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Movimento Culturale “Lavoro e Sviluppo per la Basilicata” a difesa dell’istituenda Facoltà di Medicina all’Unibas di Potenza

Movimento Culturale “Lavoro e Sviluppo per la Basilicata” a difesa dell’istituenda Facoltà di Medicina all’Unibas di Potenza. Di seguito la nota integrale.

Se non fosse una questione di estrema serietà ed interesse per la collettività lucana tutta, specie quella più abbisognevole di attenzione e particolarmente sul versante del bene primario, rappresentato dalla salute, potremmo dire “ siamo alle comiche ! “; infatti, ogni tanto vengono in evidenza sulla stampa locale alcune prese di posizione di personaggi noti per aver ricoperto o ancora ricoprono incarichi pubblici che si “ sbizzarriscono” a fare riflessioni  non sempre apprezzabili, circa la istituenda Facoltà di Medicina.

Ovviamente, ognuno può e giustamente dire la propria, in una società democratica, quale la nostra (se non fosse per l’anarchia che spesso induce), ma “ buon prò gli faccia! ”; quello che ci chiediamo e chiediamo a questi “critici di giornata”: come mai in Puglia non è successo per la quarta Facoltà di Taranto appena istituita, dopo quella di Bari, di Lecce e di Foggia; oppure, dove erano quando la Basilicata veniva depredata di tante infrastrutture istituzionali: dai Tribunali, agli Uffici Pubblici, fino al Sistema Bancario, alla soppressione degli Uffici Enel e Sip, agli Uffici Postali ed alle postazioni di Sicurezza Pubblica. Certo sono importanti le politiche intese a realizzare le infrastrutture materiali per farci uscire più velocemente dalla nostra regione, già così tanto interessata dall’esodo massiccio di giovani, specie per seguire la propria vocazione universitaria altrove, con l’aggravio di non tornare mai più nei loro piccoli e poveri paesi di origine. Allora, quale migliore occasione di una Facoltà di Medicina per invogliare almeno i giovani lucani a servirsene, anche per amore della propria terra e per continuare a servirla da professionisti della sanità, specie laddove oggi si fa fatica ad evere finanche il Medico, cosiddetto di base, tanto da dover far fronte con una diversa governance delle Farmacie, oppure con l’Infermiere di comunità, come ci dimostrano le vicende drammatiche innescate da questa lunga e triste stagione di pandemia da Covid 19.
Una visione utopistica la nostra; può darsi; ma la stessa visione ci era stata trasmessa dall’indimenticabile Prof. Ignazio Olivieri, che tornato nella sua Basilicata da professionista serio e scienzato di valore, aveva ed ha posto le basi per far diventare il Centro Reumatologico dell’Azienda Ospedaliera San Carlo attrattivo a livello nazionale, tanto da richiedere che fosse elevato a IRCS; ma non gli bastava e con forza chiedeva la Facoltà di Mecicina, contrariamente a tanti altri Medici locali che da sempre la ostacolano (forse perchè devono continuare nella deprecabile logica di privatizzare i profitti e pubblicizzare le perdite, come da sempre va accadendo in termini di assistenza e cura dei pazienti).
Questo è stato, per noi Movimento Culturale “Lavoro e Sviluppo per la Basilicata“ , il motivo per il quale sposando la sollecitazione del compianto Prof. Olivieri, ne abbiamo fatto la nostra bandiera, rifuggendo da idee onerose e di casta che volevano una Facoltà in lingua inglese, per perseguire quanto poi si sta determinando, i cui primi passi (è bene ribadirlo) si sono fatti grazie al Movimento, con in testa il Sen. D’Amelio ( per amore della sua terra) e con il supporto tecnico dell’allora Preside di Facoltà di Medicina di Salerno il Prof, Capunzo, a cui ha fatto seguito, con concretezza e tempismo, il Ministro Lucano alla Salute On. Roberto Speranza
La nostra azione, nonostante non ci siano venuti i dovuti riconoscimenti o quantomeno un minimo di apprezzamento (salvo un passaggio sulla Nuova di Nino Grasso, che ringraziamo), ma poco importa, non si esaurisce, in quanto siamo consapevoli che una tale Istituzione va supportata e non solo nella fase di avvio, ma specie nella prospettiva, per renderla sempre più attrattiva e non semplicemente per i giovani lucani; per questo, già da subito riteniamo debba essere accompagnata da un Isituto di Ricerca Biomedica che, da solo, porterebbe alla creazione di migliaia di posti di lavoro, sia diretti che indotti, oltre che essere uno strumento altamente attrattivo per le Case Farmaceutice (altra importante e fondamentale esigenza per affrontare e combattere vicende quali quelle che siamo chiamati a vivere con il Coronavirus e che si stanno dimostrando eseenziali ed utili per le regioni laddove le Case Farmaceutiche sono presenti, stante l’attuale frammentazione della gestione sanitaria, causata dalla modifica del Titolo V della Costituzione che, di fatto, ha posto la sanità a carico delle regioni).