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La storia siamo noi, Nino Vinciguerra ricorda San Giovanni da Matera: report e foto

Per la rubrica “La storia siamo noi” Nino Vinciguerra ripercorre la storia di San Giovanni da Matera. Di seguito il suo intervento e la fotogallery dedicata al Santo materano.

Cade oggi la ricorrenza liturgica di San Giovanni da Matera. Giovanni de Scalzonibus poi Scalcione, nacque a Matera, nel Sasso Caveoso, tra il 1070 e il 1080 probabilmente da una ricca e nobile famiglia profondamente cristiana. Abbandonò da ragazzo la casa paterna in cerca di un contatto più stretto con Dio e, secondo la tradizione, scambiati i suoi abiti lussuosi con quelli di un mendicante partì per Taranto. Scelse una vita di dure penitenze peregrinando per tutto il meridione d’Italia (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia) e svolse lavori umilissimi (fu anche guardiano di pecore). Sostò a Ginosa, Capua e, successivamente, si diresse sui monti dell’Irpinia dove incontrò San Guglielmo da Vercelli. Dopo aver peregrinato ancora tra Bari e il Gargano, nel 1130 fondò nell’Abbazia di Pulsano, nei pressi di Monte Sant’Angelo, la Congregazione degli Eremiti Pulsanesi detta anche degli Scalzi, ordine monastico autonomo che si rifaceva alla regola di San Benedetto rendendola ancora più severa. Dopo pochi mesi la nuova comunità contava ben cinquanta monaci. Sempre in Puglia, a Foggia, fondò un nuovo monastero nei pressi della vecchia chiesa di San Giacomo che guidò per dieci anni. Dopo aver vissuto esperienze mistiche e manifestato doti miracolose e taumaturgiche, Giovanni morì il 20 giugno 1139 proprio nel cenobio foggiano di San Giacomo nel quale fu sepolto. Il 30 gennaio 1177 fu traslato in Santa Maria di Pulsano e, nello stesso anno, il Pontefice Alessandro III lo elevò agli altari dichiarandolo santo. La casa natale al Purgatorio Vecchio, dal 1200 circa al 1512 fu adibita a chiesa mentre le sue spoglie, tornate a riposare in Cattedrale il 20 febbraio 2016 dopo i lunghi lavori di restauro, vennero portate a Matera il 28 ottobre 1830 grazie alla premura di Mons. Camillo Cattaneo della Volta (arcivescovo di Matera dal 1797 al 1834) e all’interessamento del Sottointendente Ferdinando De Gemmis (il suo nome compare sull’incisione posta sull’architrave della Fontana Ferdinandea) che era nipote del Vescovo di Manfredonia Eustachio Dentice (1765-1830) nato a Napoli ma di origini materane. In quella occasione Mons. Cattaneo dichiarò San Giovanni Patrono Minore Principale della Città di Matera e il 20 giugno 2019 Mons. Caiazzo “alla presenza dell’inviato speciale di sua Santità, il Signor Cardinale Angelo Amato” manifestò il “suo fervente desiderio presentare alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti l’approvazione del formulario proprio della Messa secondo la nuova traduzione del Messale Romano, con la seguente formula: 20 giugno Festa di San Giovanni da Matera, abate. Compatrono della Città di Matera e dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina”. Secondo uno studio della CEI del 2006 è tra i trecento santi italiani più conosciuti e pregati.

Nella fotogallery la ricognizione delle reliquie di San Giovanni a febbraio 2016, l’urna in Cattedrale con le reliquie, il reliquiario e la Casa di San Giovanni al Purgatorio vecchio.