Bolognetti al nono giorno di digiuno: “Invierò una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni”. Di seguito la nota integrale inviata da Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani, già membro del Consiglio generale dei “Club Pannella”, iscritto all’OIdg e alla Fnsi, già collaboratore di Radio Radicale dal 2010 al 2022.
STOP ALL’ATTENTATO CONTRO I DIRITTI POLITICI DEL CITTADINO (art. 294 del Codice penale)
Nel chiedere scusa per la fatica che faccio in queste ore a scrivere e a mantenere una adeguata concentrazione, ricordo ai destinatari di questa missiva che dalle ore 23.59 del 7 ottobre ho deciso di nutrire il mio Satyagraha, di nuovo e ancora, attraverso il digiuno e la sete. Ho iniziato con tre giorni di digiuno (solo acqua e qualche caffè), per proseguire, dalle ore 23.59 del 10 ottobre, alternando un giorno di digiuno a un giorno di sete (niente acqua e niente cibo). Premesso che già così l’azione di dialogo nonviolento in corso è molto impegnativa, di fronte all’assenza di risposte da parte dei miei principali interlocutori (Rai, Rainews, Commissione di Vigilanza, partiti) ho solo due scelte: tirare i remi in barca prendendo atto di una violenza fatta di quotidiane purghe e olio di ricino d’annata, sapientemente distillato nelle cantine del Servizio pubblico radiotelevisivo, o provare, nonostante una situazione incancrenita, a con-vincere i miei interlocutori dando ulteriore forza a questo dialogo. Ho scelto la seconda strada: non intendo accettare lo status quo, non intendo rassegnarmi. Quindi, dalle ore 23.59 del 21 ottobre, alternerò due giorni di sete consecutivi (48 ore) a un giorno di digiuno. Oso sperare che questo tempo, che sto concedendo a me stesso e a coloro a cui mi rivolgo con una riserva di fiducia ancora viva, serva per poter riflettere su inaccettabili rimozioni da regime orwelliano.
È semplicemente incredibile che la Rai, e non solo la Rai, abbia cancellato con un tratto di penna quanto ho provato ad esprimere, in qualità di rappresentate dell’Associazione Radicali Lucani, sulla vicenda israelo-palestinese. Ed è non meno vergognosa la censura operata nei confronti del Presidente Vito Bardi, che pure si è espresso con chiarezza sulle minacce che ho subito, e quella riservata a Cosimo Latronico, che ha osato nominare l’innominabile. Questo per non dire degli innumerevoli messaggi che giungono da giorni. E che dire della scandalosa censura praticata nei confronti dell’intervento dell’Associazione “Giornalisti 2.0” o del silenzio riservato alle decine di adesioni alla campagna “Io sto con Maurizio Bolognetti in difesa dell’art. 21 della Costituzione e contro ogni forma di totalitarismo e di mefitico conformismo”, che ha visto tra l’altro l’adesione di sindaci e l’adesione a titolo individuale di ex Consiglieri regionali? Che dire di un giornalista di Rainews, che con disinvoltura mi definisce complice di un genocidio, senza che io abbia la concreta possibilità di poter replicare?
È democrazia questa? No, non lo è. Il diritto umano alla conoscenza, lo ripeto, è sinonimo di democrazia. Vorrei potervi parlare ancora e ancora dell’analisi che provo a sviluppare da anni sulla natura del capitalismo post Muro di Berlino o di democrazie che si avviano ad essere non “democrazie reali”, ma democrazie senza democrazia, delle oligarchie. Vorrei poter raccontare e provare a proporre. Vorrei esporre punti di vista vieti e vietati in questa realtà sedata costantemente dal “politicamente corretto” e da un asfissiante conformismo. Vorrei poter parlare del topo de “La peste” di Camus e dei mostri che hanno appestato il secolo XX e che sembrano riaffacciarsi con altre vesti e magari con suadenti sorrisi stampigliati in faccia. Vorrei poter dire: come avete fatto a non comprendere cos’è e cosa rappresenta Hamas? Vorrei chiedere ragione di tutte le manifestazioni oceaniche che non ho visto sulla Cina, sulla Bosnia, sulla Cambogia e via dicendo. Vorrei, appunto. Ma questa possibilità è vietata e il possibile dibattito e confronto che potrebbe scaturirne è proibito. È proibito capire. Sì, vorrei e lo vorrei perché penso che la questione della qualità delle nostre democrazie, dell’inadeguatezza delle nostre istituzioni e dei totalitarismi sia questione che dovrebbe essere al centro dell’agenda politica di una politica che voglia davvero riacquistare dignità e non limitarsi a prese di posizione da kamasutra della partitocrazia. Continuerò ad oltranza a nutrire la mia sete e la mia fame, che sono fame e sete di democrazia, diritti umani, Stato di diritto democratico, giustizia e giustizia sociale.
Come sempre sarò in ascolto, pronto a cogliere ogni segnale che possa aprire uno spiraglio. Essere speranza, nutrire la speranza. A ciascuno il suo, compagni, amici, colleghi. Io non vi sto ricattando, perché non c’è ricatto nella rivendicazione di un diritto.

