Deputato Lomuti (M5s): “Il Governo parla tanto di sicurezza, ma il risultato è la chiusura dei Postamat”. Di seguito la nota integrale.
Non bastava la politica ammazza sud del centrodestra, così come la chiusura delle filiali di banca nei piccoli centri sempre del mezzogiorno.
Oggi ci si mette anche Poste Italiane che di di punto in bianco e con effetto a sorpresa decide di chiudere il servizio Postamat nelle ore notturne, o meglio di collegare la fruibilità del servizio agli orari di apertura degli uffici postali.
Uno schiaffo alla popolazione che vive nei tanti piccoli borghi del sud e che tra l’altro dovrà tener presente che solo in poche città è prevista l’apertura anche pomeridiana dei suddetti uffici.
La Basilicata è una regione già duramente colpita dallo spopolamento e dalla riduzione dei presidi pubblici e para-pubblici, oltre che, come premesso, dalla c.d. povertà bancaria.
Nei piccoli comuni, gli uffici postali rappresentano l’unico punto di riferimento per i cittadini, specialmente anziani, per l’accesso ai servizi bancari e ai pagamenti essenziali. Limitare l’operatività dei Postamat nelle ore notturne, nel fine settimana e nei pomeriggi feriali, significa aggravare ulteriormente la marginalizzazione di territori già fragili.
Secondo quanto riportato da diverse fonti, la decisione sarebbe motivata da ragioni di sicurezza, per prevenire furti e danneggiamenti agli sportelli automatici.
Ma come? Nell’era dei governi di centrodestra il 99% della propaganda è incentrata sul tema della sicurezza, chiudiamo gli sportelli Postamat ? Il silenzio del Governo, a questo punto, è un chiaro segnale di resa, proprio dinanzi al tema sicurezza. Insomma, l’ennesimo fallimento di Meloni, Salvini e Tajani.
Evidentemente anche la sicurezza…conta fino a un certo punto. Un Governo degno di questo nome, chiamerebbe immediatamente Poste Italiane e troverebbe immediatamente una soluzione che non sia un disservizio.
La scelta giusta sarebbe quella di impegnarsi a garantire un livello minimo di accessibilità e continuità, trovando soluzioni di protezione alternative e investendo in sistemi di sicurezza più efficaci. Invece, secondo questa logica perversa meglio chiudere tutto. Allora, visti i risultati scadenti di tutta la politica “destrossa”, soprattutto in sanità, istruzione e produzione, a questo punto dovremmo chiudere ospedali, scuole e aziende produttive (queste già lo stanno facendo da sole).
Purtroppo questa follia ripercorre quanto il governo Meloni ha già fatto capire nella programmazione Pnrr, ovvero abbandonare le aree interne ad un ineluttabile declino.
Per questi motivi ho chiesto al Ministro dell’Economia, quale azionista di controllo di Poste Italiane, di riferire al Parlamento sulle motivazioni e sugli effetti di tali decisioni, di verificare se esse siano compatibili con gli obblighi del servizio universale e di valutare l’opportunità di convocare un tavolo di confronto con le istituzioni regionali e locali.
Quanto a Bardi, ormai dovremmo andare a “Chi l’ha visto” per avere un suo segnale di vita politica.
Intanto la Regione Basilicata investe milioni di euro per favorire lo sviluppo turistico e la rivitalizzazione economica dei territori interni e delle aree più remote, dimenticando, però, di avvisare i turisti di munirsi di contante perchè banche, poste e relativi sportelli sono in via di estinzione insieme ai lucani.
In questo contesto, la chiusura o la riduzione dei servizi postali rappresenta un controsenso evidente, perché vanifica gli sforzi messi in campo dalle istituzioni per rendere questi territori più attrattivi e vitali. Ulteriore discriminazione sarebbe far rimanere invariate le commissioni e le spese per i vari prodotti finanziari di Poste Italiane, infatti l’azienda non ha fatto cenno ad alcuno sconto sui canoni di servizio, quindi il servizio si dimezza ma i costi resterebbero anche invariati: al danno la beffa.
Non possiamo accettare che, nel 2025, i cittadini lucani debbano rinunciare a un servizio pubblico essenziale solo perché vivono in zone considerate periferiche. È necessario che il Governo e Poste Italiane garantiscano uguali diritti di accesso ai servizi su tutto il territorio nazionale.

