Crollo parziale della Torre dei Conti di Anagni, D’Imperio: a rischio anche la Torre Metellana di Matera. Di seguito la nota integrale.
Prendo spunto dal crollo parziale di ieri della Torre dei Conti di Anagni, situata nel centro di Roma, che purtroppo ha provocato anche la morte di un operaio ed ha causato anche un attacco della portavoce del Cremlino, Zakharova, che ha strumentalizzato l’evento affermando che il patrimonio architettonico dell’Italia crollerà perché invece di finanziare il restauro il Governo finanzia la guerra in Ucraina. Fa parte della guerra di parole che la Russia ha dichiarato all’Europa ed è proprio per questa assurdità che bisogna impegnarsi perché non avvengano altri episodi simili.
Nel cuore dei Sassi, patrimonio dell’Unesco di Matera, capitale europea della cultura nel 2019, c’è una torre in stato di grave degrado, di cui bisogna prevenire il crollo previsto, e forse augurato, dalla Zakharova: la cosidetta Torre Metellana.
Il Volpe scrive che il console Cecilio Metello, a cui era stato affidato il compito di porre fine alla guerra civile romana del 91-88 a.C., ritrovata Matera sepolta sotto le sue stesse rovine, distrutta per punizione dai Romani per essere stata alleata di Taranto e delle colonie greche. Come erano soliti i Romani, che, dopo aver distrutto le città conquistate le ricostruivano, Cecilio Metello ricostruì Matera e la cinse di mura e di torri e una di queste, vicino alla porta della Civita (o di San Nicola del Sole) la dedicò a se e per questo si chiamò Torre Metellana. Ma non esiste alcuna documentazione a sostegno della tesi del Volpe.
Secondo autorevoli studiosi la torre è longobarda, di forma circolare, ed è posta sul versante barisano delle mura della Civita. E’ quindi quasi coeva della Torre dei Conti di Roma che fu costruita nell’856.
Ce l’ho di fronte alle finestre della mia casa nei Sassi, e tutti i giorni la guardo lassù in alto, in linea d’aria a 50 metri, precaria, svuotata, pericolante e tutti i giorni spero che non sia l’ultimo per la sua vista. Stamattina ho risalito la gradinata che da via Fiorentini porta alla torre, per riguardarla ancora una volta da vicino. Non è necessario essere un tecnico per constatare la precarietà e anche la pericolosità della Torre Metellana. Le grosse pietre di Calcarenite sono corrose dal tempo con grossi squarci nelle intercapedini, molte disconnesse tra di loro e ciò in particolare in quelle che sono poste alla base. La parte superiore che dà verso sud-est è già crollata e sulle mura a primavera fanno bella mostra di se alcune ferule.
Collegata a questa precarietà è la sua pericolosità in particolare per le case sottostanti, alcune adibite a B&B.
E’ mai possibile che le amministrazioni comunali succedutesi negli ultimi anni non si siano mai accorti dello stato della Torre Metellana, e la Sovrintendenza ai beni culturali, e il Comitato per Matera 2019 che ha speso milioni di euro a volte per interventi di minore importanza?
Questo è un appello che faccio, in veste di Presidente del Circolo Radici (arte, cultura e società), alla nuova Amministrazione Comunale affinchè abbia una sensibilità maggiore di quella delle ultime e che provveda, direttamente, o indirettamente tramite il sollecito alla Regione o alla Sovrintendenza, al restauro di questa torre coeva della Torre dei Conti di Roma e, intanto, intervenga immediatamente nella sua messa in sicurezza affinchè il suo crollo non arrechi danno alle persone e alle cose. Non dobbiamo dar ragione alla Zakharova!









