il Partito socialista materano in una nota dichiara che il primo atto istituzionale di opposizione alla scelta nucleare decisa da Bardi è partito dalla città di Matera, di fatti in data 5 agosto è stato presentato un ordine del giorno urgente dai consiglieri Tarasco (Socialisti e +Europa) Schiavo (Basilicata Casa Comune), Colucci (Matera Futura) , Montemurro (Volt) e Grieco (Periferie), che verrà discusso nella prossima seduta, per portare questa tematica all’attenzione del Consiglio comunale, della Giunta e dell’intera comunità cittadina e regionali.
L’iniziativa, sottoscritta anche dagli altri consiglieri di centro sinistra, ha l’obiettivo di avviare un confronto pubblico e trasparente, basato su evidenze scientifiche, sul futuro energetico del territorio.
“Parliamo di una regione – si legge nel testo dell’ordine del giorno – che ha già dato tanto, troppo, alla produzione energetica nazionale: oltre il 90% del petrolio italiano, un’enorme produzione di energia elettrica e acqua, e persino un deposito di scorie nucleari attivo da decenni. Eppure i lucani continuano a pagare l’energia e i carburanti più cari di altri. È inaccettabile che oggi ci venga chiesto un ulteriore sacrificio, senza ascoltare le comunità locali.”
Il documento invita il Sindaco e la Giunta a:
dichiarare formalmente la contrarietà del Comune di Matera a ogni ipotesi di insediamento nucleare in Basilicata, in assenza di un pieno coinvolgimento delle comunità e analisi indipendenti;
promuovere iniziative condivise con gli altri Comuni lucani e le regioni limitrofe, per costruire un fronte comune a difesa della salute, dell’ambiente e della risorsa idrica;
richiedere con urgenza al Governo regionale l’apertura di un percorso partecipato, con consultazioni pubbliche, studi d’impatto e la pubblicazione trasparente di tutte le informazioni.
Il tema del consumo idrico è centrale: anche i cosiddetti reattori “di nuova generazione” richiedono grandi quantità di acqua per funzionare, mentre la Basilicata è tra i principali bacini idrici del Mezzogiorno, fornendo acqua potabile a Puglia, Campania e Calabria. Un insediamento nucleare o un deposito di scorie radioattive metterebbero a rischio le falde acquifere e la sicurezza idrica di milioni di cittadini.
“Matera è una città patrimonio dell’umanità, non una terra da sacrificare – dichiarano i consiglieri promotori –. Il nucleare non è una risposta alla crisi climatica: è troppo costoso, troppo lento, troppo rischioso. La vera sfida è sulle energie rinnovabili, sulla partecipazione dei cittadini, sulla tutela delle risorse naturali.”
I consiglieri ricordano che l’Italia ha già espresso in due referendum (1987 e 2011) una chiara opposizione al nucleare. Ignorare quella volontà popolare oggi sarebbe un grave errore politico e democratico.
“La Basilicata ha già dato. Ora è tempo di pretendere rispetto, trasparenza e visione. Con questo ordine del giorno, Matera vuole alzare la voce e dire con chiarezza: no a un nucleare imposto, no a un futuro che mette a rischio la nostra salute e il nostro territorio.”
In conclusione, come Socialisti ci impegneremo affinchè anche altri Comuni si uniscano ad iniziative istituzionali di questo genere, in modo da informare e coinvolgere i cittadini su una scelta che mette a rischio il loro futuro.

