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I vincitori della 10^ edizione del Matera Sport Film Festival

Si è conclusa la 10^ edizione del Matera Sport Film Festival, manifestazione dedicata al cinema e alla cultura sportiva, organizzata dall’associazione Matera Sports Academy, in collaborazione con l’Uisp Unione Italiana Sport Pertutti Aps e con il sostegno del Comune di Matera e del Programma Sensi Contemporanei CINEMA della Regione Basilicata.

Dal 26 Novembre al 6 Dicembre, il Festival, che aderisce alla network dei festival lucani “BasilicataCinema”, ha presentato 30 opere in concorso, visibili sulla piattaforma streaming “MSFF20 Live Stream”, in forma totalmente gratuita.

La Cerimonia di Premiazione si è svolta online sulla pagina facebook della rassegna e sul sito ufficiale www.materasportfilmfestival.it, con la conduzione del giornalista Andrea Rospi e la partecipazione di Michele Di Gioia, direttore artistico del Matera Sport Film Festival.

La serata ha preso il via con un emozionante ricordo delle dieci edizioni della rassegna. A seguire, vi sono state le premiazioni dei vincitori decretati dalla Giuria composta dal Presidente Vito Cea (Regista), Margherita Agata (Giornalista), Giuseppe Tumino (Regista), Barbara Destefanis (Produttrice) e Walter Nicoletti (Attore e Produttore).

Il Premio “Miglior Film” è stato attribuito a “Ghiaccio – Sweeping Lives” di Tomaso Clavarino, per il merito di avere racchiuso, in una micro storia di sport, un grande tema di attualità, come l’integrazione, capace di far entrare lo spettatore in empatia con i protagonisti della storia.

Il Premio della Giuria “Fausto Taverniti” è stato assegnato al corto brasiliano “Fire Mouth” di Luciano Pérez Fernández, un racconto lirico ed evocativo delle emozioni che possono scaturire dall’ascolto di una voce alla radio, come quella di Boca de Fogo, voce storica della radio brasiliana.

Nella sezione documentari sono diversi i riconoscimenti: Miglior Documentario è “Keeper” dell’olandese Johan Kramer, un film che si concentra sui portieri nel calcio attraverso una ricerca psicologica sfumata e talvolta divertente della motivazione e dei tratti caratteriali vacillanti di questi giocatori solitari. Miglior Docu-Corto per “Les Aigles De Carthage” di Adriano Valerio, il racconto del 14 febbraio 2004 allo Stadio Olimpico di Radès di Tunisi, dove l’intera nazione è dietro le aquile di Cartagine nella finale della Coppa d’Africa contro il Marocco.
Menzione d’onore per “Voy” del russo Maxim Arbugaev, un film documentario sul calcio, dove tutti i giocatori sono totalmente ciechi, e “Underdog” dello svizzero Marcel Sudholz, che vede la protagonista Bestare Kicaj, combattente svizzera di arti marziali miste, alle prese con i pregiudizi in un mondo dominato dai soli uomini. Sempre nella stessa categoria ricevono il premio come Miglior Film l’ucraino Taras Dron con l’opera “Blindfold”, la storia di Julia, una giovane combattente di MMA, che, dopo aver perso il suo fidanzato in guerra, decide di abbandonare lo sport per iniziare una nuova vita e liberarsi così dal ruolo di vedova dell’eroe di guerra, che le viene imposto dal mondo; Miglior Corto per “Sulle Punte” di Ulisse Lendaro, in cui Camilla, giovane ballerina, prende il posto di Sara, la sua migliore amica, che si è dovuta ritirare perché vittima di un misterioso incidente.

Nella categoria “Sport e Società” premiato come Miglior Documentario “Flash: La Storia di Giovanni Parisi” di Marco Rosson, presentato in World Premiere a Matera: un’opera biografica sulla medaglia d’oro olimpica e due volte campione del mondo WBO leggenda del pugilato italiano, Giovanni “Flash” Parisi con la parabola poetica della sua vita: le cronache di un viaggio ricco di avversità e battute d’arresto, affrontato e superato da un’immensa e feroce motivazione al successo; “Klod” del regista lucano Giuseppe Marco Albano trionfa come Miglior Corto, la storia vera di Klaudio, un ragazzo di 13 anni che sogna di diventare un giocatore di basket. Menzione Speciale infine per “Tuva Youngster” del cinese Zhang Xiquan, il quale mostra le avventure del giovane Yong Deng, un ragazzo Tuva di 12 anni che vive ad Altay nello Xinjiang, una zona remota della Cina, il quale eredita le abitudini dalle vecchie generazioni, ovvero sciare sulle pellicce e andare a cavallo, entrambe le passioni considerate i principali mezzi di trasporto della popolazione locale di Tuva.

Come di consueto, il Festival ha riservato ampio spazio alle nuove generazioni e alle scuole , che in collaborazione con BILL – Biblioteca della Legalità Matera, hanno presentato il cortometraggio “Leggere per Disobbedire”, sul tema della disobbedienza civile nello sport.

Il Festival ha dedicato approfondimenti al tema dello dello sport sociale, con incontri alla presenza di esperti ed ospiti qualificati, sulla discriminazione nello sport e disparità di genere. I protagonisti di questi incontri hanno lanciato un appello, rivolto agli organi e canali di informazione, affinchè vengano riconosciute la giusta importanza e l’adeguata visibilità allo sport sociale.

La Direzione Artistica del Matera Sport Film Festival è già al lavoro per la undicesima edizione. Nei prossimi mesi, infatti, sarà pubblicato il bando ufficiale sul sito www.materasportfilmfestival.it.

Il Matera Sport Film Festival lancia un appello ai media per dare il giusto spazio e risalto a quello che viene definito dagli addetti ai lavori come Sport Sociale, un invito che è frutto dei diversi incontri ed eventi speciali che hanno caratterizzato questa decima edizione.

Di seguito l’appello lanciato al termine della manifestazione:

“C’è bisogno di una nuova e corretta narrazione del fenomeno sportivo, per quello che è diventato oggi. Un grande fenomeno sociale capace di esprimere valori di coesione sociale, di riconoscere diritti, pari opportunità tra i generi e stili di vita improntati alla sostenibilità, alla salute, alla convivenza civile.Dallo Sport Film Festival di Matera parte un appello al sistema dei media affinchè ci siano concreti impegni per liberare l’informazione sportiva da canoni e clichè che ne fanno un’informazione parziale e di genere. Lo sport sociale e per tutti chiede spazio e attenzione per raccontare la società e illuminare le periferie, attraverso un linguaggio narrativo popolare, trasversale e intergenerazionale.

I suoi protagonisti spesso poco noti ma esemplari, possono contribuire a dare una nuova prospettiva anche all’informazione sportivo, con una attenzione esemplare al linguaggio e al rispetto degli altri (con riferimento alla Carta di Roma, al Manifesto di Assisi e al manifesto Media ,Donne, Sport).

Lo sport è il terreno dell’emancipazione, della libertà e delle pari opportunità. I film in concorso quest’anno dimostrano che attraverso il valore sociale dello sport si realizzano storie di riscatto, di inclusione, di nuova umanità. Concetti che sono alla base di documenti, come il Contratto di servizio Rai, che basano sulla coesione sociale il patto di collaborazione tra cittadini e stato, attraverso il ruolo informativo della Rai.

Chiediamo connessioni stabili tra mondo dello sport sociale e professionisti dell’informazione, a cominciare dalla Rai, per provare a trasformare i tanti “fatti” e le tante “storie” che ogni giorno lo sport sociale e per tutti realizza, in notizie e racconti del nostro Paese. Anche accogliendo e ospitando nella programmazione e nei palinsesti, contenuti narrativi nuovi, film e documentari su queste tematiche.

Siamo convinti che questi temi siano propri della missione del Servizio pubblico e per questo lanciamo questo appello con particolare riferimento alla Rai.”