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Placido Passarelli vive nel libro di Nunzio Lionetti “Il giorno più bello tra stupore e fedeltà” e prega per noi nell’edicola mariana presso la parrocchia della Santa Famiglia a Matera: report e fotogallery di SassiLive

Un pomeriggio speciale, che fa battere forte il cuore, fa sorridere alla vita, apre alla speranza e fa commuovere. Sono le sensazioni vissute a Matera dalla comunità parrocchiale della Santa Famiglia in occasione della presentazione ufficiale del libro dedicato Placido Passarelli, un giovane materano stroncato all’età di 37 anni da una terribile malattia e testimone della Fede, dell’Amore e della Speranza.  Il libro si chiama “Il giorno più bello tra stupore e fedeltà” e rappresenta il frutto di un lungo lavoro condotto dall’informatico Nunzio Lionetti: l’autore, dopo aver selezionato lettere, messaggi e scritti di Placido Passarelli ha riscoperto in queste frasi una chiara testimonianza di fede vissuta e riconoscendo analogie con passi del Vangelo, che hanno strutturato la sua vita e la sua esperienza nella realtà, personale e sociale.
L’incontro dedicato a Placido Passarelli è stato moderato dal giornalista Michele Capolupo, direttore responsabile di www.SassiLive.it e legato da un’amicizia ventennale con il giovane prematuramente scomparso. Don Cosimo Roberti, parrocco della chiesa della Santa Famiglia, ha tracciato un breve profilo umano e spirituale di Placido Passarelli: “Placido ha sempre mostrato una squisitezza umana e spirituale e sono certo che adesso è annoverato nella schiera dei santi ignoti a tanti ma non agli occhi di Dio. Si è distinto sempre per la sua grande fede ed è stato un esempio per la nostra comunità. Non siamo qui per esaltare Placido ma vogliamo raccontare i messaggi che il Signore ci ha trasmesso attraverso la sua testimonianza di fede. Placido era molto umile, schivo e sempre pronto farsi da parte. Amava pregare e negli ultimi anni, frequentando l’Istituto di Scienze Religiose, aveva anche espresso il desiderio di avviarsi al Sacerdozio. Un ragazzo speciale.”

Nunzio Lionetti svela per quali ragioni il libro è stato intitolato “Il giorno più bello tra stupore e fedeltà”: “Il giorno più bello è il frutto di un percorso di fede che Placido ha vissuto abbracciando la sofferenza e il dolore. Nel vivere quotidiano qualsiasi persona può imbattersi nel dolore e a quel punto cosa facciamo? Per rispondere a questa domanda Nunzio Lionetti cita il nuovo Papa Francesco, che si è ritrovato a combattere tra la vita e la morte per una polmonite acuta. In quella fase delicata ha chiesto alla madre cosa gli stava succedendo ma il vero aiuto è giunto da una suora, pronta a ricordargli che stava seguendo l’esempio di Gesù.  
Placido con la sua vita da sofferente ha cercato questo rapporto con la trascendenza. Non per merito suo ma per le circostanze capitate e donate, dalla sua famiglia al cugino Gianni, ai rapporti con molti amici, all’incontro con gli “Apostoli della Divina Misercordia”, a tutti coloro a cui mandava una semplice mail con l’ultimo messaggio di Medjugorje. Da parte sua ci ha messo tanto impegno, dalla passione per la musica al lavoro in ospedale, dallo studio attento fino al catechismo in parrocchia. ” Nunzio Lionetti ha quindi suggerito un consiglio a chi leggerà il libro dedicato a Placido Passarelli: “Rallentate la lettura , andate alle note a piè di pagina, leggete i riferimenti bibblici e scoprirete che ogni attimo della sua vita era la traduzione pratica i quanto riporta la Bibbia. Le domande, le assenze, le risposte ma anche le paure sono dentro ad un processo “osmotico”. Un rapporto umano e divino che fa riferimento alla Bibbia. Del resto il cristianesimo non è una teoria che si può imparare come deduzione di leggi e decreti ma una vita che si manifesta in mille modi e da questi risale a Dio. Ed ecco il motivo che ha portato a scegliere questo titolo: Placido interpreta delle condizioni in questo percorso umano e spirituale, lo stupore e la fedeltà. Ci vuole stupore per incontrare Cristo, ci vuole quel sano atteggiamento per accogliere con gli occhi sgranati tutta la grandezza e il mistero che Cristo ci comunica, ma ci vuole anche fedeltà, che vuol dire non volere tutto e subito e aspettare con fiducia”. Placido ha incarnato questi valori, lo stupore e la fedeltà e tutti coloro che lo hanno conosciuto si ritengono fortunati perchè hanno avuto la possibilità di vivere al fianco di un santo. Consapevole della sua santità anche Don Gino Galante, parroco della chiesa di San Pio X e pronto ad accogliere Placido in occasione degli incontri religiosi promossi in vista dei pellegrinaggi a Medjugorje. “Io ringrazio Dio per avercelo dato e di averlo frequentato per tanti anni. In questa occasione voglio ricordare anche il rapporto speciale che Placido ha avuto con il cappellano dell’ospedale di Brindisi, don Salvatore Paladini, molto amico del Vescovo Monsignor Salvatore Ligorio. Don Salvatore e Placido si scambiavano tante mail e quando ho scoperto che in questi messaggi c’erano anche riferimenti alla mia persona ho richiesto queste mail e poi le ho girate all’autore, con la certezza che saranno state utili per scrivere questo libro. Placido ha lasciati in me una scia di luce grande sotto due aspetti, uno di apertura alla vita e l’altro legato alla sua interiorità.”

Monsignor Salvatore Ligorio ha sottolineato un aspetto importante sul quale si intende lavorare per favorire un processo di canonizzazione di Placido Passarelli. “Nelle scorse settimane sono stato a Roma per una riunione dei vescovi italiani e in quell’occasione il cardinale Amato ha ricordato che per la congregazione dei Santi è necessario fare attenzione ai laici, perchè nella foresta purtroppo un albero che cade fa più rumore di molti alberi che nascono. E’ risaputo che il male fa più rumore del bene e queste belle parole dedicate a Placido mi fanno pensare a Tonino Bello, che diceva di fare attenzione ai santi della porta accanto. Di una cosa sono certo, che Placido amava la parola di Dio”. 

La presentazione si è conclusa con le testimonianze di Nunzio Cicchetti, che ha condiviso con Placido l’esperienza da catechista e ha raccontato diversi aneddoti legati ai pellegrinaggi vissuti insieme a Medjuogorje, dell’amico Emanuele Taccardi, esponente dell’associazione materana di talassemia e che ha sottolineato il carattere tenace del suo amico Placido, di Maria Pia Lapiscopia, che ha avuto modo di conoscere e apprezzare la santità di Placido durante le lezioni all’Istituto di Scienze Religiose, della parrocchiana Stefania Vena, che ha ringraziato Dio per il rapporto speciale di amicizia condiviso con quel “piccolo angelo” e del papà Damiano.

Al termine della presentazione del libro dedicato a Placido Passarelli i familiari, gli amici e tutti i parrocchiani della Santa Famiglia hanno partecipato alla Santa Messa celebrata da don Cosimo Roberti nello spazio esterno alla parrocchia, in cui è stata costruita un’edicola Mariana che contiene una targa dedicata a Placido Passarelli con questa dedica: “Al carissimo figlio di Dio e nostro fratello in Cristo, Placido, e ai tanti fratelli e sorelle…che con la loro vita hanno testimoniato la loro fede, il loro amore, la loro speranza in Dio Padre, in Gesù Cristo, suo figlio e nostro Signore e nello Spirito Santo. Amen”.
La comunità parrocchiale della Santa Famiglia – Matera
11 ottobre 2012-24 novembre 2013 – Anno della fede.

Su Placido potrei scrivere tante cose ma sarebbe come descrivere il Paradiso all’infinito.

Una biografia speciale è stata scritta Claudia, la sorella di Placido. Parole che fanno venire i brividi e commuovere. Ecco chi è Placido Passarelli.

Per me è davvero difficile scrivere di Placido.

Quando si è avuto un fratello così immenso, l’unico modo per affrontare il dolore, per sopravvivere, è spostarlo momentaneamente in una camera segreta del cuore.

Chi era Placido? Era un diamante. Aveva mille luminose sfaccettature.

C’era il Placido tecnologico, diceva che le nuove tecnologie servivano ad evangelizzare, e lui evangelizzava con ogni mezzo.

C’era il Placido “vulnerabile” che aveva bisogno di tutte le mille amorevoli cure e attenzioni di mamma e papà, del suo solito piatto di pasta asciutta e della sua adorata fettina di pollo.

Non era ghiotto, anzi, si nutriva in naturalezza perché sapeva che molti alimenti nuocevano alla sua salute, e diceva che se la malattia gliel’avesse permesso, avrebbe digiunato almeno una volta alla settimana.

C’era il Placido “timido e silenzioso”era di poche parole, ma quanto scriveva!! Timido , riflessivo, non amava esternare i suoi sentimenti, non amava farsi fotografare, e puntualmente, quando cercavo di fotografarlo si copriva il viso con qualsiasi cosa gli capitava sotto mano. Quando eravamo in campagna, dopo pranzo amava andare a sedersi sotto un albero a pregare, immerso nella natura e in comunione con Dio.

C’era il Placido “assennato” anche da ragazzo, faceva sempre scelte molto ponderate. Prima di prendere qualsiasi decisione, anche la più insignificante, meditava tanto.

C’era il Placido “buffo” . Non gli mancava una sottile ironia, per nulla volgare, mirata ed essenziale.

C’era il Placido “generoso” preferiva donare agli altri che tenere per se stesso. Era una persona semplice e gli bastavano poche ed essenziali cose.

C’era il Placido “sofferente”. Nella sua breve vita ha sofferto veramente tanto nel fisico, per svariati problemi, alcuni anche molto gravi e tenuti nascosti alla maggior parte dei suoi conoscenti perché Placido non amava suscitare compassione, lui viveva quotidianamente la sofferenza come un grande dono e mai una volta, nemmeno in punto di morte, si è mai lamentato o arreso.

Questo mi collega al Placido “devoto”. Per gli altri e per se stesso era e voleva essere soprattutto questo. Metteva Dio sopra ogni altra cosa, praticava il Vangelo seriamente, e guai a contraddirlo! La chiesa cattolica era la sua guida essenziale nella vita. Non c’era spazio per le critiche, credeva con tutto il cuore e con tutta l’anima, si affidava totalmente alla protezione Mariana, alla sapienza dei Santi e pregava. Ogni giorno alle 15,00, con la scusa di riposarsi, si ritirava nella sua stanza e pregava, pregava tanto e silenziosamente. Perché Placido era umile, non amava mettersi in mostra e tutto quello che di buono faceva, lo teneva in cuor suo. Solo adesso abbiamo scoperto quanta beneficenza ha fatto, senza mai farne parola.

Studiava, leggeva tanto, si documentava, voleva essere sicuro di non tralasciare niente che riguardasse la fede. Cambiava spesso i mobili della sua stanza perché non c’erano librerie che gli bastavano. Aveva sete di sapere, di essere certo che la sua vita fosse proiettata nella giusta direzione.

C’era il Placido “mariano” forte era in lui l’amore per la Vergine Maria. Si affidava totalmente a lei, e non mancavano mai occasioni per presentarla quotidianamente a me e ai miei genitori. Riempiva la casa con i mille volti di Maria, dalle statue prese nei suoi pellegrinaggi fino alle immagini di tutte le dimensioni, messe in ogni stanza, persino sotto il suo cuscino. Il rosario era la sua forza quotidiana.

A volte era strano avvertire la consapevolezza di avere un fratello in santità. C’era addirittura soggezione. Viveva con noi, ma sapevamo che non ci apparteneva totalmente. Lo guardavamo in silenzio e ci stupivamo, orgogliosi e increduli di tanta bontà d’animo.

Tre giorni prima di lasciarci, la sua amica nella fede Enza scriveva a Placido un sms che diceva “Il Signore è con te, non temere, sei nel cuore di Dio e della Madonna” e tra le bozze del suo telefono ho trovato la risposta che aveva iniziato a scrivere, ma che non ha terminato ed inviato forse perché troppo stanco e sofferente.

Scriveva :” è proprio vero che…”

Mi piace pensare che il suo pensiero continuasse così: “ è proprio vero che… la Vergine Maria e gli angeli sono qui accanto a me, e che fra non molto… contemplerò l’immenso volto del Signore”.

Ricordiamo che chi vuole acquistare il libro dedicato a Placido Passarelli può rivolgersi alla parrocchia della Santa Famiglia oppure inviare una mail a [email protected]

Michele Capolupo

La fotogallery della presentazione del libro dedicato a Placido Passarelli e della benedizione dell’edicola mariana con dedica a Placido Passarelli (foto www.sassilive.it)