare Sì (per abrogare la norma) oppure No (per mantenerla).
Referendum 8 e 9 giugno 2025, voto assistito e sezioni speciali
Gli elettori con disabilità possono richiedere assistenza o votare in sezioni appositamente attrezzate.
Referendum e quorum: la grande incognita
Uno degli snodi fondamentali per comprendere la posta in gioco nei referendum del 2025 è il raggiungimento
Il referendum è valido solo se vota almeno il 50% + 1 degli aventi diritto.
Negli ultimi trent’anni, il quorum è stato raggiunto solo due volte (1995 e 2011).
Al referendum del 2022 sull’ordinamento giudiziario, l’affluenza fu del 21%.
Voto all’estero e quorum
Gli italiani all’estero rappresentano circa il 9% del corpo elettorale, ma storicamente partecipano in proporzione molto bassa (mai oltre il 23%). La loro incidenza rende più difficile il raggiungimento del quorum nazionale.
I cinque quesiti referendari
I cinque quesiti proposti al referendum abrogativo toccano ambiti cruciali della vita sociale e civile: quattro riguardano il mondo del lavoro e uno la cittadinanza. Tutti mirano a cancellare norme in vigore che, secondo i promotori, limitano diritti fondamentali o ostacolano l’inclusione. Ogni scheda ha un colore diverso e su ognuna il cittadino potrà scegliere tra “Sì” (per abrogare la norma) e “No” (per mantenerla). Di seguito, l’analisi dettagliata di ciascun quesito.
Quesito 1: Licenziamenti ingiusti (scheda verde)
Il primo quesito propone l’abrogazione dell’articolo che nel Jobs Act del 2015 ha limitato il diritto al reintegro per i lavoratori licenziati senza giusta causa. Attualmente, nella maggior parte dei casi, il licenziamento illegittimo comporta solo un’indennità economica. Il referendum mira a ristabilire la possibilità di tornare al proprio posto di lavoro in caso di licenziamento ingiustificato.
Scheda: verde
Il “Sì” comporta: l’abrogazione del limite al reintegro previsto dal Jobs Act
In sintesi: reintegro per licenziamento ingiustificato.
Ripristina il diritto al reintegro per i lavoratori licenziati senza giusta causa.
Abroga la parte del Jobs Act che ha limitato questa possibilità.
Quesito 2: Tutele nelle piccole imprese (scheda arancione)
La seconda proposta riguarda le aziende con meno di 15 dipendenti. Attualmente, in questi casi, anche un licenziamento illegittimo può essere sanzionato con un indennizzo massimo molto contenuto. Il referendum vuole abrogare questa soglia, restituendo ai giudici la piena discrezionalità nella determinazione dell’indennità, anche per rafforzare il principio di equità tra lavoratori.
Scheda: arancione
Il “Sì” comporta: l’eliminazione del tetto massimo all’indennizzo
In sintesi: più tutele per chi lavora nelle piccole imprese
Elimina il tetto massimo all’indennizzo per licenziamenti illegittimi nelle aziende sotto i 15 dipendenti.
Restituisce discrezionalità al giudice
Quesito 3: Contratti a termine (scheda grigia)
Il terzo quesito punta a limitare l’uso dei contratti a termine senza giustificazione. Le normative attuali permettono a un datore di lavoro di assumere con contratto a termine anche senza indicare una causale specifica. Il quesito mira ad abrogare questa facoltà e a riportare il principio della necessità di una motivazione precisa per il contratto non a tempo indeterminato.
Scheda: grigia
Il “Sì” comporta: abolizione dell’assenza di causale per i contratti a termine
In sintesi: meno contratti precari e più motivazioni obbligatorie
Riduce la possibilità di utilizzare contratti senza causale
Punta a contenere la precarietà
Quesito 4: Sicurezza negli appalti (scheda rossa)
Questo quesito riguarda la responsabilità del committente nei casi di infortunio nei luoghi di lavoro affidati in appalto o subappalto. Attualmente, le norme limitano questa responsabilità. L’obiettivo del referendum è reintrodurre la responsabilità solidale, rendendo i committenti corresponsabili in caso di mancato rispetto delle norme di sicurezza da parte degli appaltatori.
Scheda: rossa
Il “Sì” comporta: ritorno alla responsabilità solidale
In sintesi: più tutela della sicurezza per i lavoratori negli appalti.
Reintroduce la responsabilità solidale del committente in caso di infortuni sul lavoro.
Mira a prevenire il fenomeno delle “catene” di subappalti impuniti.
Quesito 5: Cittadinanza (scheda gialla)
L’ultimo quesito riguarda l’accesso alla cittadinanza italiana per i cittadini stranieri non appartenenti all’Unione Europea. La normativa attuale prevede un periodo minimo di 10 anni di residenza legale continuativa. Il referendum chiede di ridurre tale periodo a 5 anni, avvicinando l’Italia agli standard europei. Il tema è particolarmente sentito tra i giovani cresciuti in Italia senza piena cittadinanza.
Scheda: gialla
Il “Sì” comporta: riduzione del requisito di residenza
In sintesi: cittadinanza più rapida per chi vive in Italia da almeno 5 anni.
Riduce da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza legale per richiedere la cittadinanza italiana.
Riguarda soprattutto persone non comunitarie cresciute in Italia.
I promotori dei Referendum dell’8 e 9 giugno 2025
I referendum dell’8 e 9 giugno 2025 sono il risultato di due percorsi paralleli ma distinti di mobilitazione civica e politica, sfociati nella raccolta di oltre 4,5 milioni di firme complessive. La spinta iniziale per i quattro quesiti sul lavoro arriva dalla CGIL, che ha lanciato una campagna nazionale centrata su sicurezza, dignità e stabilità dell’occupazione. Al centro delle richieste c’era la revisione del Jobs Act e di altre normative considerate lesive dei diritti dei lavoratori. La campagna ha coinvolto centinaia di comitati locali, centri di raccolta firme in tutta Italia, e ha ottenuto ampio sostegno anche da forze politiche di opposizione.
Accanto a questo blocco si è sviluppata la raccolta firme per il referendum sulla cittadinanza, promossa da una rete eterogenea di associazioni civiche e forze politiche tra cui +Europa, i Radicali Italiani, il Partito Socialista Italiano, Rifondazione Comunista, Possibile, oltre al movimento “Italiani senza cittadinanza”. Il comitato ha puntato a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’urgenza di riformare una legge del 1992 ritenuta inadeguata alla società multiculturale di oggi.
Entrambi i comitati si sono mossi nel quadro previsto dalla Costituzione e dalla legge 352/1970, raccogliendo il numero di firme necessarie entro il termine stabilito e vedendo poi ammettere i quesiti dalla Corte Costituzionale il 20 gennaio 2025.
Comitato lavoro promosso dalla CGIL con oltre 4 milioni di firme raccolte. Appoggiato da PD, M5S, AVS.
Comitato cittadinanza guidato da +Europa, Radicali, PSI, Rifondazione Comunista, Possibile, associazioni civiche.
Per i cinque quesiti che compongono il Referendum 202 5 sono stste raccolte oltre 637.000 firme.