L’intervento di Monsignor Francesco Sirufo, arcivescovo di Acerenza, durante l’omelia per San Rocco a Tolve, coglie il nucleo di una questione politica centrale: il rapporto tra risorse pubbliche e priorità di sviluppo territoriale.
La Basilicata presenta un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 40% e un calo demografico del 15% nell’ultimo decennio. In questo contesto, i 100.000 euro stanziati dalla Regione per le festività di San Rocco a Tolve diventano emblematici di una distorsione delle priorità. Ancora più stridente appare questa generosità se confrontata con la chiusura mostrata dallo stesso Sindaco che, poche settimane fa, ha respinto una mozione di solidarietà per il riconoscimento dello Stato di Palestina e poneva al centro del dibattito politico il genocidio a Gaza. Centomila euro di retorica solidale che nasconde un’evidente ipocrisia umana e politica.
I fondi PNRR destinati alla Basilicata ammontano a 1,2 miliardi di euro, ma il collegamento Potenza-Bari richiede ancora tre ore per 150 chilometri e l’ospedale San Carlo registra liste d’attesa superiori alla media nazionale. Sono questi i parametri sui quali misurare l’efficacia dell’azione di governo regionale, non le passerelle celebrative.
La distinzione tra politiche di consenso immediato e sviluppo sostenibile è cruciale: le prime generano visibilità mediatica senza modificare le condizioni strutturali, le seconde richiedono investimenti pluriennali e risultati misurabili. Il Movimento 5 Stelle ha proposto il potenziamento del distretto agroalimentare, hub logistici strategici e centri universitari innovativi: proposte rimaste inascoltate.
La questione assume particolare rilevanza nel dibattito europeo sui fondi di coesione, con la Commissione che richiama le regioni meridionali sulla qualità degli investimenti. L’emigrazione di oltre 8.000 under 35 negli ultimi tre anni rappresenta un impoverimento del capitale umano che nessuna festa patronale può compensare.
L’alternativa esiste ed è concreta: trasformare la Basilicata in un laboratorio di sviluppo sostenibile che valorizzi le risorse naturali e paesaggistiche senza compromettere l’ambiente, che punti sull’innovazione tecnologica applicata all’agricoltura e al turismo, che costruisca reti infrastrutturali moderne per attrarre investimenti produttivi.
Questo richiede una classe dirigente capace di visione strategica, non di gestione ordinaria e che oltre a rincorrere le emergenze, le crea. Richiede il coraggio di scelte a volte anche impopolari nel breve termine ma necessarie per il futuro. Richiede, soprattutto, l’abbandono di una concezione della politica come distribuzione di benefici occasionali in favore di una progettazione sistematica dello sviluppo territoriale.
Le parole dell’arcivescovo Sirufo rappresentano un contributo prezioso al dibattito pubblico regionale. Spetta ora alle forze politiche raccogliere questa sollecitazione, traducendola in proposte concrete e verificabili. La Basilicata merita una politica all’altezza delle sue potenzialità.

