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Il libro “Epeo cacciatore di storie – Itinerari surreali tra Rotondella e Valsinni” risveglia il mito della “Monachedd”

 

Il Folclore d’Italia riguarda numerose leggende e racconti popolari diffusi sul territorio italiano. Su di esso, infatti, si sono succeduti nel tempo diversi popoli, ognuno dei quali ha lasciato le proprie tracce nell’immaginario popolare. Tra i personaggi più famosi nel meridione d’Italia abbiamo la storia del “Monachicchio”, meno conosciuta e più rara invece la sua versione femminile “a Monachedd”.
Una storia che, con sfaccettature diverse, accomuna diversi borghi dell’area Metapontina come Rotondella, Nova Siri, Montalbano J..
Una leggenda raccontata dagli anziani e tramandata oralmente da generazioni, ripresa nel libro di Rudy Marranchelli “EPEO cacciatore di storie – itinerari surreali tra Rotondella e Valsinni”, che al momento rappresenta una delle poche, se non la prima, traccia scritta di un racconto da focolare che ha tenuto lontano dai guai tantissimi bambini.
Storia che non è passata inosservata e che ha raccolto l’attenzione e rianimato i ricordi di tanti operatori del settore turistico, come l’artigiana Rosalia Violante di Nova Siri che ha proposto e realizzato il prototipo di un “richiamo” in argilla che imita le sue forme, di Isa Rivelli di Montalbano che insieme alla Pro-Loco aveva realizzato piccoli souvenir in stoffa, di Luigi D’Alesandro di Rotondella che ha proposto una raccolta audio di testimonianze, dove già in tantissimi hanno risposto.
“A Monachedd è un personaggio troppo importante per il folklore dei nostri borghi storici per restare chiusa in un cassetto – dichiara Rudy Marranchelli – credo che sia arrivata l’ora di risvegliare il mito. Una palmuria (racconto da focolare) di mia nonna Pia che, come tantissimi anziani, usava tramandare oralmente queste storie nelle fredde e buie sere d’inverno. I ritmi frenetici, la televisione, i social e tante distrazioni rischiano di spegnere i ricordi. La scommessa – conclude Marranchelli – è quella di costruire percorsi in grado di trasformare questa figura misteriosa in un attrattore turistico per grandi e piccini. Un dovere che abbiamo nei confronti dei nostri nonni, del nostro territorio”
Intorno alla figura della Monachedd sta nascendo un gruppo di lavoro, anticipa l’autore, inclusivo e innovativo, moderni “cuntasorie” pronti ad animare i nostri borghi.

Ecco come viene descritta nel testo “EPEO Cacciatore di Storie – itinerari surreali tra Rotondella e Valsinni”:
“(…) Al pari del Munaciello (o Monachicchio), che ama fare scherzi nel cuore della notte, dal solleticare i piedi al mettersi sullo stomaco provocando nel sonno un mancamento del respiro, anche alla Monachedd viene attribuito questo fare dispettoso. Spesso gli anziani nominano “A Monachedd” quando in una casa avviene qualche evento inspiegabile, si sente qualche rumore anormale nella notte o accade qualche contrattempo strano, tipo la perdita ripetuta delle chiavi o di altri oggetti di uso comune, sicuramente nascosti o spostati dalla dispettosa e misteriosa figura. Altro passatempo della Monachedd, durante la notte, è annodare i peli della coda di asini e muli e la criniera dei cavalli, sotto la cui pancia si faceva trovare all’alba, quando i contadini si levavano dal letto (…) C’è chi la descrive molto piccola vestita di nero e con lunghi capelli che coprono il volto e quasi tutto il corpo. Molti l’hanno intravista proprio nei pressi della fontana della fica, dove pare abbia nascosto un tesoro, che nessuno è mai riuscito a trovare. Pare che l’unico modo per raggiungere le monete d’oro avidamente e abilmente nascoste è acchiapparla per i lunghi capelli, cosa molto difficile perché, di indole solitaria, raramente si lascia vedere e poi bisogna fare molta attenzione alla suo ingegno e agli indovinelli magici. Se fortuitamente qualcuno riesce ad acchiapparla per i capelli la prima cosa che farà è la domanda “cosa tieni tra le mani?”, attenti a non rispondere “i tuoi capelli” le permetterebbe di “scivolare via come un’anguilla”. La risposta esatta è “ho ferri d’acciaio e ti tengo finchè non mi conduci al tuo tesoro”, in questo modo l’incantesimo avrà l’effetto di imprigionare la Monachedd costringendola ad accompagnarvi al tesoro nascosto nei pressi della fontana della fica per riottenere la libertà.

A volte la Monachedd può diventare molto pericolosa, soprattutto per i bambini curiosi. Ama nascondersi tra i rami di fico che solitamente nascono spontanei tra le fessure dei grandi muri di contenimento (i muraddioni) a bordo delle strade di paese. Cosa fa lì nascosta non è certo, ma una cosa è sicura, se vede sporgere qualcuno dal muro lo acchiappa dalla maglia per tirarlo giù. La più grande raccomandazione dei nonni ai nipoti, infatti, è mai sporgersi da mura o ringhiere, “a Monachedd vi può tirare giù!” (…)”

Nella foto la rappresentazione grafica della Monachedd, il bozzetto grezzo in argilla della Monachedd, l’autore del libro Rudy Marranchelli e l’artigiana artistica Rosalia Violante