I consiglieri comunali di Moliterno, Raffaele Acquafredda e Michele Ditrani, in una nota contestano la scelta dell’Amministrazione Comunale di destinare due milioni di euro per un progetto di demolizione e ricostruzione della scuola dell’infanzia. Di seguito la nota integrale.
Pioggia di critiche dal gruppo di minoranza Per il futuro Moliterno sulla recente variazione di bilancio approvata per finanziare il progetto di demolizione e ricostruzione della scuola dell’infanzia. I consiglieri comunali Raffaele Acquafredda e Michele Ditrani hanno duramente contestato la decisione dell’amministrazione, definendola “un errore politico grave” e accusando la giunta di aver destinato fondi straordinari – oltre 2 milioni di euro provenienti dal Piano Operativo Val d’Agri e dal Fondo di Sviluppo e Coesione – per coprire “un progetto nato male sin dall’inizio”.
Secondo i consiglieri, il Comune avrebbe scelto un finanziamento pensato esclusivamente per la fascia 3–6 anni, escludendo l’opportunità di realizzare un plesso polifunzionale dedicato all’intero segmento 0–6, “più coerente con i reali bisogni del territorio”. Una scelta, denunciano, che comporta sprechi e un’occasione mancata per razionalizzare l’offerta educativa in un’unica struttura moderna ed efficiente.
“Siete rimasti immobili per mesi, e ora rincorrete una soluzione d’emergenza”, accusano Acquafredda e Ditrani. “Con la scadenza dei fondi fissata a dicembre 2025, l’amministrazione ha deciso di mettere mano a risorse straordinarie per un’opera che – sottolineano – non è affatto prioritaria”.
Nel mirino della minoranza anche le condizioni dell’edificio attuale: “Dal punto di vista sismico, è tra i migliori del patrimonio comunale. Sarebbe stato sufficiente un recupero funzionale per restituire spazi adeguati ai bambini e destinare quei fondi ad altri interventi urgenti”, spiegano, citando ad esempio la scuola elementare, “in condizioni ben più critiche”, il Castello, la piscina comunale o la creazione di un attrattore turistico.
“Avete scelto di ipotecare il futuro del paese per inseguire un annuncio elettorale”, proseguono, “trasformando una buona scuola in un pretesto politico, ignorando il significato di bene comune e programmazione”.
Infine, un’ultima stoccata sul piano finanziario: “Da quanto si evince dalla documentazione, l’investimento previsto non sarà sufficiente per concludere i lavori. È questa – chiedono provocatoriamente – la vostra idea di sviluppo? È questo il modo in cui intendete amministrare le risorse pubbliche?”
E a chi vorrà liquidare tutto come “semplice ostruzionismo”, i consiglieri rispondono in anticipo: “Noi siamo gli stessi che continuano a investire risorse proprie sul territorio. E forse, proprio per questo, abbiamo ancora più a cuore il suo futuro”.

