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Il giornalista lucano Giuseppe Di Tommaso ritrova il bambino Nicola Tanturli scomparso nell’Alto Mugello a Palazzuolo sul Senio (Firenze)

E’ stato il giornalista lucano Giuseppe Di Tommaso, originario di Policoro e inviato da diversi anni per il programma “La Vita in diretta” in onda il pomeriggio su Rai 1 a ritrovare Nicola Tanturli, il bambino di 2 anni scomparso martedì 22 giugno dalla casa dei suoi genitori a Campanara di Palazzuolo sul Senio (Firenze), località isolata dell’Alto Mugello. Il bambino si trovava in un burrone distante circa due chilometri e mezzo da casa. Il giornalista ha sentito dei lamenti ed ha avvertito i carabinieri, che si sono calati nella scarpata per portarlo su. Il maresciallo Porfida, comandante della stazione locale, è stato uno dei primi a riabbracciarlo. Il piccolo Nicola è stato portato all’ospedale Meyer di Firenze per accertamenti, ma a quanto pare si trova in buone condizioni di salute. E prima di partire con l’ambulanza ha riabbracciato i suoi genitori. La sua prima parola dopo il ritrovamento è stata: “Mamma”.

La vicenda

E’ stato ritrovato a tre chilometri da casa il piccolo Nicola Tanturli, il bambino di meno di due anni scomparso dalla sua casa a Campanara, frazione isolata di Palazzuolo sul Senio tra i boschi del Mugello. Lo ha sentito un giornalista, un lamento che proveniva da una scarpata, ha capito subito. “Il bambino chiamava mamma”, ed è corso a dare l’allarme. Era lui. Il piccolo è lievemente ferito, solo qualche graffio sembra, ma sta bene, è in ospedale per accertamenti. Un carabiniere si è calato nella scarpa e lo ha portato in salvo: “E’ sbucato con la testolina e con ‘sti occhioni belli, mi si è subito aggrappato al collo”. “Siamo felici per il bambino e per la la sua famiglia – ha detto la prefetta di Firenze Alessandra Guidi – e siamo grati ai vigili del fuoco, alle forze dell’ordine, alla protezione civile e ai tanti volontari che si sono impegnati nelle ricerche”.
Un sospiro di sollievo per tutti dopo due notti di ricerche disperate. Un giorno e una notte intera di battute a tappeto con centinaia di volontari, cani molecolari, elicotteri, in una zona impervia e isolata dell’appennino tosco emiliano dove la famiglia del piccolo vive. Lunedì sera la mamma Giuseppina Paladino lo aveva messo a letto e poi era andata nella stalla. Il marito, Leonardo non era in casa, quando è tornano i due hanno cenato e, prima di andare a letto, sono andati a controllare nella cameretta di Nicola. Il bambino non era però nel suo letto. I genitori si sono messi subito a cercarlo, ma hanno dato l’allarme ai carabinieri solo la mattina successiva. Nove ore dopo.

Lui con quegli occhi vispi, in braccio alla mamma. Sono scesi dall’elicottero, il piccolo Nicola Tanturli e la sua mamma Giuseppina: dalle valli del Mugello sono arrivati all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Il piccolo che sta comunque bene e ha piccole ferite, viene visitato dai medici dell’ospedale pediatrico fiorentino.

E’ stato il giornalista a ritrovarlo: mentre saliva verso la casa ha sentito i lamenti. E’ Giuseppe Di Tommaso, della Vita in diretta. Il bambino era in fondo a una scarpata, a ridosso della strada e profonda decine di metri ed è stato poi recuperato da un carabiniere che si è calato nel burrone. “Ho sentito il suo lamento e ho capito subito. Un’emozione indescrivibile, un miracolo”. Il piccolo ha già visto i genitori ed è stato abbracciato da parà Leonardo e da mamma Pina. “Per fortuna sta bene”. Il bimbo è stato visto dal medico presente con i soccorritori e ha deciso per il trasporto in elisoccorso all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

Il luogotenente Ciccarelli, comandante della stazione dei carabinieri di Scarperia, si è calato a 25 metri individuando il piccolo che continuava a chiedere della mamma. Lo ha riportato sulla strada sterrata riconsegnandolo alla donna. “All’inizio mi sembrava più un capriolo o in daino – dice Ciccarelli – poi è sbucato con la testolina e con ‘sti occhioni belli. Mi si è subito aggrappato al collo”. Emozionante il racconto del savataggio: “L’ho trovato perché mi sono sentito male e ho fermato la macchina, era nella scarpata ripidissima, ho sentito un’auto passare, erano i carabinieri. Li ho convinti che era davvero Nicola – racconta il giornalista Di Tommaso – ho aiutato il carabiniere a salire col bambino, lo prendevamo in braccio a tappe”.